Fidel Castro

 

 

 

DISCORSO PRONUNCIATO IN OCCASIONE DELL'INAUGURAZIONE DELLA XVI FIERA INTERNAZIONALE DELL'AVANA, FIHAV 98

 

1 novembre 1998

 

 

 

 

Oficina de Publicaciones del Consejo de Estado

La Habana, 1998

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Oficina de Publicaciones del Consejo de Estado de la República de Cuba, calle 17 número 552, esquina a D, Vedado, La Habana, Cuba

 

 

 

Carissimo amico Don Manuel Fraga, presidente della Galizia -alcuni lo chiamano presidente della Giunta, ed io lo chiamo presidente della Galizia; preciso, all'interno dello stato spagnolo-; ma, siccome mi accorgo che le autonomie hanno una forza crescente, cosa palpabile e riconosciuta, preferisco chiamarlo Presidente;

Voglio inoltre salutare le distinte personalità qui presenti, e saluto anche, in anticipo, quelli che arriveranno questa notte e al tempo stesso mi congedo da chi parte questa notte, cioè il Ministro del Venezuela, qui presente;

Saluto tutti, relatori e invitati;

Non vengo a parlare di politica, né di blocco, né di siccità, né di uragani, né di calamità, perché secondo me, sono già cose fatte. Vengo a scherzare un po' riprendendo, in parte, alcune parole del nostro carissimo Ministro del Commercio Estero, e senza dargli alcuna colpa delle torture che dobbiamo soffrire tutti gli anni.

Si sono tenute 16 mostre dal momento in cui abbiamo cominciato a tenerle a Cuba, le ultime qui, a EXPOCUBA, ed è sempre lo stesso: ci mettiamo su questa pedana, un discorso, un nastro che si taglia, nessuno sa da quanto tempo siete qui in piedi ad aspettare e, visto che ció s'incrementa sempre di più, sarà necessario cambiare il concetto dell'inaugurazione, dove si fa, con più di comodità per gli ospiti -per fortuna oggi la giornata è fresca- per coloro che verranno qui, perché altrimenti il tuo discorso deve essere lo stesso tutti gli anni (guarda Ricardo Cabrisas, Ministro del Commercio Estero).

Non lo critico, lui vuole che investiate. Per questo motivo parla dello sviluppo del turismo e di tutte le altre cose, e, tuttavia, voi non avete bisogno di essere invitati a investire, semplicemente, perché voi in effetti pensate di investire. Non lo dico scherzando, è una realtà: pensate di investire, e il nostro dovere è quello di creare le migliori condizioni possibili perche possiate investire. Volete investire qui e in molti posti, e i paesi che hanno bisogno di svilupparsi addirittura discutono ed entrano in concorrenza tra di loro, non sempre nella forma più opportuna, per gli investimenti. Questo lo sappiamo.

Ma a parte gli scherzi, si possono dire due o tre cosette sul serio, che possono significare elementi per un certo ottimismo nel futuro prossimo dell'economia mondiale gravemente minacciata in questo momento.

Alcuni mesi fa, abbiamo visitato Ginevra - lui a parlato della riunione dell'OMS, ma si è tenuta anche quella dell'OMC- e si sono dibattuti alcuni di questi problemi attuali.

Abbiamo appena concluso un'importante riunione in Portogallo, ad Oporto, città bella ed ospitale. Lì si sono incontrati i dirigenti di tutta l'America Latina che, come ben sapete, è il campo di battaglia in questo momento, che può essere, diciamo, per l'economia occidentale una relativa vittoria o una Waterloo. I rischi di una grave crisi economica mondiale è un argomento che abbiamo esaminato a Cuba molto attentamente negli ultimi tempi, sono fatti che sapevamo che sarebbero accaduti.

Nell'incontro a Oporto, erano già molto chiari per noi tutti i pericoli di una recessione, e qualcosa di peggio, perché nel mondo attuale nessuno sa in che cosa può trasformarsi una recessione. E si sapeva che l'America Latina era il campo di battaglia dove si sarebbe deciso se l'economia poteva vincere davanti all'impetuoso progresso della crisi, o se si andava incontro ad un grosso disastro mondiale. Dico mondiale, senza esagerare, in virtù del fatto che l'economia si è mondializzata come dicono alcuni, o si è globalizzata come dicono altri, e sempre di più, al di là di molti problemi addizionali che si sono aggiunti a questi fenomeni, alcuni dei quali hanno precedenti e sono conosciuti; altri sono nuovi.

Ma lì, tutti erano consapevoli e la delegazione cubana molto, molto consapevole che il futuro prossimo si sarebbe deciso qui in America Latina, cominciando dal Brasile, da quello che potrebbe accadere là, e tutto a partire dalla crisi economica del tuo paese, Kalinin (Indica l'ambasciatore della Russia), senza entrare ad esaminare le cause, senza volere dar colpa a nessun russo. Io darei la colpa piuttosto a molti dei consigli che hanno dato ai russi, che non avevano molta esperienza nella costruzione del capitalismo. Sono arrivati gli organismi finanziari e i nuovi amici occidentali con le lore ricette antidiluviane per applicarle in quel paese che non aveva neppure conosciuto il capitalismo perché passò dal feudalesimo al socialismo. A partire dall'ultima crisi economica russa, che tutti sappiamo quando ha avuto luogo, é stato nel mese di agosto, quando diventa molto evidente, si diffonde il panico. Persino il Dow Jones di Wall Street calò 512 punti in un giorno, propagando il panico; subirono grosse cadute le borse, ed era molto evidente che il Brasile in quel momento era il punto più vulnerabile e che una crisi in Brasile si diffonderebbe in tutta l'America Latina raggiungendo veramente e irrimediabilmente le borse degli Stati Uniti; dopo di ché, quando il 50% degli americani che vi hanno investito i loro risparmi, le assicurazioni di assegni e tutto, avrebbero perduto il 50%, il 70% o l'80% del valore delle quote che avevano in borsa, il disastro avrebbe raggiunto dimensioni colossali, neppure paragonabili alla crisi del 1929; peggiore, secondo il nostro avviso, di quella della celebre data.

Allora, era evidente che in Brasile si sarebbe svolta una grossa battaglia, esso si esaminò ad Oporto. Noi abbiamo parlato di alcune idee dato che Cuba sarà la sede della prossima riunione. Anche la questione del tema che nella nostra qualità di Paese sede dovevamo scegliere come asse di questa riunione era molto delicata, perché, be', quale sarebbe la situazione in quel momento?. Pensavamo ad un'idea: dibattere cosa fare, ovvero come affronta l'America Latina la crisi economica globale. Finalmente l'abbiamo sintetizzato in una frase: Iberoamerica e i gravi rischi di una crisi economica globale.

Noi partivamo dall'idea che ci sono ancora risorse nel mondo; che l'Occidente ed il Giappone dispongono ancora di molte risorse per dilazionare la crisi per un certo periodo, non si sa ancora per quanto tempo, oppure potevano rimandarla; o potevano, anche, riflettere più profondamente sull'ordine economico ed il tipo di globalizzazione che si stà imponendo al mondo e cercare come qualcosa necessaria un po' più di tranquillità, serenità e pace per tutti i paesi. Cioè, nel scegliere un tema per il nostro incontro dovevamo essere molto attenti perché non si sa cosa accadrà nei prossimi 12 mesi.

In quel momento si parlava già del discorso di Clinton in data 14 settembre presso il Consiglio degli Affari Esteri degli Stati Uniti, l'importanza conferita alla riunione del Fondo Monetario e della Banca Mondiale, l'invito a tutti i governatori delle banche della riserva a riunirsi a Washington. Erano molto evidenti i sintomi di una presa di coscienza dagli Stati Uniti o di una parte degli Stati Uniti, tra cui alcuni dirigenti fondamentali, dei rischi di una gravissima crisi.

Il 5 e 6 ottobre scorso parlò il Presidente del Fondo Monetario Internazionale e pronunciò un discorso molto interessante il Presidente della Banca Mondiale, dove si evidenziarono addirittura differenze e critiche, antagonismi già tra il ruolo di poliziotto di un ente e il ruolo di buon samaritano dell'altro; uno in cerca dell'ordine più rigido e più stretto e l'altro cercando di pensare alla forma di alleggerire i problemi sociali che provocano queste crisi. Cioè, si sono già verificati alcuni movimenti interessanti nel mese di ottobre e il nostro incontro aveva luogo, semplicemente, alcuni giorni dopo ad Oporto.

Era necessario prevedere quale sarebbe stata la situazione per l'anno prossimo e su quali argomenti si sarebbe discusso; non era facile adottare il tema. Ci limitiamo a questo, ripeto: Iberoamerica e i gravi rischi -non darlo per sicuro- di una crisi economica globalizzata.

Ipotizziamo che qui a Cuba era necessario analizzare tutto quello che sarebbe accaduto nell'anno successivo. Nessuno poteva avventurarsi nel dire una cosa o l'altra.

Lì, si discuteva anche se era giusto o meno parlare di crisi globalizzata, dato che negli Stati Uniti non esisteva ancora una crisi, né esisteva in Europa.

Per alcuni di noi era evidente che si sarebbe globalizzata, a partire da quello che sarebbe accaduto. Che Brasile e l'America Latina erano l'ultima trincea -dicevamo noi il 28 settembre dell'anno in corso- dove gli Stati Uniti potevano difendersi da una situazione che li avrebbe danneggiati direttamente. Non sarebbe stata più una situazione che interessava soltanto l'America Latina, ma anche gli Stati Uniti, soprattutto, che sono quelli con maggior potere economico, maggiori risorse e un ruolo di direzione, in realtà, sull'economia mondiale. L'Europa non è ancora abbastanza forte per esercitare un ruolo simile a quello degli Stati Uniti anche se è in grado di svolgere un ruolo importante.

Allora, si doveva essere cauti nel cercare di prevedere che cosa si sarebbe discusso di qui a un anno; però senza dubbio sarebbe necessario esaminare la situazione economica internazionale. Questo continuerà ad essere il tema fondamentale.

Ma dicevamo che ci sono dei sintomi, e di esso, Cabrisas, si può parlare parecchio, forse li spingerà a investire di più. Vi sono alcuni elementi d'interesse. Loro sono nel nostro paese e adesso sono giunti più numerosi, tu hai menzionato alcuni e altri sono stati menzionati da Maciques parlando con noi. E' la maggiore di tutte le fiere tenutasi a Cuba, non c'è più spazio. Tutti gli indici sono molto positivi, la presenza di molti paesi, l'ampia presenza dell'Europa; quella del Giappone per la prima volta. Cosí cresce la presenza malgrado la minaccia della crisi. Questo dimostra il tradizionale interesse e l'impazienza degli investitori per investire.

Forse uno dei problemi attuali del mondo è l'eccesso di premura per investire e, soprattutto per investire lì dove sembrava che i profitti sarebbero stati più veloci, nelle borse degli Stati Uniti.

Europa non ha in questo momento molta concorrenza nei vostri confronti (Guarda l'ambasciatore del Canada). Be', anche i canadesi dispongono d'importanti risorse, sono vicini industrializzati degli Stati Uniti, in una buona situazione economica. Inoltre gli investitori vanno in Europa per acquistare quote e abbuoni, soprattutto quando vi sono fughe in massa di capitali dal Terzo Mondo; ma negli Stati Uniti, specialmente, tutti acquistavano delle quote perché i loro prezzi aumentavano come la schiuma. Qualcosa di simile al 1929.

Infatti, molti sono investimenti speculativi. Il mondo è diventato un grosso casinò. Noi rispettiamo molto di più quelli che investiranno sul terreno, in un servizio, un'industria, un settore economico determinato. Gli investimenti speculativi possono essere la roulette russa dell'economia mondiale. Decine di milioni di persone scommettono negli Stati Uniti, quasi tutti sono diventati scommettitori. Il denaro cercando disperatamente il denaro, senza alcun rapporto con lo sviluppo commerciale o economico.

In linea di massima, quelli che vi vengono ad esporre i loro prodotti industriali sono di solito scommettitori. Può darsi che alcuno scommetta di volta in volta, che acquisti qualche quota presso le borse di altri paesi ma in effetti, a Cuba vengono a commerciare od a investire.

La speculazione non ha niente a che vedere con l'economia reale. Posso dire che tutti i presenti hanno a che vedere con l'economia reale, con la produzione di beni materiali e di servizi, con lo scambio commerciale, e in realtà sentiamo rispetto per questi investitori.

Allora, cosa è successo in questi giorni, dopo, anche, quello di Oporto?. Diverse cose positive. Innanzitutto, si dice, ad esempio, che i giapponesi hanno adottato delle misure per risanare la loro banca, il ché beneficia l'economia dei paesi del sudeste asiatico, ovviamente. Hanno deciso d'investire 500 miliardi di dollari, sebbene si sa che i crediti inesigibili sono di circa un milione di milioni. E' un sintomo positivo per l'economia mondiale quanto fatto dai giapponei; non vuol dire che abbiano risolto i loro problemi, devono ancora vincere numerosi problemi.

Secondo, altra notizia che ha avuto un effetto positivo nel campo economico internazionale: i dati relativi alla crescita, negli Stati Uniti, durante il terzo trimestre. Il primo di questo anno è stato di circa 5%; il secondo calò a meno del 3%; nel terzo si calcolava più di due, se non sbaglio, 2,6%, 2,7%, e adesso appare la notizia, 48 ore fa, di un 3,3% nel terzo trimestre. Questo ha restituito fiato ad alcune borse molto bisognose di fiato, perché il remedio antipanico è la speranza, la fiducia; è quello che prescrivono i medici dell'economia dall'ottica del sistema capitalistico.

Terza notizia,: il rigido programma, veramente, di austerità, di risparmio, non solo di diminuzione del deficit del budget, ma anche la meta di un superavit nel budget del Brasile. Le misure adottate dal governo del Brasile hanno dato un po' d'aria, un po' di ottimismo nelle borse degli Stati Uniti.

Infine, quello che ha dato un po' più di forza alla speranza e alla serenità nelle agitate borse, è l'accordo del G-7. Finalmente il senato aveva approvato con una serie di requisiti molto discutibili i 18 miliardi che dovevano apportare gli Stati Uniti al Fondo Monetario. L'insieme dei paesi del G-7 si sono impegnati a fare un'iniezione all'economia mondiale di 90 miliardi di dollari per evitare catastrofi, cercare di prevederle o per andare di corsa e spegnere il fuoco; ma adesso pensano più alla filosofia di evitare la nascita del fuoco per non avere bisogno di spegnerlo, il ché è sempre più costoso.

Queste quattro notizie sono elementi degli ultimi giorni che hanno sollevato un po' le speranze e l'entusiasmo nelle borse valori.

Penso che una delle cose più importani è il fatto che abbiano preso coscienza negli Stati Uniti, da parte dell'amministrazione, in primo luogo e della tesoreria e del sistema di Riserva Federale degli Stati Uniti. Quest'ultima istituzione fino a poche settimane fa programmava di aumentare i tassi d'interesse; aveva deciso ridurli del 0,25%, alcuni giorni dopo un altro 0,25% -arriva già al 0,5%- e questo è stato un altro segno positivo che si poteva aggiungere ai precedenti, che ha fatto nascere un certo ottimismo a livello internazionale. La maggioranza dei componenti della Riserva Federale degli Stati Uniti, fino alla crisi russa e alle sue veloci ed impreviste conseguenze, erano dell'opinione di aumentare il tasso d'interesse per timore dei rischi d'inflazione.

Nel discorso del 14 settembre, che ho menzionato prima, Clinton espone chiaramente che il pericolo grave per l'economia mondiale è quello della recessione e non dell'inflazione. Anche questo è stato un punto positivo nella pericolosa situazione creatasi. Cioè, si è verificato un certo cambiamento di concetto. Io lo ritengo positivo, come sintomo di presa di coscienza sulle non idilliche realtà del mondo attuale.

In quanto al Fondo Monetario Internazionale basta leggere tutti gli articoli pubblicati nelle riviste economiche del mondo; oggi dicono cose tremende del Fondo Monetario, si trova infatti, in un momento di vera crisi di relazioni pubbliche. Invece, la Banca Mondiale ha aumentato le sue azioni in questo campo, con il discorso del suo Direttore in questa riunione del giorno 6 ottobre a Washington.

In questa stessa riunione riprese la parola Clinton ribadendo quello che aveva detto il 14 settembre. E' evidente un giro di quasi 180 gradi prodottosi in poche settimane.

Il pericolo, signori, è la recessione e non l'inflazione, accetta decisamente Clinton. In sostanza, un criterio, una tesi che si fa strada.

Una seconda idea si evidenziò fortemente in questa riunione: il Fondo Monetario Internazionale deve rendere più flessibile la sua politica, deve cambiare, deve ristrutturarsi.

Diventa universale l'opinione che il Fondo Monetario Internazionale si è trasformato nel maggior agente della suvversione e della destabilizzazione nel mondo; ovunque arrivò, sprofondò l'economia; arrivò tardi, in primo luogo, sprofondò l'economia e sprofondò i governi. Ha dovuto farsi un po'di autocritica e riconoscere che, ovviamente, era necessaria una certa flessibilità.

Arriveranno tanto lontano da tentare di ristrutturare questo mondo?. Io, in realtà non la penso così. Ero convinto che disponevano di sufficienti risorse per manovrare. Ridurre il tasso di interesse ed iniettare denaro nell'economia mondiale era il meno che potevano fare, davanti ad una catastrofe che era evidente.

Cosa succederà dopo?. Bisogna osservare molto. Fino a che punto arriveranno i cambiamenti?. Si parla di una nuova architettura finanziaria. Quale sarà questa nuova architettura?. Non si può aiutare un Paese che ha problemi, in modo da mettere in crisi il Paese o creandovi instabilità, liquidando l'economia e buttando sulla strada a soffrire la fame decine di milioni di persone.

Nella riunione di Washington, importanti dirigenti dell'economia mondiale sembravano dei marxisti o qualcosa del genere nel parlare al mondo, ed erano loro che enunciavano i dati: in Indonesia quanti milioni sulla strada e soffrendo la fame; l'idillica classe media che con tanto sforzo dicono di avere creato, distrutta in pochi minuti: a soffrire la fame, a vendere residenze; non più vendita di macchine né di molte altre cose che producevano quei paesi. Un disastro, certamente, un vero disastro!, e con gravi conseguenze internazionali.

Loro accettarono con cifre e dettagli quello che accadeva e dicevano che tale situazione non poteva continuare. Hanno capito, furono saggi; comunque hanno fatto ragionamenti saggi. Fino a che punto li potranno portare avanti ed applicare misure per alleggerire la povertà cronica e crescente. Dico, francamente, che vi sono cose da alleggerire. Possono frenare, prolungare l'arrivo di una crisi molto seria; ma finché non si preparino e si applichino altri concetti che possano certamente garantire il benessere generale e la sopravvivenza della specie umana, siamo convinti che gli stessi problemi rinasceranno e sempre più gravi.

Se si entusiasmano quelli della borsa di New York con tutto questo, allora Dow Jones -che oggi si trovava a più di 8 000- arriverà un'altra volta a 9 000, 10 000 e supererà i 10 000 e i 12 000, e la pazzia che provocava la debacle rinascerà in un grado maggiore; la già famosa speculazione con le monete, pari a mille miliardi al giorno -che alcuni dicono è pari a 1,3 milioni di miliardi o a 1,8 milioni di miliardi -fenomeno tassativamente nuovo nel mondo, ai quali si aggiungono cifre favolose di operazioni speculative con azioni e altri tipi di valori, si sarebbe incrementata.

Loro parlano di regolamenti. Per adesso parlano di un'etica che regolarizzi i movimenti di capitali; parlano addiritura di alcuni modesti controlli e cose del genere, qualcosa perché non facciano ogni tipo di spropositi che portano avanti quelli hanno accumulato molti fondi ed esperienza e si dedicano unicamente alla speculazione. Hanno osato pronunciare alcune parole contro gli speculatori a livello mondiale. Bene è già qualcosa; prima non se ne poteva parlare, perchè chi diceva qualcosa era condannato immediatamente all' inferno, solo per aver suggerito un certo controllo su questo tipo di operazioni.

Vi sono alcuni che parlano di incassare un pò di fondi, con una piccola tassa sulle operazioni speculative. Un Premio Nobel, laureato 15 o 20 anni fa - credo che fu Tobin- avanzò l' idea di far pagare una piccola tassa per queste attività così dannose e sconvolgenti. In quel momento, nel 1985 quando avanzò l' idea, le operazioni speculative con le valute raggiungevano i 150.000 milioni di dollari all' anno. Solo 13 anni fa.

Adesso, in questo momento, diciamo - non posso parlare del mese di settembre - a metà dell' anno 1998 erano aumentate, perlomeno, a un milione di milioni, non all' anno, ma al giorno.

Un analista ha calcolato che la tassa dell' 1% suggerita da Tobin, produrrebbe ogni anno circa 800.000 milioni di dollari, e propose che se ne poteva destinare una metà ai paesi che la incassavano e l' altra metà ai paesi poveri o emergenti, come a volte li chiamano cortesemente, per aiutare lo sviluppo. L' idea in realtà non è cattiva, ma resta da vedere se fossero capaci di accettarla i padroni dell' economia mondiale. In realtà, ci troviamo di fronte a fenomeni molto gravi e seri, molte incognite, molti interrogativi.

Del resto, noi non apparteniamo né al Fondo Monetario, né alla Banca Mondiale, né alla Banca Interamericana per lo Sviluppo, nessuno ci concede prestiti, nessuno ci dà nulla, neppure crediti a lungo termine, per molti anni come lo concessero ad Haiti, giustamente - lo lessi nei telex e me lo confermò Iglesias, Direttore della Banca Interamericana, ad Oporto-, gli concessero 91 milioni di dollari, 40 anni, 10 di sconto, 2% o 3% di interesse, diciamolo, un vero e proprio regalo. Ma, va bene, credo che questo debba essere il ruolo degli organismi finanziari internazionali e bisogna fare così ed è giustissimo che si faccia così se si vogliono risolvere realmente molti gravi problemi del mondo.

Per noi, possono venire tutti gli uragani del mondo, già l' ho detto che li diamo addirittura per scontati; l' embargo lo diamo per scontato; la siccità la diamo per scontata, il fenomeno del Niño già ben conosciuto e sofferto in molte parti. Noi non riceviamo nulla, né prepariamo i nostri piani calcolando che riceveremo qualcosa.

I nostri calcoli sono fatti fondamentalmente sulla base della serietà con cui lavoriamo, dell' efficienza con cui lavoriamo, dei vantaggi reali e della fiducia che possano avere coloro che investono nel nostro paese, associati in genere con le nostre imprese nazionali. Non possiamo desiderare che si produca un disastro nell' economia mondiale, non sarebbe assolutamente etico, neppure il più estremista dei rivoluzionari avrebbe il diritto di desiderare che i problemi di questo mondo globalizzato, dove vivono oggi 6 miliardi di persone, si risolvessero sulla base di disastri, sebbene sappiamo che nella storia umana molte volte, dietro i grandi disastri, sono giunti i grandi rimedi. Dovrebbero esistere altre alternative nella tappa attuale della storia. E' almeno un dovere morale considerarle.

Lo stesso Clinton, che alcune settimane fa non si preoccupava in genere, dell' economia internazionale, mai se ne preoccupò molto, concentrato com' era quasi esclusivamente sugli interessi e sull' economia del suo paese, che vede oggi seriamente minacciato per quanto sta avvenendo nel mondo; e inoltre, notevolmente frenato nei suoi piani interni ed esterni dall' estrema destra della maggioranza repubblicana nel Parlamento, si mise a pensare seriamente sulla questione, e allo stesso modo le sue equipe dell' Dipartimento del Tesoro e del Sistema della Riserva Federale, tutti insieme, quando videro che il problema era già vicinissimo e gravissimo. Questa è la verità. Il mondo capitalista si muove esclusivamente, di fronte alle crisi o in prossimità di grandi crisi, ancora molto lontano dalla razionalità e dalle realtà.

Con un' altra concezione molto diversa e un' altra percezione delle realtà, preferiamo che i problemi del mondo possano risolversi sulla base della riflessione, del ragionamento, della discussione, dei dibattiti e dei dialoghi. Appunto per questo, nel prossimo gennaio si terrà a Cuba un' importante riunione con molti autorevoli economisti provenienti dai più diversi paesi, in cui pensiamo di discutere per cinque giorni questi problemi con la partecipazione di esponenti di tutte le scuole di pensiero economico, convinti della necessità di approfondire il tema, sviluppare e divulgare idee.

Del resto, la minaccia di una crisi globalizzata ha già fatto cambiare i criteri e il ricordo del 1929 è risorto come un fantasma, tutto il mondo ha cominciato a ricordare quella triste data, e a scoprire che tutto ciò che accadeva allora nella borsa era quasi esattamente uguale a quanto accade oggi: i valori che salivano, salivano e continuavano a salire; mentre i prezzi dei prodotti di base continuavano a scendere, creando così le condizioni per una catastrofe.

Nonostante esisteva già il Sistema della Riserva Mondiale a cui in effetti mandarono il conto, lo accusarono essenzialmente di non aver preso in tempo le giuste misure.

Bene, preferiamo che i problemi si dibattano, si approfondiscano, si discutano e si risolvano, e che non ci siano le crisi, che portano disastri e conseguenze terribili per migliaia di milioni di persone, sacrifici inconcepibili per migliaia di milioni di persone, molte delle quali, quasi un miliardo, già soffrivano la fame nel pieno auge dell' economia mondiale. E' assolutamente necessario che l' uomo faccia uso della sua intelligenza e della sua ragione per trovare soluzioni a problemi così drammatici.

Ho menzionato alcuni indizi che sono di tipo positivo e che possono anche allontare immediatamente i rischi.

Si badi bene che, nonostante i pericoli di crisi già menzionati, i partecipanti, avevano deciso di portare qui i loro stands e di partecipare a questa fiera. Credo che adesso a maggior ragione meritino che gli diciamo:

Signori, vi sono alcune notizie che sono più che positive e vi sono alcune speranze, è il momento migliore rispetto ad alcuni mesi fa per investire e realizzare affari. Queste sono le realtà.

E' chiaro, non si può non esprimere un' altra cosa se non, che vi sono speranze, possibilità, cambi di idee e concezioni; percezioni determinate in coloro che hanno nelle loro mani la chiave delle risorse fondamentali dell' economia del mondo, coloro che possono frenare, dilatare o coloro che possono aggravare una grande crisi.

Devono ringraziarvi, Kalinin (indica l' Ambasciatore della Russia), e per questo credo che i russi hanno il diritto di chiedere e pretendere un aiuto -non ricattare, non è questo il concetto- ai grandi consiglieri. Dirgli: Guardate, abbiamo seguito i consigli, queste sono le conseguenze; non ci chiedano adesso di ribassare i preventivi e che invece di ritardare i pagamenti dei salari di 6 mesi, li ritardiamo di 12 mesi. Questo non lo sopporta nessuno, è impossibile. Non possono andare in Russia con la pretesa che hanno presentato in tutto il mondo.

Per me è chiarissimo, per quanto scarsa sia la mia esperienza in tattica e strategia politica, che voi siete in una posizione forte, come il Brasile, perché adesso non si tratta solo di aiutare a salvare altri, ma, più che mai, di aiutare per salvare se stessi, che è la cosa più importante. Non possono chiedere ai russi altri sacrifici che risultano assolutamente impossibili.

Noi stiamo seguendo molto da vicino quanto si dice in Russia e quanto si faccia ogni giorno, e vedo realmente coraggio nella nuova direzione governativa russa, vedo fermezza, riflessione e al tempo stesso flessibilità; non si propongono formule senza alternative: siamo disposti a realizzare questo, questo, questo e questo, perchè è possibile; adesso questo, questo, questo e questo, no, perchè è impossibile.

Ieri i telex annunciavano che nel mese di settembre la Russia aveva incassato di tasse 812 milioni di dollari per il preventivo, più che nel mese di ottobre. Ottocentododicimilioni di dollari per il paese con la più grande estensione del mondo, con 140 milioni di abitanti, un grande sviluppo industriale e scientifico, armi nucleari a migliaia, frontiere da tutte le parti, alcuni treni che devono percorrere migliaia di chilometri, come sistema principale di trasporto interno, tutto ciò, chiunque comprende che non è possibile sostenere la vita di un paese con 812 milioni di dollari mensili, o con 1000 milioni di dollari mensili di entrate in tasse.

Il Portogallo incassa per il suo preventivo più di 1000 milioni di dollari mensili, è possibile che sia il doppio o il triplo; considerino che possono chiedere ad un paese enorme come la Russia con meno di 1000 milioni di incasso, il mondo non può essere indifferente alla tragedia di questo grande Stato. E inoltre, non si risolvono i problemi del mondo se non si risolvono anche quelli della Russia, perchè possono accadere avvenimenti e catastrofi politiche che avrebbero un' enorme ripercussione sull' economia e la politica mondiale. Non faccio pagar niente, Kalinin, per questi consigli (risate). A me nessuno mi ha chiesto niente, non una parola, ma ti assicuro che sono più disinteressati e forse più obiettivi di quelli forniti dal Fondo e da molti altri esperti degli Stati Uniti e dell' Occidente. Adesso, è al Fondo a cui consigliamo: Guardate, lasciate un pò di denaro di questi 90.000 milioni e inviatelo in Russia. Che si discutano altre cose, se si vuole, ma nessun' altra riduzione dei preventivi e altre simili. Vi sono temi sui quali si può discutere, ma non il tipo di condizioni che risultano dannose, disastrose e desabilizzatrici.

Si sta conformando una linea del governo che ha adesso un ampio appoggio nella Duma, vi sono una serie di circonstanze che per il buon senso dovrebbero consigliare agli Stati Uniti, al Fondo Monetario e a tutto il mondo di inviare una parte di questi fondi in Russia; non la si può dimenticare, non ci si può permettere questo lusso.

Oggi ho letto una notizia secondo la quale avevano deciso un aiuto alimentare; bene, te la anticipo, Kalinin, se non hai letto i telex, diceva da 4 a 6 milioni di tonnellate di grano, un prestito con agevolazioni sul pagamento.

Voi sì che avete fortuna, a noi non ci vendono un chilo di nessun alimento, e meno che meno ci offrono un prestito, vengano o non vengano uragani o siccità. Ma è una buona notizia per voi: da 4 a 6 milioni di tonnellate di grano. L' unica nostra preoccupazione è che non sia tanto da far salire il prezzo del grano che noi dobbiamo importare, e che non dobbiamo impiegare i nostri pochi dollari per pagare un grano molto più caro sul mercato mondiale. Due cose ci spaventano: quella che ho appena detto, e la seconda se le inondazioni della Cina richiedano importazioni di cereali, riso ed altre cose tanto da potersi trasformare in un rompicapo per noi paesi del Terzo Mondo che importiamo oggi molti di questi cereali dato che non possiamo produrli.

E dicono che una parte di questo aiuto per voi da 4 a 6 milioni, sarà umanitario, cioè, gratuito, non hanno specificato quanto. Sono "molto buoni". Devono farlo, ma non basta, non basta affatto.

Lo dico qui con molta franchezza, come sono solito fare, che non possono dimenticare la Russia. Chiaro, non possono neppure dimenticare il Brasile. Non lo abbandoneranno, è chiaro che non lo abbandoneranno, questo è sicuro, perché costituisce l' ultima trincea dove impedire l' avanzata della crisi prima che influisca direttamente sulle borse valori degli Stati Uniti. L' America Latina assorbe una terza parte delle sue esportazioni e in essa si trova una parte importante dei prestiti delle sue banche e dei suoi investimenti. Non è il caso della Russia.

La loro priorità è il brasile, com' è logico. La situazione dell' economia brasiliana è molto meno critica di quella russa, pensano di risolverla con 30.000 milioni di dollari, cosa che è da vedersi. In Messico ce ne vollero 50.000; in Corea del Sud 100.000; il Brasile può aver bisogno dei 90.000 del G-7 e molto di più. Per negoziare il Brasile è in una posizione forte per la stessa ragione che spiegavo prima, perchè aiutare il Brasile è proteggere il resto dell' America Latina dalla crisi; aiutare il Brasile è per gli Stati Uniti aiutare se stessi, e aiutare tutto l' Occidente. Pertanto la posizione del Brasile è molto forte; quando la posizione è forte bisogna essere responsabili.

Non insinuo che debba servirsi di una posizione strategica privilegiata evitando di essere responsabile, lasciando di compiere il massimo sforzo con la massima serietà ed efficienza. Ma essere forte in una situazione come questa, consente di negoziare su condizioni che siano accettabili, che non destabilizzino il paese.

Il Brasile ha appena rieletto il presidente con più del 50% dei voti, ha una buona situazione interna, ma possono nascere serie difficoltà politiche, grande resistenza in Parlamento, nei governi federali, nei settori sociali e in qualunque parte. I problemi che deve affrontare non sono facili. Ma, ripeto, Russia e Brasile sono in una posizione forte per negoziare.

Quindi, a nostro giudizio, e concludo, già sarete stanchi di stare in piedi (risate)... Le notizie sono per voi, non per me, non vi sto chiedendo nulla, sto semplicemente cercando di pronosticare, rivelando alcuni segreti facili da scoprire, parlando in libertà, una grande libertà. Credo che, dato che siamo il paese bloccato dall' embargo, dato che siamo il paese che non riceve niente da nessuno di questi organismi tutti controllati dagli Stati Uniti, siamo il paese che ha la maggiore libertà nel mondo per parlare con chiarezza su quanto sta avvenendo. E dato che in questo mondo si sa tutto, perfino i pettegolezzi fatti durante una colazione di lavoro tra i grandi signori della finanza, si diffonde nel mondo che pensa uno, che pensa l' altro; non occorrono spie nè altro, sono molti i collaboratori e gli esperti che partecipano, tutti hanno amici dappertutto e raccontano di cosa si è parlato in quella colazione, quel pranzo e in altri luoghi, a giornalisti, esperti, economisti e colleghi, e cosa pensa Greenspan, cosa ha detto Rubin, che opina Summer, sottosegretario del Dipartimento del Tesoro, e qual' è il criterio di Fisher, che è il secondo del Fondo Monetario Internazionale se non mi sbaglio, e che preoccupazioni tiene, si sa tutto.

Noi abbiamo la libertà di raccontare, spiegare, ragionare ed è una libertà che vi giuro vorremmo conservare per tutta la vita. Molti paesi dipendono da tale credito, dall' altro e da un altro ancora e non possono prendersi la libertà di parlare così chiaramente dei problemi.

Cerco di aiutare Cabrisas che vuole che voi investiate e gli sto dicendo: Investiranno comunque, se facciamo quello che dobbiamo fare, perchè sono desiderosi di investire e forse adesso c' è un' opportunità di alleviare la crisi dell' economia mondiale, forse almeno nella regione dell' America Latina e dei Caraibi. E' una speranza non solo per coloro che vogliono investire qui, ma per quelli che hanno investimenti in altre parti dell' America Latina, è chiaro ? Chi la tenga in Brasile, in Argentina o in qualunque altro luogo deve essere contento che vi sia una possibilità che lì non si produca un disastro o un fallimento, come nel sudest asiatico. E so che molti di voi devono avere affari in molti dei nostri paesi. Il panorama che si intravede in questo momento è buono per gli investitori di qualunque paese, ed è buono anche per i tuoi investitori, Fraga, e per le centinaia di migliaia di tuoi connazionali che vanno in giro per tutta l' America Latina, non gli viene male questa speranza.

Ciò che noi, in realtà, dobbiamo fare è vedere di cambiare la formula, come rendere un pò più comodo l' evento; bisogna inventare. E, secondo, bisogna ampliare.

Ricordo perfettamente, alcuni anni fa - già si festeggiano 10 anni di vita -, ci furono delle incomprensioni e critiche per la spesa, che in realtà non era elevata, quando stavamo costruendo questo centro, con l' appoggio entusiasta di costruttori volontari, come centro permanente di esposizione per l' industria nazionale. Continua a svolgere questo ruolo, ma si cominciò subito ad utilizzarlo anche per esposizioni internazionali. Le prime furono realizzate nel Palazzo dei Congressi e nel circondario, un bulldozer, una gru, venivano esposti intorno al Palazzo dei Congressi. Di là ci spostammo qui e adesso qui non ci basta lo spazio. Che significa ciò ? Che dobbiamo ampliare questo centro di esposizioni, visitatissimo tutto l' anno anche da centinaia di migliaia di cittadini, e il cui investimento fu recuperato in breve tempo. Cercare altre aree espositive di fronte alla crescente domanda internazionale; fortunatamente, c' è terreno, per ampliare questo centro; ma ogni anno cresce il numero di paesi e imprese desiderosi di esporre i propri prodotti, e ho la certezza che continuerà a crescere, dipende da noi.

Noi siamo il nostro Fondo Monetario Internazionale, la nostra Banca Mondiale, la nostra Banca Interamericana per lo Sviluppo; siamo noi stessi, così che con il lavoro e con grandi difficoltà abbiamo imparato ad essere austeri il più possibile; a lottare contro tutto ciò che si allontani dall' austerità, una battaglia instancabile contro tutto ciò che sia imperfezione, spreco o cattivo uso delle risorse, e, quindi, controllo ogni volta più severo di queste risorse e riduzione di quanto acquistiamo o importiamo.

Voi discuterete ogni anno con dirigenti più preparati e di maggiore esperienza, che vi contesteranno sempre di più per ogni centavo di quanto acquistato, sia una macchina o una merce. Capirete che abbiamo il dovere di farlo perché l' economia continui a svilupparsi e possano crescere gli investimenti economici e sociali, nazionali, misti o esclusivamente di capitale straniero. Dai nostri sforzi e dai nostri sacrifici, otteniamo la parte di risorse da apportare a questo sviluppo, che ne è la fondamentale.

Adesso, ci conviene anche, ci interessa, non solo per una questione etica -già l' ho spiegato- non vogliamo catasfrofi, anzi, in un modo o nell' altro, perché siamo abituati a lottare contro grandi difficoltà, credo che siamo meglio preparati di qualunque altro paese ad affrontare gli ostacoli. Per questo abbiamo ottenuto i frutti modesti dei nostri sforzi, i nostri incrementi, per quanto modesti, e continueremo ad ottenerli, e credo che in un determinato momento si potranno apprezzare cambiamenti qualitativi, cambiamenti molto visibili nell' efficienza dei nostri dirigenti, progressi nella nostra esperienza, sicurezza totale e completa per gli investitori che hanno avuto fiducia nel nostro paese.

Non abbiamo bisogno che il Fondo Monetario ci dica cosa fare con il reingresso degli utili, perché già avevamo deciso come farlo da quando concepimmo l' idea di accettare investimenti stranieri per il nostro sviluppo - e fu ancora prima della scomparsa dell' URSS-, come complemento al nostro sviluppo, che si appoggiava in parte sulle tecnologie, sui crediti sulle forniture dell' Unione Sovietica. Nonostante ciò, durante gli anni della Rivoluzione, allorquando fu conveniente e possibile, acquistammo tecnologie, macchinari ed equipe per le nostre imprese nazionali di provenienza occidentale. E finora siamo soddisfatti del risultato della partecipazione di capitali stranieri negli investimenti realizzati nel nostro paese, della cooperazione ed esperienza apportate dalle imprese straniere nella amministrazione di centri economici, e nella produzione e commercializzazione di beni e servizi. Non abbiamo bisogno di consigli in relazione al reingresso degli utili, in quanto sono automatici, assolutamente liberi.

Il problema del reingresso o no, che adesso si discute se prendere provvedimenti, se le entrate devono attendere o essere congelate per un periodo, è qualcosa di già risolto dal primo giorno. Il reingresso dei guadagni qui è stato, è e sarà libero, automatico e non abbiamo smesso di pensare come pensiamo, non abbiamo smesso di considerarci per questo socialisti; per noi socialismo è sviluppo del paese, sviluppo economico, sviluppo sociale, distribuzione equa e giusta delle ricchezze del paese.

Siamo contenti di avere dei così buoni compagni di lotta, come l' attuale direttore della Banca Mondiale, Wolfensohn, sebbene, di fatto, l' ultima parola la dicano coloro che in questa istituzione hanno potere assoluto di veto, gli Stati Uniti. Leggano il discorso del 6 ottobre e non si spaventino, se non si è fatta professione di fede marxista-leninista. Noi affermiamo di poter sottoscrivere molti dei concetti espressi in quella giornata.

Per riassumere, all' interno della nostra concezione rivoluzionaria e veramente socialista, rientra perfettamente l' idea dell' investimento straniero, e il massimo di possibilità, garanzie e sicurezza per coloro che investano nel nostro paese.

Quello che possiamo promettervi è onestà, ciò che possiamo promettervi è che nessun ministro, nessun alto dirigente del nostro paese si rivolgerà a voi o negozierà con voi chiedendo o accettando provvigioni o doni. Questo lo affermo categoricamente. E, per favore, qualora dovesse accadere, è vostro dovere comunicarlo direttamente a coloro che sono incaricati delle massime responsabilità. E' chiaro che non posso garantire in maniera assoluta su tutti i miei connazionali, ma vi dico che possiamo garantire su coloro ai quali spettano le decisioni fondamentali.

Abbiamo decentralizzato determinate attività, era imprescindibile, vi sono molte persone in svariate attività, incluso per la natura individuale o quasi individuale di molte di esse, che hanno contatto con questi biglietti verdi, il peggior veleno, il peggior vettore di vizi e malattie morali che il mondo abbia mai conosciuto; prima era l' oro, ma l' oro pesava molto e a stento si poteva caricare. Si supponeva che un biglietto di questi rappresentava una quantità di oro; adesso non rappresenta niente, è un pezzo di carta stampato in una tipografia. Ma ha potere d' acquisto per ragioni storiche e l' impellente necessità economica di un mezzo di scambio di cui ha abusato e abusa fino all' assurdo la potenza egemonica che lo stampa.

Sono molti coloro che amministrano, e non ignoriamo che c' è sempre un rischio quando sono in molti ad amministrare denaro. Tuttavia, posso assicurarvi che le decisioni fondamentali della politica economica, le decisioni fondamentali da prendere, sono adottate a livelli dove non troverete mai qualcuno corruttibile. Sappiamo che è universale il grido di protesta e di lamento su qualcosa che si chiama corruzione, più diffusa nel mondo della malaria, della tubercolosi, dell' AIDS ed altre malattie, di fronte alla quale nessun paese è immune. La Rivoluzione ha lottato duramente e continuerà a lottare per il concetto e il principio di onestà. Questo posso promettervelo.

Vi ho detto ciò che desideravo dirvi. Così potrete comprendere meglio le parole di Cabrisas. Che non lo obblighino a venire tutti gli anni a pronunciare lo stesso discorso e, inoltre, di cinque pagine. Tutti gli anni deve parlare di come va il turismo, come cresce, e come è aumentata la produzione del nichel; tutti sanno che la produzione è aumentata, ma è sceso il prezzo, e che tutti i prodotti di base sono scesi di prezzo, gli indici sono molto negativi: il rame, l' alluminio, lo stagno, perfino l' oro, signori, è sceso di prezzo.

Questo non piace affatto ai canadesi (guarda di nuovo verso l' Ambasciatore canadese) che hanno molti affari legati all' oro in diverse parti, sondaggi e contratti, perché l' oro già non si usa più neppure come riserva monetaria, oggi praticamente è un metallo che serve per realizzare gioielli e qualche altro utilizzo, ed ogni giorno sono meno i governi che conservano un pò d' oro nella riserva. Molti lo hanno venduto o ne hanno ridotto il volume nelle banche centrali, influendo notevolmente sui prezzi.

Così i prezzi dei prodotti scendono, ma se viene un nuovo impulso nella crescita economica, allora, Cabrisas, questo nichel la cui produzione è stata mantenuta, nonostante tutto, affidabile, al di sotto dei 3900 e dei 3800 dollari, questo stesso nichel, che in certe occasioni ha avuto un prezzo di 8000 e 9000 dollari, è ancora affidabile, almeno redditizio, non serve, per quanto al suo attuale prezzo molto basso, fermare la produzione. Se migliora l' economia mondiale, miglioreranno senza dubbio i prezzi del nichel e di altri generi di esportazione.

Prepariamoci per l' anno prossimo, inventate qualcosa, cercate altri posti. Abbiamo Fraga lì in piedi, sebbene sia fortissimo, non pensiate che si preoccupi molto degli anni, realizza programmi incredibili; sembra che chi gli organizza i programmi non gli voglia molto bene, o forse a volte gli vuol così bene che quasi lo ammazza.

Due sono le idee future: organizzare riunioni più comode per i partecipanti, in modo da poter approfondire i temi e variare il contenuto di accoglienza, senza escludere indici e dati imprescindibili ed iniziare già a progettare l' ampliamento di questo centro espositivo. C' è bisogno di più spazio, più parcheggi. Di questo passo, finiranno per parcheggiare le auto nella calle 100 arrivando con un servizio di biciclette da lì a qui, perché ho visto auto dappertutto lungo la strada, com' è logico, data la presenza di quasi 3000 partecipanti tra espositori e accreditati.

Questo è quanto posso dire.

Vi chiedo di perdonarmi. Vi ripeto che non voglio nulla per le buone notizie e per i consigli, e che, vi parlo da un angolo ottimista e molto concreto. Speriamo non avvenga nulla, dei tanti avvenimenti o errori politici ed economici possibili, che impedisca uno sviluppo favorevole e propizio per il prossimo futuro dell' economia mondiale.

Molte grazie. (Applausi prolungati)

 

 

Fidel Castro

 

 

 

DISCORSO PRONUNCIATO IN OCCASIONE DELL'INAUGURAZIONE DELLA XVI FIERA INTERNAZIONALE DELL'AVANA, FIHAV 98

 

1 novembre 1998