INTERVENTO DEL COMANDANTE FIDEL CASTRO RUZ, PRIMO SEGRETARIO DEL COMITATO CENTRALE DEL PARTITO COMUNISTA DI CUBA EPRESIDENTE DEI CONSIGLI DI STATO E DI MINISTRI PER AFFRONTARE ARGOMENTI DI ATTUALITÀ NAZIONALE, 1 NOVEMBRE 1999.

 

(Versioni Stenografiche - Consiglio di Stato) 

 

Héctor Rodríguez.- Buona sera. Come abbiamo informato, amici televidenti, adesso il Comandante Fidel Castro risponderà alle domande dei giornalisti dei mass media cubani su argomenti di attualità nazionale. Questo intervento si trasmette dalle reti Cubavisión, Radio Rebelde e da altri programmi internazionali di Radio Habana Cuba. Ecco il Comandante.

Fidel Castro.- Permettetemi alcune parole:

La Proclama dell'Assemblea Nazionale e le sue conseguenze giuridiche, le denunzie e i discorsi della delegazione di Cuba alle Nazioni Unite, le battaglie svolte per rispondere alle agressioni contro Cuba nell'ambito sportivo internazionale, la nostra vittoria a Winnipeg, malgrado le suddette agressioni, il coraggioso atteggiamento del nostro Paese nei confronti della guerra di genocidio contro la Iugoslavia, la crescita verificatasi nella nostra economia nel 1999 in contrasto con una grave recessione in quasi tutti i Paesi della nostra regione, il crescente movimento contro il blocco negli Stati Uniti e le iniziative portate avanti da noti uomini del Senato di questo paese, l'incredibile prodezza del nostro popolo attuando una ripresa economica e sociale con le proprie risorse in appena 72 ore dalle più drammatiche conseguenze dell'uragano che ci ha colpito appena due settimane fa, la visita del Governatore d'Illinois, la vicinanza dell IX Vertice Iberoamericano e la sconfitta delle tentative per sabotarlo hanno scatenado isteria e reazioni disperate in certi settori estremisti degli Stati Uniti e nella mafia controrivoluzionaria e terrorista di Miami.

Ho citato solo alcuni degli elementi; si potrebbe aggiungere altri come ad esempio la presenza di Cuba nel vertice di Rio di Janeiro, a cui hanno partecipato tutti i Paesi latinoamericani e caraibici con i 15 Paesi dell'Unione Europea; i contatti con gli studenti dell'università più importante del Venezuela, dopo l'arrivo al potere del presidente Chávez; o l'incontro con gli studenti dell'Università Statale di Rio di Janeiro e con il Congresso dell'Unione Nazionale di Studenti Brasiliani, cui parteciparono migliaia di delegati. Questo nell'ambito internazionale.

L'ottimo Congresso degli scrittori e artisti cubani che si è tenuto quest'anno; l'ottimo Congresso dei giornalisti cubani, veri giornalisti e veri rivoluzionari con i quali abbiamo appena tenuto un consiglio ampliato, tanto ampio che hanno partecipato tutti i delegati al congresso, per fare un'analisi del lavoro svolto.

Incontri come quello sull'economia, cui parteciparono centinaia di prestigiosi economisti, tenutosi qui all'Avana, e tante altre cose che si potrebbero citare come fatti che indubbiamente hanno portato alla disperazione, ad una vera isteria i nemici del nostro Paese negli Stati Uniti, sono cose molto evidenti che possono dimostrarsi con assoluta chiarezza. Per tale motivo, vorrei avere uno scambio di idee sui suddetti argomenti; ripeto, uno scambio d'impressioni con voi. Perciò ho chiesto alla TV di prestarci una rete per questa riunione.

Ho cose da dire e cercerò di dirle senza pregiudizio delle risposte alle vostre domande e commenti. Preferisco farlo in questo modo e non come discorso.

Se mi permettete, per cominciare, voglio darvi un'idea della feroce campagna scatenata contro Cuba in questo momento. Mi servirò spesso di notizie provenienti dagli Stati Uniti, oltre alle informazioni precise raccolte da fonti assolutamente sicure e da fatti inconfutabili.

Comincerò da due o tre notizie del 29 ottobre 1999. Il giorno in cui alle ore 10:00 circa, prima dell'inizio della riunione del Consiglio Ampliato dell'UPEC (Unione di Giornalisti cubani.- NdT.), come al solito, cominciai a leggere alcune notizie.

La prima, e qui affronterò solo le cose più essenziali:

"Miami (Stati Uniti), ottobre 29 (EFE).- Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti invierà nei prossimi giorni una notifica alla catena alberghiera spagnola Sol Meliá, indicando un termine di 45 giorni per abbandonare Cuba o per indennizzare i domandanti, per evitare le sanzioni amministrative previste nella legge Helms-Burton.

"Il Dipartimento di Stato è sul punto d'inviare la seconda lettera a Sol Meliá. Ormai hanno inviato la prima che diceva: 'Abbiamo evidenze ragionevoli che state trafficando proprietà confiscata degli americani'. La seconda dirà: 'abbiamo determinato che state trafficando', disse a EFE l'avvocato Nicholas Gutiérrez.

"Gutiérrez, rappresentante legale della famiglia Sánchez Hill, spiegò che emessa la notifica, Sol Meliá disporrà di 45 giorni per abbandonare il Paese o per arrivare ad un'intesa con la famiglia, quest'ultimo lo possono fare adesso, non devono aspettare la seconda lettera'.

"Questo si verifica dopo un lungo periodo di scambio di documenti, durante il quale Sol Meliá ha fornito ogni tipo di documenti, che sono stati ignorati dal Dipartimento di Stato, quali prove che dimostrano che non si trafficava con proprietà privata, consapevolmente", ha aggiunto l'avvocato in un'intervista telefonica conceduta a EFE .

"Secondo Gutiérrez, il Comitato degli Affari Esteri del Senato del Congresso americano pressiona il Dipartimento di Stato perché sbrighi le pratiche". Il presidente del suddetto Comitato è il signor Helms.

Ebbene, guardate quale attacco si sferra contro la più importante tra le aziende di turismo che hanno rapporti con noi.

Altra notizia:

"La testimonianza di un imprenditore spagnolo su un carico di cocaina sequestrata nel 1998 a Colombia deve servire per includere Cuba nella lista di paesi-ponti nel traffico di droghe, affermò oggi, venerdì, un congressista statunitense.

"Dan Burton" - l'altro supporto della famosa legge-, "presidente del Comitato di Riforma Governativa della Camera di Rappresentanti degli Stati Uniti, ha detto che investigatori di questo ente hanno incontrato l'imprenditore spagnolo José Herrera lo scorso 16 ottobre.

"Herrera ha detto ai funzionari del Congresso che, a suo avviso, il Governo di Cuba conosceva del carico di 7,5 tonnellate di cocaina sequestrato lo scorso mese di dicembre, che la polizia cubana ha detto che era destinato all'impresa Unión del Plástico, dove gli spagnoli Herrera e José Royo avevano il 49% delle azioni ed il governo cubano il 51%, secondo il Comitato Legislativo.

"Herrera ha detto che, a suo avviso, i settori dei Servizi Segreti del Governo cubano si sono serviti del nome dell'impresa per il trasferimento del carico visto che l'Unión del Plástico portava a Cuba carichi dalla Colombia".

"Secondo Burton, la testimonianza di Herrera deve favorire che il Dipartimento di Stato includa Cuba nella lista delle nazioni che servono di transito per la droga che entra negli Stati Uniti".

"Il governo di (il presidente statunitense Bill) Clinton ha ignorato la complicità del governo di Cuba nel suo tentativo di rendere normali i rapporti con il suddetto Paese', ha dichiarato il legislatore repubblicano".

E' questa la famosa storia dei due imprenditori spagnoli, nobilissimi, beatifici, che hanno proposto la costituzione di un'impresa mista per produrre alcuni articoli, a tale scopo loro avrebbero apportato la tecnologia, il mercato e un certo quantitativo di capitale.

Poco tempo fa, mi è sorta la curiosità, per altri motivi, infatti avevamo un incontro, e ho chiesto alcuni esemplari del famoso prodotto - che veramente sono confezioni abbastanza interesanti, mi dispiace di non averne alcune in questa sede-, e con il pretesto di produrre tali articoli, che avevano già un mercato, perché sono sicuro che qui si vendono subito tutti, questi signori, con un'impresa di 12 o 14 lavoratori, erano molto efficienti, molto impegnati nell'affare, e quando arrivava un contenitore andavano a prenderlo, e quando ne imbarcavano uno l'accompagnavano fino al molo. La chiarissima idea era, ovviamente, utilizzare un prodotto che richiedesse una materia prima specifica, pellets plastici -hanno un nome, non lo ricordo adesso con precisione- che si producono in Colombia; arrivavano i contenitori con la materia prima e, in quell'impianto, con la loro tecnologia e i 12 lavoratori, producevano le figure, e negli stessi contenitori imbarcavano il prodotto verso la Spagna, con la particolarità che tali contenitori avevano una doppia parete; sembravano contenitori normali, ma avevano due pareti. Non avevano nemmeno un solo complice, e non ne avevano bisogno, perché loro hanno eseguito il montaggio dell'impresa, loro acquistavano la materia prima, si produceva qui e i prodotti erano imbarcati verso la Spagna. Per fortuna, si è scoperto in breve tempo, ma, in realtà, le loro intenzioni erano ambiziose. Bisogna ancora precisare, e penso che lo faremo un giorno, quanta droga sono riusciti ad imbarcare. Penso che, forse, con i primi contenitori -e non sono stati molti- hanno fatto le prove.

Nel discorso del 5 gennaio dell'anno in corso, ho denunciato questo problema; abbiamo persino protestato sul fatto che le autorità colombiane, malgrado l'accordo che avevamo e la collaborazione che avevamo e che abbiamo ancora, non ci hanno mai detto una sola parola a riguardo. Hanno trovato là dei contenitori che immediatamente hanno collegato con tali soggetti, e subito dopo si è resa pubblica la notiza che diceva: " X tonnellate di cocaina destinate a Cuba".

Quello, veramente, ci ha fatto arrabbiare e abbiamo esposto il problema pubblicamente. Questo è stato uno dei motivi, -visto che abbiamo fatto un'apertura, e ci sono zone franche, e vengono materie prime in contenitori ed eravamo tanto arrabbiati, perché ormai non si trattava di quei casi che si sono verificati, meno numerosi, di un soggetto che porta una tracolla con un chilogrammo, o un altro che lo porta nelle valigie, nelle stampelle dei vestiti; no, non era il caso, si trattava di un tentativo di traffico di droga in grande scala, attraverso per il nostro Paese-, che ha fatto nascere la proposta di stabilire la pena capitale per coloro che cercassero di trafficare droga in grande scala attraverso il nostro Paese. I soggetti sono andati a finire in Europa, dichiarando che tutto era falso, che era un'invenzione cubana per confiscare le loro proprietà.

Successivamente, abbiamo scoperto molte altre cose che non menzionerò, ne ho parlato nel discorso del 26 luglio a Cienfuegos; ne abbiamo parlato con molte persone, anche spagnole, che ci chiedono perché sono in assoluta libertà tali "gentlemen"; che ci chiedono perché non ci hanno avvertito in tempo, con appena il tempo sufficente per catturarli in fraganti. Infatti, non hanno provenuto correttamente in questo caso, forse nell'interesse di rendere la notizia spettacolare e niente di più.

Tuttavia, in Colombia hanno catturato un vigile e i tizi (gli spagnoli ndt.) sono in Europa.

Noi continueremo a reclamare e a denunciare questo problema perché abbiamo molte evidenze e prove per processare questi individui, perché abbiamo sequestrato dei contenitori dove tutto il sistema è metallico, di quelli che hanno lasciato qui, ne avevano tre; come li hanno prodotti, tutte le saldature, un'indagine dettagliata. E perfino i cani addestrati per casi del genere hanno individuato l'odore delle droghe in questi contenitori.

Con gli elementi di giudizio di cui dispongono i colombiani -alcuni dei quali stiamo ricevendo adesso, mi sembra-, abbiamo le prove necessarie per processare questi signori. Noi reclamiamo che vengano processati qui, dove hanno commesso il delitto più grave. Sì, che siano portati qui, e che portino con loro -come abbiamo detto- tutti gli avvocati che vogliano difenderli. Siccome tali fatti sono stati commessi prima della promulgazione della legge che punisce il traffico di droge più rigorosamente, e la pena capitale per il traffico in grande scala allora non era ancora in vigore, questi soggetti non rischiano di subire la pena capitale.

Reclamiamo che vengano inviati al nostro paese; noi siamo gli indignati con questo affare. E' incredibile che stiano cercando dei tizi, che avrebbero dovuto essere in carcere, per interrogarli e, in virtù dell'interrogatorio, apportare un elemento che permetta a coloro che nel Congresso degli Stati Uniti coloro che cercano di distruggere ogni possibilità di accordo per lottare veramente contro il traffico di droghe con il massimo di efficenza, di raggiungere il loro scopo di portare questi due soggetti quasi come testimoni; due banditi, ovvero uno dei due banditi, questi due signori: Herrera e José Royo. Che gli portino qui per attuare un processo pubblico che sia diffuso per la TV; e che vengano tutti gli avvocati che vogliano, da ovunque sia, a difendere i soggetti. Ma è impensabile che siano ancora in libertà e che siano considerati persino testimoni.

Abbiamo insistito e adesso dovremo procedere alla presentazione della causa per via legale. Finora abbiamo aspettato, no?. Presenteremo un'accusa e a reclameremo all'Interpol perché siano trasferiti al nostro Paese per processarli. Non so chi difenderà loro, chi potrà difenderli e con quali argomenti.

Tutto questo è successo in una sola giornata, mi riferisco a quello della catena Meliá...

Abbiamo un'altra notizia:

"L'ambasciatore cubano presso le Nazioni Unite, Bruno Rodríguez Parrilla, ha protestato in questa sede contro il governo degli Stati Uniti per l'atteggiamento ingiustificabile e arbitrario'di Washington di continuare l'imposizione di restrizioni di movimento ai diplomatici del suddetto Paese", ecc.

Altra notizia dello stesso giorno. Anche essa di EFE, da Washington:

Leader repubblicani del Congresso degli Stati Uniti hanno chiesto al governo di Bill Clinton la riapertura di un'indagine sull'ipotetica partecipazione di tre militari cubani negli atti di tortura contro detenuti di guerra nel Vietnam.

"La congressista repubblicana Ileana Ros-Lehtinen, di origine cubana, ha chiesto formalmente al presidente Clinton e al Pentagono la continuazione dell'indagine su questo caso, inizialmente esaminato dal governo negli anni '70.

"Gli uomini torturati dagli agenti militari meritano che il loro governo faccia il meglio per individurare tali criminali', disse Ros-Lehtinen" - non so pronunciare bene il nome, veramente se lo pronuncio così non è intenzionale, è così che lo leggo-, eletta dalla Florida e oppositrice al governo di Fidel Castro".

"Il presidente del Comitato degli Affari Internazionale della Camera di Rappresentanti degli Stati Uniti, il repubblicano Benjamin Gilman rimandò per giovedì prossimo un'udienza prevista per oggi dove si sarebbero analizzate tali denuzie.

"Documenti della Forza Aerea degli Stati Uniti si riferiscono ad un 'Programma a Cuba', mediante il quale, secondo i rapporti, militari cubani partecipavano alle torture vietnamite contro prigionieri di guerra degli Stati Uniti, ipoteticamente fra il 1967 e il 1968.

"Abbiamo il dovere di studiare i fatti e fare il meglio per trovare i colpevoli', ha detto il congressista Gilman.

"I congressisti repubblicani pretendono che il governo, mediante il Pentagono, la CIA e il FBI, aiuti ad individuare gli ipotetici torturatori cubani.

"Tali cubani sono stati reclutati da Hanoi per attuare tutte le misure necessarie per distruggere fisicamente e psicologicamente un gruppo di 19 militari statunitensi', ha aggiunto Ros-Lehtine, indicando che deve trovarsi il modo di punirli.

"Gilman ha dihiarato che tali 'delitti commessi' dagli ipotetici torturatori cubani non cadono in prescrizione, quindi 'non ci dev'essere nemmeno un limite nell'impegno di scoprire la verità in questo caso'.

Si tratta del famoso caso dove accusano Vecino, il nostro ministro dell'Istruzione Superiore, di essere il capo dei torturatori, vi è persino uno di quei piloti che assicura che il capo era Vecino e che lui è stato uno dei torturatori dei piloti, ma, il problema è che Vecino non è mai stato nel Vietnam.

Ma, è una grossolana e cinica bugia affermare una cosa del genere, in questo momento, quando tutti conoscono la storia dei nostri combattenti.

Sì, nel Vietnam ci sono stati pochi compagni che sono andati per conoscere la esperienza della guerra, e qualcuno èanche morto sotto i bombardamenti. Eravamo molto interessati nelle sperienze del Vietnam, e siamo ancora interessati, capite?.

Affermare ciò che affermano i congressisti significa ignorare una cosa che tutti coloro che hanno conosciuto i combattenti cubani devono sapere. Ad esempio, soldati sudafricani che sono stati prigionieri dei cubani, erano contenti di essere prigionieri dei cubani, perché i cubani in tutti i luoghi dove sono stati -e sono stati in molti-, hanno predicato con l'esempio con cui hanno fatto la guerra e sono stati promotori dell'unica politica saggia e intelligente che si può seguire in qualunque guerra, cioè rispettare l'integrità dei prigionieri.

Così abbiamo vinto la nostra guerra, abbiamo fatto migliaia di prigionieri là, così come a Girón, e ovunque; e noi non gli abbiamo messo un dito sopra a nessuno dei 1 200 mercenari di Girón, noi che conserviamo non si sa da quanti anni le salme dei piloti statunitensi morti in combattimento durante l'invasione. E questo è stato il nostro maggiore orgoglio, il nostro trattamento nei confronti dei prigionieri.

Dimostrateci che un cubano ha torturato nel Vietnam un nordamericano e noi saremo disposti a processarlo, noi tutti!. Fatteci vedere soltanto uno, dimostrateci che un cubano ha fatto ciò nel Vietnam.

E' il massimo della sfacciataggine; e la stessa gente, la stessa mafia, la stessa alleanza estremista tra l'estrema destra e la mafia terrorista. E tutte queste cose in un solo giorno.

Pensavo di parlare su questo alla fine dell'incontro con i giornalisti, nell'incontro dell'UPEC pensavo che sarebbe stato possibile il primo giorno; ma quella giornata si è prolungata, e il giorno successivo si sono dilungati i dibattiti, allora ho detto: "E' meglio non affrontare questo argomento nell'incontro", perché là si è parlato a lungo sui temi del Congresso dell'UPEC, e ho preferito cercare un'occasione per farlo. E' una delle cause di questa comparizione in TV, e adesso faccio la prima pausa.

Nidia Díaz (Granma).- Comandante, Lei si è riferito ai trionfi di Cuba e alla sua consolidazione nell'ambito internazionale che hanno provocato disperazione e isteria, non solo fra la mafia annessionista di Miami, ma anche, fra alcuni personaggi del governo degli Stati Uniti. Alcuni giorni fa, lo stesso portavoce del Dipartimento di Stato, parlando in nome dell'Albright, ha dichiarato che loro stanno invitando le personalità politiche nordamericane a non incontrare Lei.

Vorremmo che ci parlasse sulla recente visita al nostro Paese del Governatore d'Illinois, signor Ryan, e la quasi imposizione dagli Stati Uniti di alcune attività aggiunte al programma previsto per la visita di questa personalità politica statunitense. Ci piacerebbe che ci parlasse delle attività che l'Ufficio d'Interesse ha quasi imposto al gobernatore Ryan, e che fanno parte anche dell'atmosfera d'isteria e di disperazione da Lei accennata.

Fidel Castro.- Sì, ne ho i documenti. Ho diversi documenti delle principali pazzie e ridicolezze.

Ad esempio, devo dire che la visita del Governatore d'Illinois ha i suoi precedenti nella Risoluzione n.547 della Camera di Rappresentanti d'Illinois. La suddetta Camera h approvato, e il Governatore ha sottoscritto, una risoluzione presentata da diversi rappresentanti: López, Acevedo, Erwin, Rutherford, Currie, Howard, Johnson, sette di quei legislatori.

Ecco il testo dei motivi, e al primo paragrafo dice:

"Considerando che: L'embargo degli Stati Uniti contro Cuba, imposto 35 anni fa, ha cagionato penurie fisiche sempre maggiori alla la popolazione di Cuba, compresi i bambini, privandola di farmaci e generi alimentari e sottoponendola, agli effetti della malnutrizione e ad altri seri problemi di salute.

"Considerando che: La recente visita a Cuba del Papa Giovanni Paolo II ha richiamato l'attenzione del mondo verso i bisogni della popolazione cubana e ha fatto un appello in favore della riconciliazione mutuamente vantaggiosa e dell'annullamento dell'embargo statunitense contro Cuba,

"Considerando che: Molti cubano-americani residenti negli Stati Uniti quali cittadini americani, hanno famiglie sottomesse a tali penurie che vorrebbero aiutare senza violare le leggi degli Stati Uniti.

"Considerando che: Lo stato d'Illinois, paladino dell'istruzione, il commercio, l'agricoltura e la tecnologia può beneficiare dello sviluppo economico e del commercio potenziale che potrebbe stabilirsi con Cuba,

"Considerando che: Il Congresso degli Stati Uniti esamina in questo momento la HR-1951 E LA s-1391 che favoriscono l'annullamento dell'embargo contro Cuba allo scopo di fare arrivare al suddetto Paese aiuto umanitario sotto forma di farmaci e generi alimentari, che così sia.

"Decido: In nome della Camera di Rappresentanti nella 90 Assemblea Generale dello Stato d'Illinois, d'instare per far sì che siano approvate e promulgate la HR-1951 e la S-1391 per l'eliminazione dell'embargo contro Cuba per motivi umanitari e che sia autorizzato il rifornimento di alimenti e medicine per il popolo cubano; instiamo, inoltre, a che tali aggiustamenti della nostra politica estera riflettano l'umanitarismo degli Stati Uniti, superando le ideologie politiche e rendendolo più vasto.

"Decido: Che siano inviate copie della presente Risoluzione al Presidente degli Stati Uniti, al Presidente della Camera di Rappresentanti degli Stati Uniti, al Presidente pro tempore del Senato degli Stati Uniti, e a tutti i membri della delegazione d'Illinois.

"Adottato dalla Camera di Rappresentanti, lì 21 maggio 1998.

"Firmato: Michael J. Madigan, presidente della Camera.

"Firmato: Anthony D. Rossi, segretario degli Atti della Camera".

Mi sembra che questo documento è stato approvato all'unanimità dai democratici e dai repubblicani, è stato presentato da sette dei membri, e con una risoluzione già approvata nel maggio 1998. E' logico che il governatore appena eletto -deve essere stato in quei giorni, credo che è stato eletto un anno fa -, decida di viaggiare con l'autorizzazione del parlamento, con il consenso di tutte le forze che lì l'appoggiavano, che adempia a tutti i requisiti e chieda il permesso. Inanzitutto ci ha fatto la consulta. Noi gli abbiamo inviato un invito e lui aveva già adempito a tutti i requisiti: ha chiesto il permesso.

Ma dal momento in cui si è parlato della visita del Governatore a Cuba si è scatenata una guerra contro lui da parte dell'estrema destra e della mafia terrorista cubano-americana e hanno cominciato le dichiarazioni di ogni tipo, con la loro solita insolenza. Il Governatore continua fermo nella sua idea, cioè, una delle sue caratteristiche è la fermezza. Ha deciso di venire, si è organizzato un programma, lui ha inviato un primo gruppo di collaboratori. Era, senza dubbio, la più alta autorità di quel Paese che ci visiterebbe in questi 40 anni.

Lungo questi anni abbiamo ricevuto senatori, e negli ultimi tempi in numero maggiore; sono venuti molti rappresentanti; sono venute diverse personalità, molte personalità accademiche, dirigenti di chiese delle più diverse denominazioni, di chiese evangeliche. La Presidentessa del Consiglio di Chiese Evangeliche ci ha visitato diverse volte, ha anche parlato nella Plaza de la Revolución; cardinali, vescovi e leader di altre religioni degli Stati Uniti ci hanno visitato; qui è venuto anche Farrakhan che è islamico.

Ricordo la visita di Jackson, che è anche un predicatore della Chiesa evangelica.

Ma il Governatore d'Illinois è una personalità, diciamo, a livello di stato e di un importante stato nordamericano che mi sembra possiede oltre 20 voti elettorali federali, e che, inoltre, è repubblicano. Si trattava, indubbiamente, di una visita importante, e noi, davanti ai gesti di buona fede, rispondiamo sempre con gesti altrettanto buoni, e ci siamo proposti di dargli un'attenzione con tutte le considerazioni che meritava.

Ha inviato un primo gruppo di collaboratori per precisare il programma, in mezzo alla guerra scatenatasi là dove si metteva in causa se lui mi avrebbe incontrato. E il Dipartimento di Stato dandogli istruzioni, direi piuttosto esigendogli. Be', in tali condizioni si prepara e ha luogo la visita, che credo sia cominciata il 23. Quando abbiamo avuto l'uragano?. E' stato alcuni giorni prima; sì tutti ne eravamo coinvolti, vi era un gruppo di compagni che l'accompagnava.

La visita ha avuto una grande ripercussione. Felipe, il nostro ministro degli Affari Esteri, mi spiegava l'impatto in Europa, in Inghilterra - lui era là, era andato in Irlanda per stabilire i rapporti-, dice che era notizia di prima pagina, così come tutte le attività del Governatore. Tutte le sue richeste, tutti i suoi interessi furono soddisfatti e lui aveva intera libertà per agire.

Lui, ovviamente, ha dovuto portare avanti una tremenda battaglia, e a volte era necesario fare dei cambiamenti sul programma, perché vi erano pressioni di là e di qua da parte dell'Ufficio d'Interessi. Forse più avanti si affronterà tale argomento, ma veramente la visita ebbe luogo in mezzo ad una battaglia, alcune cose si proponevano e dopo si cambiavano.

Vi erano alcune cose che mi sembrarono giuste, di elementare gentilezza nei confronti di un Governatore nordamericano e dei rappresentanti di uno stato il cui Parlamento adotta una Risoluzione come questa di riferimento.

Noi eravamo anche dell'idea di fare una piccola cerimonia di ricevimento giacché si trattava non di un capo di Stato ma di un capo di uno stato, capite?. Fare una cerimonia minima, elementare, con una banda suonando i due inni, l'inno degli Stati Uniti e l'inno di Cuba. Sono sicuro che molta gente non avrebbe capito quello immediatamente; sarebbe stato necessario anche spiegarlo dopo aver suonato l'inno, perché le persone ignoravano i precedenti, i particolari, il suo atteggiamento. Abbiamo visto quanto ha dovuto lottare per venire qui.

Questo Governatore non è solo governatore là, è anche presidente di una associazione che comprende otto o dieci degli stati più importanti del centro degli Stati Uniti. Lui è presidente di questa associazione. E' un uomo d'influenza nominato per questo posto perché rispettato.

I governatori partecipano ad una riunione di governatori che si tiene tutti gli anni. Tutto ciò, a mio avviso, aumentava l'importanza della personalità che poteva venire.

Questo non fa parte di alcun cerimoniale, ma avevamo l'idea di una minima cerimonia di ricevimento. Non è stato possibile perché ci soo state grandi pressioni, non è stato possibile fare una cosa che sarebbe stato più positivo per gli Stati Uniti che per noi, non disonorava per niente gli Stati Uniti che il suo inno fosse suonato qui, in questo aeroporto, malgrado tutte le cose accadute, le differenze ed i problemi.

Mi sembra un uomo che merita tale gesto, ma non è stato possibile. Avremo potuto fare ancora di più, una piccola cerimonia con le due bandiere e un inno durante il ricevimento, ma il clima creato dai nemici della visita lo rendeva molto difficile, e ci limitammo ad inviare all'aeroporto il Presidente dell'Assemblea Nazionale, il compagno Alarcón, dove ci sono state parole di saluto da ambedue le parti.

Alcuni non hanno capito perché il discorso è stato pronunciato in inglese. E con ragione. Sì, io assumo la responsablità, perché Alarcón doveva parlare e mi ha domandato, e io gli ho risposto: "Guarda, Alarcón, tu non parlerai per la popolazione cubana". Al suo arrivo, ricordo che non vi era interprete, l'interpretazione si è improvvisata, perché non sapevamo fino all'ultimo minuto se era opportuno o meno per lui che il Presidente dell'Assemblea Nazionale fosse presente all'aeroporto. Lui capiva molto bene il gesto, non gli dispiaceva; anzi, la sua prima espresione è stata di soddisfazione. Ma evidentente non è stato possibile farlo per la guerra che gli hanno fatto.

Allora ho detto a Alarcón: "Senti, vi sarà il Governatore, vi saranno numerose reti della TV nordamericane, tu parlerai a lui, alla sua delegazione, ai 40 giornalisti che l'accompagnano e ai reporter, ed è sempre meglio parlare a questo pubblico direttamente in inglese". Per questo motivo il discorso è stato pronunciato in inglese. Mi sembra assolutamente giusto.

L'ho telefonato quando stava per uscire e gli ho detto: "Parla in inglese", anche se sapevo che nessuno avrebbe capito il perché, visto che è strano che parli in inglese. E' una situazione molto speciale, la nostra stampa poteva seguire la traduzione e 10 milioni di cubani lo avrebbero sentito in spagnolo e non è un disonore, né una sottomissione, né niente del genere. Gli uomini che siamo veramente liberi e indipendenti come noi, i cubani, i veri rivoluzionari, non abbiamo questi pregiudizi, né ci facciamo problemi di queste cose, facciamo quello che è più giusto e adeguato.

In realtà, se conoscesse il cinese, ad esempio, se arrivasse Jiang Zemin e dovessi fare un discorso di ricevimento, se veramente conoscesse il cinese, il discorso lo pronuncerei in cinese, perché parlerei a lui e al miliardo e 250 milioni di cinesi nella loro lingua, al tempo che vi è una traduzione in spagnolo per i cubani.

Ecco il motivo. Voglio spiegarlo perché tutto è collegato, tutto era incerto, nessuno sapeva se all'ultimo minuto le pressioni avrebbero impedito il viaggio.

Marina Menéndez (Juventud Rebelde).- Adesso, Comandante, volevo commentarLe: In mezzo a queste pressioni e a queste reazioni avverse che ha scatenato la visita di Ryan in certi settori nordamericani e della mafia cubana o cosiddetta cubana, io penso che vi sono molti settori, soprattutto imprenditoriali agricoli, che hanno avuto un'esperanza con questa visita, perché loro -l'hanno riconosciuto- perdono molto con l'impossibilità di commerciare con Cuba. In quale misura questi settori avrebbero equilibrato un po' il loro bilancio?

Fidel Castro.- Vi sono numerosi stati. Pochi giorni fa ho ricevuto una delegazione numerosa del Texas integrata da imprenditori produttori di riso, che avevano piantagioni ed esportavano riso al nostro Paese prima della vittoria della Rivoluzione. Loro vogliono altri mercati. Ho parlato su tecnologia e altre cose. Vi erano anche rappresentanti e autorità dello stato di Texas, un gruppo interessante attratto dall'idea di riprendere le loro esportazioni a Cuba, perché negli ultimi tempi hanno avuto bassi prezzi. Questo è stato l'anno dei bassi prezzi.

Gli agricoltori hanno delle difficoltà. Ho chiesto loro e a quelli di Illinois il prezzo della tonnellata di mais e i costi reali di ogni tonnelata di mais che vendono in 60 dollari. Ho domandato: Chi ha maggiori profitti?. Coloro che l'acquistano e l'esportano, quelli percepiscono un quantitativo maggiore e quando vendono sul mercato lo fanno a 100, 120, 130, a volte il prezzo è 140 dollari la tonnellata di mais, e ai produttori pagano 60 dollari. Sono i problemi che hanno e sono preoccupati, sono angosciati con tutti questi affari, e non solo questi due stati, ma altri stati hanno lo stesso criterio.

Io gli spiegavo quel giorno che almeno quelli di Illinois in questi 40 anni, facendo un calcolo molto moderato, hanno perso, in vendite non realizzate a Cuba, 20 miliardi di dollari, sì, 20 miliardi di dollari, e quelli di Texas hanno perso alcuni miliardi di dollari, solo a titolo delle importazioni agricole che facevamo.

Questo è inconfutabile. Vi è non solo un semplice interesse commerciale, ormai vi è un dispiacere e un'insoddisfazione, e si chiedono perché. Si apre passo il crescente movimento di opposizione al blocco negli Stati Uniti, l'ho detto all'inizio. E' uno dei fattori che è presente che accresce, veramente fa crescere questo movimento.

Quindi, rispondo la tua domanda sulla visita e ribadisco che là vi era molta gente interessata. Sono interessati agli scambi scientifici, sportivi e culturali.

Vi è una cosa conosciuta pubblicamente: nel Dipartimento di Stato gli hanno proibito parlare di argomenti commerciali. Infatti una delle persone che avrebbe incontrato il gruppo d'imprenditori e dei giornalisti era il compagno Cabrisas (Ministro del Commercio Estero, ndt.) e gli hanno proibito questo. Certamente abbiamo dovuto eliminare Cabrisas dalla delegazione, perché gli hanno proibito parlare di commercio. Tutte queste cose sono un po' assurde, è quasi come controllare un governatore come se fosse un bambino quando gli si proibiscono queste cose.

Infatti, erano preoccupati da un possibile mio incontro con il Governatore Ryan. Non era nel programma l'incontro con me.

Nidia Díaz.- Ma avete parlato per sette ore.

Fidel Castro.- Sì, e dopo posso spiegare anche perché. Abbiamo parlato diverse ore e dopo l'ho invitato a cena; non tutta la delegazione ma il gruppo principale dello staff e abbiamo parlato su diversi argomenti. E abbiamo parlato anche durante la cena, siccome eravamo seduti a un ampio tavolo, quadrato, vi erano circa 20 o più di essi e un gruppo dei nostri compagni. Abbiamo parlato a lungo in buon ambiente. Successivamente, alla fine della cena, abbiamo dovuto fare una riunione alle ore 01:00 per esaminare il caso di uno dei due bambini, che spiegherò ulteriormente.

Ma su quello che riferisci che non volevano che m'incontrasse, questo è il ridicolo dei ridicoli, perché prima il Dipartimento di Stato, a qualunque delegazione che veniva l'incontrava per dire che non si dovevano lasciare confondere da me, che non si lasciassero sedurre. Infatti, cercavano di creare un antidoto perché fossero ermetici agli argomenti che io avrei utilizzato. Io ho aspettato perché non sapevo neanche se lui riteneva necessario ovvero opportuno parlare con me; non, io, non lo sapevo, e veramente il penultimo giorno, alle ore 16:00, dopo il percorso per la città, e conoscendo dal gruppo venuto in anticipo che ritenevano che era necessario l'incontro e che persino se non si produceva... Ho pensato anche che poteva sembrare un'offesa o una mancanza di gentilezza non riceverlo. Allora l'ho comunicato tramite il compagno Remírez, che Remírez ha contatti con molta di questa gente. Remírez ha lavorato e stretto questi rapporti, dopo questa Risoluzione, ha lavorato molto, e poi c'era anche l'opinione del gruppo venuto in anticipo.

Tuttavia, questo era diventato un argomento delicato, perché dovevo avere molta cura e conoscere l'opinione del suo staff per sapere se l'incontro con me potrebbe cagionargli pregiudizo o meno. Fu così che si è realizzata la riunione con tutto lo staff, erano interamente d'accordo e il Governatore era soddisfatto; lui è franco. Tutto era pronto e abbiamo spiegato loro: ci sarà una riunione per parlare e dopo, la cena, organizzata in modo da continuare la riunione. A che ora?. E' cominciata alle 18:30, è durata sei ore e un pocchino di più, perché si è aggiunto l'episodio finale che vi racconterò.

Allora, che si pubblicava nelle notizie negli Stati Uniti?. Questo è insolito, mai visto:

"Washington (EFE).- Il Governo degli Stati Uniti ha dichiarato oggi che preferirebbe che i leader e funzionari statunitensi che visitino Cuba non incontrino il presidente cubano, Fidel Castro". Guardate che democrazia, guardate che esempio di democrazia, che a un leader politico di qualunque partito, sia democratico o repubblicano, gli si dica che "il governo preferirebbe". Per carità!, proibire ad un politico di parlare o incontrare qualcuno...

"James Rubin, portavoce del Dipartimento di Stato ha detto che se tali funzionari decidono di riunirsi con il governo di Castro devono anche ricordare al Presidente cubano la situazione dei diritti umani nel Paese caraibico.

"La segretaria di Stato ha chiesto di evitare i contatti di alto livello con Castro mentre si mantenga l'embargo contro la popolazione cubana. Ma, se vi saranno persone che visiteranno il Paese, invitiamo loro ad affrontare il tema dei diritti umani', ha detto Rubin.

"Secondo Rubin, è meglio evitare incontri con Castro o con il governo di Cuba..."

"Washington (NTX).- Il governo degli Stati Uniti ha ribadito oggi che manterrà la sua politica d'isolare economicamente Cuba e ha rifiutato che la sua politica umanitaria significhi un cambio di atteggiamento nei confronti dell'isola".

Questi devono ricordare ancora il discorso di Felipe nelle le Nazioni Unite e la risposta del rappresentante degli Stati Uniti dicendo che non esisteva il blocco, che cos'era il blocco. E'chiaro, ciò è stato smentito pochi giorni dopo, perché ormai discutevano l'Emendamento Ashcroft, che hanno presentato al Senato e che ha raggiunto la maggioranza.

Sto ricordando le parole di quell'uomo a cui ha risposto un giovane dirigente universitario, con un'ottima risposta, perché dire che non esiste il blocco è una bugia della dimensione, non so, del palazzo delle Nazioni Unite; e quest'uomo

tranquillamente dice di no, che non so quante migliaia o non so quanti generi alimentari erano stati inviati; che no, che il blocco non esisteva.

Qui dice: "Il portavoce del Dipartimento di Stato, James Rubin, ha dichiarato che finché il presidente Fidel Castro non apra (cancellato)", e così non sono riuscito a sapere cosa diceva.

"Continueremo a compiere l'implementazione e il rafforzamento delle leggi degli Stati Uniti, che includono l'embargo economico, ma promovendo l'assistenza umanitaria per il popolo cubano' ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato". Sono così "nobili" che... non mettono fine al blocco, ma promuovono "azioni umanitarie". Ciò dimostra il valore delle parole di questo sistema, di questa democrazia.

"Il governatore dello stato d'Illinois, George Ryan, che ha visitato di recente Cuba, ha fatto sì che Castro permettesse che il bambino malato di sette anni, Raudel Medina Alfonso e la sua madre vengano a questo Paese, dopo la concessione del visto dagli Stati Uniti". Che nobiltà, hanno concesso il visto!

"Il bambino cubano soffre di una malattia mortale al fegato, il cui trattamento non esiste a Cuba" - bugia della dimensione del nostro Campidoglio!. Bugia della dimensione del palazzo delle Nazioni Unite!, semplicemente- "ma che negli Stati Uniti è disponibile al costo di almeno 700 000 dollari, che sperano siano pagati con donazioni umanitarie". Ebbene, abbiamo saputo il costo del trattamento dei bambini che abbiamo salvato, perché vi sono sei casi simili, curati e salvati dai medici cubani che hanno sempre più esperienza, e a essi non dobbiamo inviarli a nessuna parte.

Cioè, il trattamento costa 700 000 dollari, da pagare mediante donazioni. Molto bene, che possibilità straordinaria di presentarsi come persone nobili, e non ci permettono di acquistare generi alimentari per bambini, molto nobili! Quindi, concedono subito il visto per un trattamento che ipoteticamente non si può applicare a Cuba. In qualunque momento dicono che non possiamo fare un intervento di appendicite, noi, Paese che è stato tra i primi a fare trapianti di cuore, dove ormai si fanno trapianti di fegato, con successo, e che da molti anni si fanno trapianti di reni; noi che facciamo interventi chirurgici a cuore aperto in neonati, al centro di cardiologia infantile, che ha salvato numerose vite; che facciamo interventi complicatissimi di cuore. E poi il problema non è del fegato ma intestinale, del sistema gastrico. I nostri medici consigliano che non si deve intervenire adesso.

Il bambino sta bene, va a scuola. La CNN l'ha fotografato, il bambino di qua e di la; vi erano altre fotografie di un altro ragazzo senza scarpe - tutti sappiamo che ai ragazzi piace andare senza scarpe-, e altri piccoli dettagli. Hanno filmato il bambino; una cosa giusta, non critico questo; ma sono andati a scuola, l'ho visto alla TV, il bambino parlando, e parlando del suo problema. Il bambino sta migliorando, rispondendo al trattamento e forse non sarà necessario intervenirlo. E perché intervenirlo a 7 anni, forse è meglio ai 9, 10, 11 anni, se il bambino è sicuro e migliorando?

Il motivo per il quale il bambino andava negli Stati Uniti era altro, non è vero? E' stato chiesto il permesso perché dovevano portarlo nello stato del signor Helms - ed ecco il signor Helms ormai coinvolto nella politica sporca, in virtù della quale questo brutale mostro è trasformato in "salvatore di bambini", un assassino-, ecco la questione; portarlo in un ospedale di Carolina del Nord, in un luogo dove ci fosse Helms.

Tutto si faceva per infastidire il Governatore e fare politica sporca: "Senta, per favore, per salvare queste vite eserciti la sua influenza, chieda a Castro il permesso di espatriazione". Questo bambino e un altro. Uno, interesse del signor Helms; l'altro interesse del signor Díaz-Balart, come si vedrà dopo. Quanta coincidenza!

La notizia continua dicendo che si tratta di una malattia al fegato.

"Rubin ha sottolineato che il visto dato a Raudel e alla mamma non significa che gli Stati Uniti vogliano o inizino un cambiamento di politica nei confronti dell'isola, la quale manterrà sotto gli effetti dell'embargo economico imposto da più di 40 anni".

Perché deve dare questa spiegazione quando concede un visto perché un bambino si rechi negli Stati Uniti? Altre volte sono andati bambini dopo pratiche sbrigatesi da Cuba, e il nostro Paese ha pagato tutte le spese dei bambini e degli adulti. Non era necessario spiegare che dare un visto ad un bambino - che ipoteticamente non poteva essere trattato qui- era solo una cosa "molto umanitaria", e non significa che gli Stati Uniti "voglia o cominci un cambiamento di politica nei confronti di Cuba, che continuerà l'embargo economico imposto da più di 40 anni". Bisogna essere uno svergognato per vantarsi, quasi per inorgoglirsi, di 40 anni d'embargo e dire inoltre che continuerà a mantenerlo. E' una mostra di disperazione, d'isteria, o di che cosa? Rabbia o altro?.

"Se vi è un cambiamento è umanitario e non nella politica..."continua ripetendo. "Continueremo a promuovere gli scambi fra statunitensi e cubani, e ad appoggiare coloro che esercitino pressioni perché vengano rispettati i diritti umani a Cuba', aggiunge Rubin". Parlare di diritti umani dopo tutto questo!. E' una sfacciataggine, veramente.

"Durante il suo soggiorno a Cuba, il Governatore d'Illinoi si è dichiarato contrario alla politica d'isolamento degli Stati Uniti e ha sottolineato la necessità che Washington annulli la sanzione economica imposta all'isola dal 1962.

"Nel Dipartimento di Stato le dichiarazioni di Ryan relative all'embargo economico sono state interamente squalificate". E' stato così, è successo mentre lui era qui, l'uomo era qui.

Altra notizia:

"Il Dipartimento di Stato ha dichiarato oggi che non accederà alla richiesta del governatore d'Illinois, George Ryan -che rientrava questa sera da Cuba- perché si elimini il blocco commerciale sulla nazione comunista". Non so cosa diranno adesso quando si discuterà la risoluzione riguardante il blocco. Diranno che non c'è blocco, che non c'è bisogno di tale risoluzione, se nelle Nazioni Unite il rappresentante degli Stati Uniti ha detto che non c'era il blocco, che ciò era una bugia.

"In più di un'occasione Ryan si è riferito all'embargo commerciale che gli Stati Uniti imposero a Cuba 40 anni fa, aducendo che colpisce gli abitanti di ambedue le nazioni. Gruppi agricoli, di grande influenza a Illinois, hanno esigito apertamente che venga sospeso anche parzialmente l'embargo, perché vi sia un altro mercato per la vendita dei loro prodotti". L'hanno detto loro.

"L'embargo è una legge inamovibile, quindi non vi è fomento del commercio', ha sottolineato Rubin".

Non è questo isteria?. Non è questo disperazione? Bisogna trovare una spiegazione a questo. Anche se risulta chiaro, ovvio.

Bene, mi fermo un'altra volta sul tema, d'accordo?

Roberto Agudo (NTV).- Comandante, vorrei chiederLe su un aspetto. Parlando d'isteria, vi è una notizia che dice che non avendosi raggiunto dal governatore Ryan una dichiarazione di opposizione alla Rivoluzione, e considerando la sua visita qui, i mezzi conservatori l'accusano di essere stato manipolato da Lei, dicono che ai giornalisti che hanno seguito la visita e che mandano informazione in questo momento, gli è stato lavato il cervello.

Fidel Castro.- E'impensabile che qui si faccia il lavaggio di cervello ad un governatore di uno stato che ha un Prodotto Interno Lordo più grande dell'Argentina e quasi la metà di quello del Brasile, un Prodotto Interno Lordo pari a quello che ha oggi la Russia, e che dispone di 22 voti elettorali federali nelle elezioni presidenziali, e che ha, inoltre, rapporti importanti di cui ho già parlato, e quella gerarchia e influenza all'interno di un insieme di stati importantissimi nel centro degli Stati Uniti. Che gli lavino il cervello qui in poche ore!. Credo che è veramente un insulto, un grossolano insulto al Governatore.

Il Governatore è un uomo di carattere, deciso. All'università ha fatto un ottimo discorso, che non somiglia per niente ai discorsi che siamo abituati a sentire da loro, perché non vi è stata arroganza né prepotenza, ha detto semplicemente cose razionali, ha ricevuto un grande applauso da tutti i presenti, e la gente qui è esigente.

Marina Menéndez.- Finora comandante, malgrado le pressioni, il governatore Ryan ha rispettato quanto annunciato, cioè l'idea di costituire un Consiglio fra Illinois e Cuba.

Fidel Castro.- In uno o due giorni, l'ha promulgato nell'aereo. Sono certo che ha avuto una buona impressione perché ha visitato molti luoghi e ha parlato con molta gente. Ha parlato con me l'ultimo giorno; ma ha visitato ospedali, scuole, fra cui la "Abraham Lincoln", ha visitato la Scuola Latinoamericana di Medicina, che ospita 2000 allievi, ha visitato l'Avana Vecchia e diverse istituzioni. Il programma è stato teso e lungo, e vi sono state anche altre attività; ovviamente, dal suo arrivo, la signora Vicky Huddleston, attuale responsabile dell'Ufficio d'Interessi degli Stati Uniti di America all'Avana, che ha più gente e impiegati di un'ambasciata, quasi tanti come la sovietica ai buoni tempi...

Ne parleremo dopo. Comunque, se volete lo facciamo adesso.

E mi piacerebbe, anche, che si menzionasse il problema dei due bambini, visto che forse non è stato spiegato abbastanza, e posso spiegarlo?

Ma, come vi ho detto, è stata una guerra contro il Governatore, perché questa signora voleva cambiare il programma, sabotarlo, ridurlo al minimo, devo anche confesare che non è stata la prima né l'unica volta. Questo Ufficio d'Interessi, sul quale dirò dopo alcune cose, ha mantenuto la politica di sabotare tutte le visite a Cuba, ovunque ci sia una persona, ad esempio, quando vengono legislatori, senatori, qualche politico, e quest'anno ne sono venuti alcuni; ma sferra una guerra contro ogni delegazione che ci visita, perché lei comincia a preparare il programma.

Ad esempio, vi racconterò una cosa insolita che è capitata. S'ipotizzava che Alarcón doveva accompagnarlo. Come si fa ovunque, un nazionale accompagna l'ospite dall'aeroporto alla residenza. Colui che ha viaggiato lo sa, ogni volta, nei vertici e in tutte le visite, vi è un uomo che aspetta all'aeroporto e che l'accompagna -non pensate che l'accompagna un collega della delegazione-, è una norma universale, e a questo uomo, al governatore Ryan, gli hanno impedito praticamente, a causa di esigenze di là e di qua, che fosse accompagnato da colui che l'aveva ricevuto.

Ho pensato che forse avevano paura che fosse stato io a riceverlo. E l'avrei fatto volentieri. Per me non conta la gerarchia. Ho ricevuto molte persone: ministri degli Affari Esteri, altri ministri. Al Ministro degli Affari Esteri Ivanov, della Russia, l'ho ricevuto all'aeroporto e l'ho accompagnato e veramente ho dovuto fare in fretta per tornare di corsa perché volevo ricevere anche la nostra delegazione proveniente dalle Nazioni Unite. L'ho ricevuto, ho parlato con lui e l'ho accompagnato fino alla casa di Protocollo.

Nel caso del Governatore Ryan non ho fatto nemmeno la proposta, perché ho capito che non era opportuno in mezzo alla guerra. Gli è stato consultato, non era il caso di sorprenderlo al suo arrivo con una cerimonia di inni, ecc. Gli è stato domandato, lui vedeva in questo una gentilezza, un gesto che apprezzava, ma le pressioni sono state tremende. Gli è stato detto che un alto dirigente l'avrebbe ricevuto, nonché la questione degli inni. Alarcón va e viene, Alarcón discute là e qua le questioni migratorie, Alarcón incontra personalità politiche rilevanti, noti senatori, deputati e figure della stampa, editori, incontra molta gente, anche quando partecipa alle riunioni migratorie.

Credo che il motivo di arrivare all'assurdo e alla stupidaggine è quella specie di complesso e di paura che avevano rispetto al fatto che io parlasse con lui; ma ho pensato come loro, e per questo ho consultato: non ho detto che sarei stato io a riceverlo, ma un alto dirigente. Non ho suggerito che sarei stato io, tuttavia, alla fine doveva prendere una decisione, secondo l'analisi fatta, e anche se lui fosse stato d'accordo con l'essere ricevuto da me, probabilmente l'avrebbe ricevuto, comunque, un altro dirigente. Per l'atmostera creatasi si avrebbe fatto, a mio avviso, quello raccomandato all'inizio, cioè, che andasse Alarcón, per non incendiare troppo quello e per non cagionargli pregiudizio, perché ciò che ci interessava di più era non causargli pregiudizio; visto dalla sua parte era un gesto amichevole, ragionevole e onesto, non dovevamo rispondere con trappole inaspettate nel programma. Qualunque cosa veniva consultata a lui.

Allora, con il gruppo venuto in anticipo si è deciso che Alarcón sarebbe stato al ricevimento, e vi ho detto che ha parlato in inglese; ma stranamente Alarcón non ha potuto accompagnarlo all'hotel perché si sono impegnati in farlo accompagnare dalla signora Responsabile dell'Ufficio d'Interessi. Una cosa insolita, è il massimo dell'anti-gentilezza!. L'hanno obbligato, lui sicuramente si è sentito dispiaciuto, sia a causa dell'inno che al fatto di non essere stato accompagnato dal Presidente della nostra Assemblea, che l'ha ricevuto, persino in inglese. Sicuramente era infastidito! E lui ha compensato in certo modo la situazione inviando la moglie in compagnia di Alarcón fino al punto dove sarebbero sistemati. Non voglio parlare molto per non essere

Le esigenze erano maggiori, un incalzamento, una pressione tremenda, la campagna della mafia e dell'estrema destra. Essi hanno organizzato tutto, non è stata la gente d'Illinois né degli Stati Uniti; vi era un'altra percezione. Così si è svolta la visita. Gli abbiamo detto che poteva fare qualunque cambiamento, intera libertà per tutto, non gli è stata imposta alcuna condizione. Tutto gli è stato consultato, e così è stato organizzato.

Come vi ho spiegato, quando mi sono convinto che persino l'intero staff lo staff del Governatore pensava che sarebbe stato una mancanza di gentilezza, un insulto, un disprezzo, non avere un incontro con lui, ho preso la decisione d'incontrarlo, e così si è fatto tutto.

Roberto Agudo.- In questo stesso senso, Comandante, la visita inaspettata che ha organizzato l'Ufficio d'Interessi dei capi controrivoluzionari, fa parte di questo programma?

Fidel Castro.- Quale visita inaspettata?

Roberto Agudo.- Quella dei capi controrivoluzionari che aspettavano il Governatore e hanno cercato di riunirsi o si sono riuniti con lui.

Fidel Castro.- Dove dici che l'aspettavano?

Roberto Agudo.- Nel cortile della casa dove facevano colazione.

Fidel Castro.- No, non è così. Non gli abbiamo imposto alcuna condizione nel suo programma, sarebbe stato ridicolo farlo, ancora di più trattandosi di un uomo che subiva un feroce attacco nel suo Paese.

Ovviamente, cosa fa questo Ufficio d'Interessi, fra tutte le sue trappole?. Tutti coloro che vengano qui devono riunirsi con i cosiddetti gruppi dissidenti, con i cosiddetti leader dei dissidenti. Non tenere una riunione con essi appena arrivati è un peccato mortale. Queste pressioni sono tremende. Alcuni non lo fanno.

Qui vengono personalità molto importanti, il Presidente della Camera di Commercio degli Stati Uniti, presidente di 3 milioni d'imprenditori, che ci ha visitato e con il quale abbiamo parlato a lungo. E' un uomo veramente indipendente, che non dipende da nulla, non deve preoccuparsi dei voti della Florida, come fanno gli altri, tra l'altro erroneamente. perché noi conosciamo bene coloro che votano fra la gente che è là, quello che pensano molti di questi elettori, e sono sempre di più quelli che sono contro il blocco.

Molti vivono là sotto il terrore, perché devono subire insulti, calunnie, vengono cacciati dal lavoro, c'è un terrore fascista nei confronti dei cubani contrari al blocco, lo sappiamo perché abbiamo parlato con molti cubani che sono là, tuttavia, adesso non parlerò a lungo sulle cose che fanno.

Vi sono persone che non vogliono sottomettersi e che sono indipendenti, e vengono molte persone, quindi, non possono proibire le visite. Loro stessi parlano di questo contatto diretto con la popolazione; sono venute molte persone e vengono sempre di più. Ecco la verità.

Vi era qualche altra cosa da rispondervi su questo argomento? Vi spiegavo fin dove sono arrivate le pressioni. Tu mi hai fatto la domanda, no?

Roberto Agudo.- Sì.

Fidel Castro.- Parlavamo sulla riunione. Non ho partecipato alla stesura del programma del Governatore. Mi occupavo dei problemi cagionati dall'uragano, non stavo organizzando il programma; ma i compagni che l'hanno fatto avevano il compito di assisterlo senza porgli condizioni. Se lui voleva riunirsi, che lo facesse, e mi sembra che la riunione si è realizzata con il suo consenso, perché è stata una delle esigenze fattegli e non solo da coloro che stavano essercitando pressioni su di lui, la campagna scatenata contro di lui l'ha forzato a farlo.

Ciò non aveva alcuna ripercussione. Anzi, era meglio che parlasse con loro e per molto tempo, per conoscerli un po' e poter stabilire differenze fra le persone; fra noi e i mercenari pagati dall'Ufficio d'Interessi e dagli Stati Uniti, traditori di questo Paese, ecco quello che sono, che si nascondono dietro pretesti e menzogne. Sappiamo chi sono tutti loro, nonché il loro pretesto, da molto tempo sappiamo tutto quanto. Tuttavia, questa riunione non aveva alcuna ripercussione, e persino io capisco, nella sua situazione, che era giusto che si riunisse; era anche conveniente che incontrasse loro. Ecco la mia opinione, perché gli hanno imposto delle condizioni... Lui è un politico, vero?, bisogna tenerlo presente, e avrebbero cominciato a bombardarlo con ogni tipo di accuse, forse sarebbe stato accusato di comunista, un uomo del Partito Repubblicano, a causa dell'estremismo stupido di cui si vantano. Io capisco, penso di sì, che era conveniente.

Altri lo fanno per moda, o perché glielo chiedono; perché il Dipartimento di Stato si dedica a questo, e non solo nel caso dei funzionari, ma, di tutti coloro che ci visitano. Tutti coloro che vengono qui sono, comunque, sottomessi a pressioni. Gli altri scatenano un'enorme campagna contro tutti, e questa è la loro gente, è la gente della mafia, è la gente di coloro che appoggiano il blocco. Alcuni di essi dicono ipocritamente che sono contro il blocco, queste sono soltanto parole, tutto quanto che fanno è in accordo con quei banditi, con quella mafia e appoggiando quella mafia e la politica degli Stati Uniti contro Cuba; tutto lo fanno a tale scopo.

Alcuni persino dicono ai visitatori: "No, noi non vogliamo il blocco. No! Tuttavia, bisogna ammazzare questi banditi, dicono, facendo riferimento a noi: No, non siamo contro il blocco ma a quelli altri...". E cominciano ad appoggiare tutte le tesi, ci sono prove di queste cose, come no!, non parlo tanto per parlare.

Questo l'impongono a tutti. Lui, quale politico, doveva farlo. E altri politici hanno ricevuto le relativa istruzioni, persino coloro che non sono statunitensi, perché sono amici o perché sono alleati, subito gli esigono qualcosa. E' uno dei meccanismi che usano per evitare il successo della visita e per farci sentire male.

Altra cosa è che vogliano imporci condizioni. Il ré dei ré che ci dica: "Senti, per andare là, la condizione è che mi permettete d'incontrare gli astri luminosi del patriotismo, della libertà e dei diritti umani". No, potete esserne sicuri: il ré dei ré non riuscirà a farci accettare tale condizione. E ormai vi sono stati alcuni casi in occasione del Vertice e sotto la minaccia di "non vengo", anche se desiderano di farlo; e come il detto popolare non queiro, non queiro, una cosa del genere..., terminate voi il proverbio.

Sono cose diverse, colui che intenda servirsi del riccato contro di noi, colui che intenda fare demagogia con il nostro Paese o con la Rivoluzione Cubana, non ci riuscirà, avrà come unico risultato la misura del grado di libertà, d'indipendenza e di dignità di molte persone, veramente; servirà piuttosto da stregua per misurare ciascuno. Tuttavia, sappiamo accogliere bene i visitatori e farlo con rispetto, così come abbiamo il diritto di avere idee e giudizi sull'atteggiamento di ogni persona che riceviamo in questo Paese; che cause hanno, se sono reali, se sono oggettive, infine, analizziamo i singoli casi, secondo il loro atteggiamento.

Allora, ciò che è evidente -l'ha detto il portavoce- è che c'è stata una colazione. Non dico più dettagli. Hanno invitato alcuni ambasciatori di diversi paesi - non menzionerò i nomi per non metterli in imbarazzo. Di mattina, giusto, sono andati là, hanno parlato. Dopo aver finito con gli ambasciatori si è tenuta la riunione con alcuni dei capi. Sappiamo molto bene che il Governatore, al termine della riunione - non dirò coloro che si trovavano, che sono quelli che hanno avuto questi "altissimi onori" - ha consigliati loro:" Non riunitevi in questa sede con la stampa, sembrerebbe una provocazione"- là, nella casa, dopo la riunione con lui - "e provocherà scontento tra le autorità cubane". Questo è stato consiglio ha dato loro. E lui se n'è andato al ristorante La Pastora con la sua delegazione; hanno finito relativamente tardi. I visitatori sono stati in diversi luoghi e svariati ristoranti.

Allora, sì, il dato che conosco con assoluta certezza è che la SINA ha portato loro fino a quel posto; questo lo so, so chi gli ha portato velocemente al ristorante dove faceva colazione il Governatore con la sua delegazione. Non gliel'ho domandato, non è neanche fondamentale; ma dubito, conoscendo il suo carattere, un uomo che faceva le cose discretamente e che tiene lì una riunione discreta, che consiglia di non fare una cosa che possa far male, che possa sembrare una provocazione, questo è in contradizione con l'idea che fosse d'accordo con coloro che avevano organizzato l'incontro con i capi controrivoluzionari e la stampa, nello stesso ristorante dove lui stesso era a pranzo con la sua delegazione.

Io non ho neanche parlato su questo argomento, né ho domandato al Governatore: Senta, questo è stato fatto con il suo permesso o no?. E' stata una sua idea o di un altro? No. Quello che conosco è il consiglio dato da lui. Non perché ci sia stata una nostra spia, ma perché lui era accompagnato da uno staff di persone serie e oneste, e quando vi era una cosetta del genere un po' strana l'hanno sempre spiegato: E' capitato questo, abbiamo sentito quest'altro. Sì, nello staff vi erano persone che parlavano con le persone incaricate della delegazione e sappiamo come la pensavano; e, in realtà, la SINA ha portato i suddetti capi allo stesso ristorante in cui c'era lui con la sua delegazione a pranzo in un posto riservato.

Non so quanti della sua delegazione ne erano presenti, non mi sono preoccupato di conoscere il dato, non è necessario; ma i capi erano nel cortile, e di loro si conosce perfino il menu: rum, birra - quello che ha detto il portavoce- fette di prosciuto e altre cose, che il portavoce ha raccontato con la dosi d'ironia. Si conoscono i nomi dei partecipanti a tutte queste operazioni, la loro logistica, la loro organizzazione; sono circa sette funzionari della SINA: vi è l'interprete che ha fatto la traduzione con i giornalisti e che forse è lo stesso che ha fatto la traduzione durante la riunione della mattina. Vi erano i giornalisti, il traduttore -uno spagnolo-, anche la moglie del traduttore, il secondo... Tutti sono intervenuti, dal capo della SINA, in tutte le operazioni, e più o meno ci hanno raccontato, hanno visto questi qui, l'altro là. Tutti i dettagli si conoscono, perché là vi era personale di protocollo e tutti coloro che accompagnavano la delegazione. Tutta la SINA si è dedicata a questo. Ecco quanto posso dirvi.

Così vi dico quello che so e quello che non posso affermare; ma ho dei grossi dubbi sul fatto che lui abbia proposto questo, è contrario al tatto e aal'atteggiamento da lui assunto.

Ma non solo questo, la SINA ha fatto del suo meglio per ostacolare il mio incontro con loro, ma quello che capita è che la stessa SINA non sapeva, né nessuno sapeva fino alle ore 4:00 del pomeriggio di quel giorno, nel preciso luogo dove si trovava, dove il nostro Capo dell'Ufficio d'Interessi gli ha informato che vi sarebbe un incontro e una cena. Hanno coordinato chi avrebbe partecipato all'incontro, quelli che loro volevano che fossero presenti, e quanti potevano portare a cena, quanti ne volessero, perché vi era un gruppo invitato alla cena che non parteciperebbe alla riunione. Loro hanno scelto coloro che sarebbero presenti alla cena disponendo di 16 posti, "e gli altri che voglia portare", allora hanno scelto fino a 20 o 21; cioè vi sono alcuni che parteciparono alla cena che non erano presenti all'incontro.

I funzionari della SINA non hanno potuto fare molte trappole, ma hanno cercato di ostacolare, e andavano ostacolando tutto il possibile l'intervento del governatore Ryan all'università; hanno cercato d'impedirlo, lo sappiamo molto bene, ma non ci sono riusciti. Era nel programma, e io aprezzavo che volesse andare all'università, e come ho fatto altre volte, ci sono andato per sentirlo. Questo non l'ho consultato, perché questo l'ho fatto con molti visitatori: partecipare ad una conferenza; quindi, penso che non potranno incolpare nessuno della mia presenza alla conferenza, seduto fra gli studenti. Non ero seduto alla tavola presidenziale, ho preferisco sentire il discorso dalla parte bassa.

Non sapevo di che cosa avrebbe parlato, e ho ascoltato con attenzione fino all'ultima parola. Mi sono meravigliato dell'equilibrio di questo discorso, della serietà del discorso, dell'assenza di paura e, al tempo stesso, della capacità di esporre le idee di una forma persuasiva ed eloquente.

Era previsto, a un certo punto, fare un dibattito con domande e risposte; il tempo stringeva, aveva concluso il suo intervento con alto livello, e mi sono preoccupato perché con la storia dei 40 anni di problemi e siccome sono molto intelligenti e cultivati i professori e gli allievi che partecipano a queste conferenze e fanno ottime domande, mi sembrava rischioso entrare in questi campi, potevano generarsi dibattiti complessi e diminuire il buon effetto dell'intervento, allora mi son detto: "Meglio finire questo nel miglior momento". E ho proposto, quando cominciavano a dare la parola a qualcuno per le domande, che non si facessero domande, che tutto era stato ben spiegato e la situazione era complessa e delicata. Se cominciavano a bombardarlo con alcune domande, si rischiava di diminuire l'atmosfera creatasi e l'accoglienza del suo discorso.

Ho pensato che sette, otto domande avrebbero potuto creargli difficoltà, e siccome per noi era molto importante evitare tale rischio, ho preso l'iniziativa, mi sono alzato quando ho visto che cominciavano le domande, e ho fatto la proposta. Infatti, le domande non erano necessarie perché era stato pronunciato un discorso da un Governatore statunitense, in tali termini, che credevo che non erano necessarie le domande. Lui aveva detto il massimo che poteva dire, aveva detto come la pensava francamente, molto sinceramente.

Ho visto altre persone pronunciare discorsi, e, credetemi, a volte è come camminare sulle spine, e senza i suoi problemi, che sono stati risolti, ciò che doveva dire, l'ha

detto, ha annunciato ciò che conoscete. Nel colloquio l'ha detto, che aveva l'intenzione di creare il consiglio. Ecco la storia.

Nidia Díaz.- Comandante, a modo di commento, come Lei ha detto all'inizio, mi sembra positivo questo incontro dello stesso Governatore con i rappresentanti dei gruppi controrivoluzionari, perché adesso lui forse non prende troppo sul serio e ride dei famosi patrioti che producono gli Stati Uniti e anche dei premi che ricevono alcuni di loro.

Fidel Castro.- Non devo dire questo, perché sarebbe giudicare a vanvera il pensiero altrui.

Nidia Díaz.- No, dico che lui stesso deve pensare...

Fidel Castro.- Non dico che fosse positivo; no, io non posso dire questo, non posso affermarlo. Se l'affermasse entrerei in un tema che a lui non deve gradire in modo alcuno, che io dica che a mio avviso lui ha capito che sono scemi. Mi limito a dire che risulta positivo che possa stabilire dei paragoni tra la gente, che possa capire fin dove arriva il loro pensiero, quall'è la portata. Ecco l'unica cosa che posso dire.

Ma c'è un tema importante che avete dimenticato. Visto che è uno scambio d'impressioni, suggerisco di parlare sul tema dei bambini.

Nidia Díaz.- La domanda dei bambini, e gia stata fatta da Marina, ma volevo precisare se Lei conosce se le autorità sanitarie statunitensi hanno verificato il diagnostico dei medici cubani sul caso di questo bambino che non era necessario inviare là.

Fidel Castro.- Non devo verificarlo là perché l'ho fatto qui, nei confronti di un caso.

Nidia Díaz.- Mi riferivo a quel caso.

Fidel Castro.- Piuttosto nei due casi, perché ce n'erano due: uno a Matanzas, un bambino di sette anni, al quale si da con tutta certezza il diagnostico - che doveva

partire verso Carolina, lo stato di Helms-, e l'altro è il caso del bambino di due anni, di Marianao, che ha avuto un tremendo e orribile incidente.

Cos'è successo con questi due casi?, ciò che capita a volte. Vi sono problemi a volte insolubili, ma se a un parente, a un padre o a una madre gli dicono: Vi è una soluzione qui o là per un problema insolubile, allora vorrà andare a qualunque luogo dove vi sia la soluzione. E sarebbe una cosa praticamente impossibile. Inoltre, tutti i casi che richiedono di assistenza all'estero, ogni volta che è stato necessario, anche nei tempi dificilissimi del periodo speciale, sono stati portati là. Ovunque si possa salvare una vita, là dove si possa salvare la visione di un bambino, ad esempio, perché non siamo in grado di farlo qui adesso, ovvero perché non si è raggiunto un alto livello nella specializzazione, s'invia qualunque cittadino, un bambino, un giovane, un adulto, un anziano, senza chiedergli chi è la famiglia, né come la pensa. Là dove si possa salvare una vita, la Rivoluzione non ha badato alle spese, e a volte sono decine di migliaia di dollari. E noi abbiamo avuto pazienti il cui trattamento è costato più di 100 000 dollari.

Abbiamo anche avuto la fortuna di avere molti amici in molti luoghi, molti medici che fanno qualunque intervento senza esigerne il pagamento. Bisogna pagare i biglietti aerei, vito e alloggio; se si tratta di un bambino viaggia accompagnato dalla madre.

Ovviamente, molte persone possono aver ricevuto notizie che vi è una soluzione per il loro caso, ma conoscendo in modo assolutamente certo che non vi è soluzione possibile, il Paese non può spendere i soldi per cercare di risolvere il problema, quando l'hanno visto non solo i nostri medici ma anche molti medici che ci visitano, o che abbiamo consultato e hanno confermato il nostro criterio. A volte, i nostri chirurghi fanno interventi in collegamento con il più bravo specialista, ovunque si trovi, sia in Spagna, sia in qualunque parte del mondo per avere una certa consulenza.

Si adottano tutte le misure possibile per risolvere il caso e quando vi è uno che si sa con assoluto rigore che non ha soluzione, allora il Paese non spende soldi. Ma questo viene deciso da una commissione medica. E noi abbiamo consegnato per scritto il giorno della conferenza stampa, a tutti loro, le nostre spesse annue. Prima i quantitativi erano superiori, adesso sono diminuiti perché molti dei nostri problemi gli risolviamo qui e, inoltre, perché abbiamo medici amici negli Stati Uniti o in altri paesi che vengono qui e si fermano una settimana, o 10, 15 giorni, e fanno gli interventi. Così come l'aereo che viene ogni tanto, del progetto Orbis, di un'istituzione nordamericana, i cui medici vengono qui e a cui vengono date tutte le facilità e attenzioni per assistere persone con problemi di visione.

Tutto ciò significa un risparmio perché si evita d'inviare un numero elevato di pazienti ad altri paesi giacché molti di questi interventi possono eseguirsi qui. Abbiamo le condizioni tecniche, ma il medico qualificato per assistere questi casi deve venire dall'estero, ovviamente, è più conveniente che quando questo succeda ci siano vari pazienti che possano essere trattati. Sono medici che molte volte portano i materiali e alcuni strumenti per fare l'intervento, e non fanno pagare nulla al Paese a cambio di questo tipo di assistenza specializzata.

Il Paese ha molti amici, sono meccanismi che ci permettono di risparmiare risorse e di assistere tutti. Qui non si risparmia un centesimo se si tratta di salvare una vita, e non si fa pagare un centesimo, né in dollari né in pesos.

Nel caso del secondo bambino, vi sono state cose infami.

Vi è un articolo del New Herald, giornale che come sapete è interamente al servizio della mafia e pubblica ogni tipo di orrore sulla Rivoluzione, un giornale di Miami che pubblica tutto, che è insultante. Ebbene, vi è un articolo su una lettera inviata da Diaz-Balart alla direttrice dell'ospedale La Rábida di Chicago, una persona che insieme al Ministro della Sanità d'Illinois è venuta con il Governatore, ed è della sua intera fiducia. Nella suddetta lettera dice che ha avuto conoscenza che vi è un bambino cubano... e chiede di farle una visita e d'interessarsi per lui, perché il suddetto bambino richiede dell'assistenza di un ospedale che è per turisti e per l'alta gerarchia politica del Paese - per l'alta gerarchia politica del Paese!-, e lui non ha dollari per pagare questo. E che necessitava un farmaco che non era disponibile e che doveva pagare in dollari.

Qui -come sapete- i farmaci non si vendono in dollari. In alcuni ospedali vi sono piani dove è stato autorizzato dedicare un numero di posti letti al turismo di salute, per destinare il cento per cento di quanto ricavato all'acquisto di pezzi e farmaci per tali ospedali.

L'ospedale "Hermanos Amejeiras", ha alcuni posti letti al piano di sopra, e in altri ospedali ve ne sono per il turismo di salute. Noi l'abbiamo proposto perché le entrate siano destinate all'acquisto di farmaci e apparecchiature. Questi non sono soldi per altre cose del Paese, non so se consegnano un piccolo quantitativo alla Pubblica Sanità. In molti casi è escluso anche il piccolo quantitativo da consegnare alla Pubblica Sanità, per gli stessi obiettivi; alcuni ospedali si sono quasi sviluppati grazie a ciò, alcuni ospedali di riabilitazione molto specializzati.

Perfino nei poliambulatori abbiamo servizio di massaggio e reparti di riabilitazione. Perfino nei poliambulatori!, perché non devano andare, come prima, da Guanabacoa, ad esempio, a Boyeros (entrambi sono municipi della Città dell'Avana, molto lontani tra loro ndt.), dove si trovava l'ospedale che era quasi una baracca. Bene, là abbiamo oggi un ospedale meraviglioso con tecnologia iugoslava, perché quel paese aveva molta sperienza in riabilitazione.

Quell'ospedale è una meraviglia, e l'abbiamo finito durante il periodo speciale. Destinato al trattamento di problemi congeniti, i bambini che nascono con problemi, difetti, o li soffrono come risultato d'incidenti, vanno a questo ospedale. Non so il numero di posti letti ma si destinarono milioni di dollari alla sua costruzione e allestimento. Questo ospedale è per la popolazione.

Vi sono più ospedali di riabilitazione, ospedali ortopedici e altri centri di riabilitazione lungo il Paese. Allora, i casi più complicati vanno là. Abbiamo ottimi centri; ma perfino nei poliambulatori abbiamo servizi di riabilizazione, e non si fa pagare neanche un centesimo, né un dollaro.

Nei posti dove si possono curare gli stranieri, sia un ambasciatore che un turista o altro visitatore, in alcuni di essi, si vendono farmaci. Ovviamente ricevono una buona assistenza e devono pagare. Se si tratta di un ambasciatore, ovvero di un turista ammalato, devono pagare, qui non abbiamo farmaci gratis per i turisti né per il rappresentante diplomatico né per i rappresentanti delle imprese straniere. Tutti loro necessitano dell'assistenza medica e gli si offre ad un costo minore nei confronti di altri paesi, ma comunque devono pagare.

Ovviamente hanno un'assistenza speciale. Sì, ce l'hanno, e la pagano; ma la stessa assistenza, con le stesse comodità materiali, purtroppo, non possiamo offrirla ai milioni e milioni di cittadini, cerchiamo di dare loro la migliore, e in questi tempi abbiamo avuto difficoltà che a poco a poco risolveremo e stiamo facendo cose, posso assicurarlo, e siamo riusciti a ottenere materie prime riducendo i costi dei farmaci. Abbiamo offerto assistenza medica gratis a 11 milioni di cittadini, e in questi 10 anni di periodo speciale abbiamo inserito 30 000 medici della famiglia che dispongono anche di una riserva negli ospedali e, tranne in campagna dove si trovano un po' più lontani perché vivono isolati, i cittadini di questo Paese hanno il medico a 150, 100, 60 e 30 m dalla loro casa, e possono consultarli persino alla sera, è così.

Ecco i servizi che diamo alla nostra popolazione. Abbiamo creato controlli perché nessuno accumuli farmaci. Non abbiamo mai ostacolato l'invio di farmaci da altri luoghi. Quando vi era molta circolazione di persone fra gli Stati Uniti e Cuba, ad esempio, si autorizzavano fino a 10 kg di farmaci da portare gratis sull'aereo. Ovviamente, qualunque persona portava 10 kg di farmaci qui, tuttavia, era preferibile che entrassero e fossero distribuiti o venduti, che si facesse qualunque cosa; ma non si è mai messo un ostacolo.

Questo era il prodotto che era oggetto delle maggiori agevolazioni per coloro che venivano dagli Stati Uniti, dicevamo: Portateli per i parenti. Nessuno gli chiedeva cosa pensavano di farne; ma vedevamo una possibilità di sollievo in quanto alla necessità di farmaci, ovvero s'inviavano donazioni. Questo ha dato luogo al fatto che a volte un farmaco determinato, di ultima generazione, che non avevamo iscritto nel nostro formulario, è stato portato qui da parenti o visitatori, ovvero l'hanno inviato come donazione, e a volte il medico l'ha raccomandato, dicendo: "Cerchi di trovare tale farmaco, forse c'è tra le donazioni".

Qui sappiamo come sono le cose: le donazioni vanno direttamente agli ospedali. Lo Stato deve formare la sua riserva di prodotti medici essenziali e vitali; vi sono due riserve: prima si è creata una presso il Ministero della Sanità e dopo un'altra al Consiglio di Stato. Quando è vitale, se manca qualcosa...noi provvediamo. Be' non dovrebbe mancare nessuna medicina di quelle del formulario, e bisogna controllare bene perché non siano accumulate da nessuno, controllare bene perché non vi siano furti di farmaci. Alcuni di essi sono controllati in modo centralizzato e in questi casi non c'è possibilità di furto, se riceviamo una telefonata da un ospedale, sia a Santiago che a Baracoa: "Senta, si è esaurito tale farmaco, tale farmaco non si trova qui", si tira fuori dalla riserva e immediatamente che si usa si sostituisce. Ecco il metodo che usiamo.

Nel caso del bambino dell'incidente, gli si da un farmaco che costa 22 dollari che gli si vende a 22 pesos, perché non è per il trattamento nell'ospedale. Nell'ospedale i farmaci non si pagano. La medicina per il trattamento a casa sì deve pagarsi.

Quanto costano qui i farmaci? Il prezzo che avevano 40 anni fa, abbassato quasi della metà nel caso di molti dei farmaci che si usavano allora. Ecco quello che si fa pagare in farmacia. Ma i farmaci come quello del bambino, molto strategici, non si possono portare in farmacia nelle attuali circostanze. Bisogna averne una riserva per garantire che quelli vitali non manchino. D'altra parte, a questo bambino non è mancato nulla. Dopo, i propri genitori del bambino hanno detto: "No, non è necessario tale farmaco, ho dei parenti che me lo mandano". Era uno dei farmaci che necessitava il bambino.

E cosa succede? Succede ciò che è solito in questi casi: i malati hanno parenti negli Stati Uniti, alcuni che hanno delle relazioni importanti. Mi diceva il padre di questo bambino, che aveva là una sorella che aveva visto nascere il bambino, e si era traumatizzata con l'incidente.

In entrambi i casi i parenti avevano detto che potevano reperire i farmaci, o che avevano avviato delle pratiche perchè ricevessero assistenza entrambi i bambini. Sono stati i due casi di cui mi ha parlato il Governatore, sulla base dell'ipotetica decisione di partire dei genitori. I genitori volevano partire.

Quando ho parlato con il Governatore, la sera del penultimo giorno del suo soggiorno, il 26 ottobre, durante la conversazione lui mi ha posto il problema dei due bambini, e gli ho detto: "Non vi è alcun problema con questi due bambini". In questi casi si adotta la decisione dei genitori, anche se si tratta di casi che si possono risolvere e che hanno ricevuto nel nostro paese il trattamento richiesto.

Dunque, eravamo ormai certi che sarebbero partiti verso gli Stati Uniti, che le famiglie erano d'accordo nell'inviare i due bambini, uno a Carolina e l'altro a Chicago. E lui mi chiedeva: "Posso portarli domani con me sull'aereo? Ho detto: "Sì. Che ore sono?" "Adesso saranno circa le ore 21:00, 21:30" mi ha risposto. Allora gli ho detto: "Come no, immediatamente faremo contatto con le famiglie. Non importa il passaporto, con carta o con certificato, rilasceremo quello che sarà necessario", perché lui partiva alle ore 13:00.

Una famiglia era a Matanzas, bisognava consultare i genitori. Si è telefonato a Matanzas, un compagno ha telefonato. Gli ho chiesto di comunicarsi con i genitori, con tutti coloro che dovesse comunicarsi, per sapere se avevano passaporto, se non ce l'avevano, ecc. Nel caso del bambino che è partito con il Governatore, i genitori avevano già deciso di partire comunque più avanti, e al portavoce gli avevano chiesto quall'era l'atteggiamento di Cuba a riguardo, perché era interesse di Helms. Il portavoce ha risposto correttamente: "Si farà quello che sarà meglio per il bambino". Ecco. Io la pensavo così.

Alla fine della riunione, siamo passati un attimo per l'ufficio per parlare con lui alcuni minuti prima di andare a cena, e allora mi ha detto Carlitos: "Il padre del bambino di Marianao non vuole che parta". Dicono che abbia parlato a lungo con il medico e non vuole che parta, gli ha detto: "Non è necessario". Un grosso problema. Penso. Vediamo cosa inventano adesso: che l'hanno pressionato, che l'hanno minacciato". In quel momento ho detto al Governatore: "Guardate cosa è successo con uno dei bambini. Troveremo il padre, il medico che l'ha intervenuto, il direttore dell'ospedale -l'ho detto alle ore 1:00 di notte-, porteremo loro qui perché incontrino la direttrice del suo ospedale di Chicago e il responsabile della sanità dello stato, un uomo in gamba, e discutano con loro e che lui spieghi i motivi per i quali decida di autorizzare o meno il viaggio, secondo la sua volontà". Questo era il bambino che avevano utilizzato per la svergognata manovra politica, che secondo quanto detto negli Stati Uniti, gli avevano proibito di accedere ai servizi del CIMEQ. Perché non aveva dollari, non c'è bisogno di leggere la tragedia; vi sono tante altre cose che non leggerò, tutte dell'indecente e famoso articolo che ho qui, da qualche parte.

Leggerò alcune frasi, d'accordo?. Essi (gli autori dell'articolo ndt.) dicono "una modesta famiglia aspetta impaziente l'arrivo di questa 'missione umanitaria'(...) Carlos Prieto e Ileana Sideris Borges, residenti nel quartiere di Marianao hanno fiducia nel fatto che la dott.ssa Lisa Thornton, direttrice dell'ospedale pediatrico di La Rabida, a Chicago, possa sentire il caso del figlio Christian, di due anni, e offrire qualche aiuto per il suo caso. Lo scorso 5 giugno, Christian è caduto dal balcone della sua casa". Era questo il bambino che doveva andare a Chicago, l'altro andava a Carolina del Nord, quello di Matanzas che adesso è là, ma forse sarà assistito a Chicago.

L'indecenza dell'articolo di riferimento è grande: "I genitori di Christian hanno la speranza che la dott.ssa Thornton, con otto specialisti medici che fanno parte della delegazione, si occupi di una richiesta del rappresentante Lincoln Díaz-Balart, repubblicano della Florida, perché visiti il bambino", non scrive al Governatore, lo fa a questa dott.ssa: "... Le chiedo che durante il suo soggiorno chieda di sapere sulla salute di Christian e che visiti il bambino e la sua famiglia, per conoscere da vicino la realtà della Cuba di oggi, dove i membri della gerarchia del regime e i turisti con dollari hanno accesso ai migliori prodotti e servizi, mentre la popolazione subisce la discriminazione e la miseria," ecc. Vi è della politica sporca dietro tutta questa gente "tanto umanitaria". Ciò è lamentabile.

L'articolo si riferisce a quanto dichiarato da Ryan: "... La mia speranza è che questa missione apra una porta, una Cuba isolata non corrisponde agli interessi d'Illinois o degli Stati Uniti". Allora dice che Díaz-Balart ha considerato: "...molto lamentabile il viaggio della delegazione d'Illinois. Non si può aspettare niente di buono di una delegazione in cui viaggiano potenti uomini d'affare, affilandosi i denti con il futuro di Cuba". Quasi quasi un comunista, vero?. Ecco il concetto che hanno degli imprenditori che accompagnavano il Governatore, lupi affilandosi i denti per lucrare con il futuro di Cuba; quasi, quasi per divorare il futuro di Cuba. Era indignante.

In realtà, nell'ospedale CIMEQ non si da assistenza a questi casi. Questi sono casi che si trattano nel miglior ospedale di riabilitazione dell'America Latina e uno dei migliori al mondo, il Centro Internazionale di Ricupero Neurologico, dove sono arrivate persone che da molto tempo non camminavano e sono usciti dall'ospedale camminando, dove vi sono specialisti in fisioterapia che per otto ore si occupano di un solo paziente. Ha una fama ed un prestigio tremendo. In questo ospedale si trattano cittadini cubani che non trovano soluzione in altri centri, e là è stato inviato il bambino.

E quando è successo l'incidente?. Circa 5 mesi fa, il 5 giugno dell'anno in corso. Tuttavia, la cosa triste in tutta questa menzogna di Díaz-Balart è che si verifica dopo che i medici dell'ospedale "Juan Manuel Márquez", nonché quelli del suddetto Centro Internazionale di Ricupero Neurologico (CIREN), hanno già salvato la vita al bambino, soprattutto i medici dell'ospedale "Juan Manuel Márquez".

Qui è più completo il caso di Matanzas (mostra documenti). Questo è il riassunto delle cartelle cliniche dei due casi; quello di Matanzas diceva qualcosa importante: "Questo paziente non ha bisogno di andare in nessun altro centro adesso, perché il nostro Paese ha la garanzia della sua assistenza. Il trattamento chirurgico non è necessario attualmente per la sua evoluzione favorevole e in un'età non raccomandata". Ecco le considerazioni finali del servizio di gastroenterologia dell'ospedale pediatrico "Juan Manuel Márquez"; esprimono la loro opinione su di esso quando glielo chiedono: "in un'età non raccomandata; ciò nonostante, se fosse necesario, l'ospedale dispone di tutte le condizioni per farlo, intervento realizzato su sei pazienti in precedenza".

Consigliano di non intervenirlo. Questo ha un'altra significazione, adesso si tratta di una cosa più seria e io glielo dico al Governatore: " Governatore, questa è una nostra responsabilità. Vi è una raccomandazione di non intervenirlo chirurgicamente, vi sono due criteri, è una cosa che va oltre, sono i genitori che devono decidere. Visto che Lei ha chiesto di portare con sé il bambino, devo spiegarle chiaramente quello che dicono i medici". Eravamo ancora seduti al tavolo dove avevamo avuto l'incontro iniziale con il Governatore, non conoscevamo ancora la decisione sull'altro caso che raccontavo, con il padre del quale ci siamo incontrati alle ore 1:00 di notte...

E dico ancora: "C'è una responsabilità: se si fa un errore, se il bambino muore, se Lei lo porta domani, e noi siamo d'accordo con il fatto che Lei lo porti con sé, senza spiegarle che vi sono due criteri, quale sarebbe la nostra colpa se si fa un intervento precoce e il bambino muore?". Inoltre, il bambino sta bene, gli ho avvertito questo, che non vi erano obiezioni dalla nostra parte; però chiedevamo a lui, quale Governatore d'Illinois, e chiedevamo ai medici della delegazione che facessero attenzione speciale a questo aspetto, che i medici cubani pensavano che non si doveva intervenire, che era precoce farlo, che il bambino aveva un'adeguata evoluzione, e che se ci fosse stato qualche problema sarebbero stati in grado di risolverlo. Questo è il caso di Matanzas, che va persino a scuola. L'altro caso, caduto da un secondo piano, è caduto testa in giù, il colpo ha provocato danni terribili, oggi il bambino non può quasi muoversi. La prima cosa che hanno fatto è stato salvargli la vita. Ciò che hanno fatto con questo bambino per salvargli la vita è molto più complesso di quello che dovranno fare al bambino di Matanzas; e se la cura per quello di Matanzas costa 700 000 dollari..., ciò che loro hanno fatto al bambino deve costare -avevo detto l'altro giorno 100 000 dollari, ma quando ho visto i dettagli e ho avuto più dati...-non si sa, un milione, due o tre; inoltre nessuno sa chi gli pagherà. Perché?. Perché questo bambino necessita di riabilitazione non so per quanti anni.

Guardate il caso con cui stanno facendo politica sporca, politica a buon mercato, i difensori del genocidio, coloro che non vogliono che si vendano generi alimentari al Paese né per bambini né per anziani, né che si vendano farmaci, e promuovono il blocco per impedirci di trovare i mezzi con cui acquistarli. Dobbiamo dire che se un giorno ci danno il permesso per acquitare generi alimentari e farmaci, bisognerà chiedersi con quali mezzi li acquisteremo, perché se non si può commerciare, non si può vendere nulla, quindi non c'è sviluppo; se si è sottoposto ad una guerra economica ovunque, allora, non vale nulla tale disposizione; dobbiamo ringraziare il giorno in cui ci venderanno alimenti, ma non possiamo risolvere nulla. E questi signori sono d'accordo con tale situazione, sono coloro che difendono il blocco e vengono a dire questa cosa infame.

Il bambino dell'incidente ha subito un'intervento iniziale perché praticamente gli è scoppiato il cervello, ha perso il 25% della massa encefalica, e dopo è stato necessario fargli altri cinque interventi, di fronte ad ogni problema che sorgeva, perché era un caso difficile; il grosso intervento iniziale e altri cinque. Ho parlato dopo con i medici, con quello che ha operato, e in dettaglio.

Dopo averlo salvato, il bambino, che era vivo, non vedeva, non ascoltava, ne aveva coscienza, né piangeva, assolutamente niente, allora hanno cominciato ad applicargli il programma di riabilitazione e viene inviato al CIREN. Tre giorni al CIREN, tre giorni al "Juan Manuel Márquez", secondo il tipo di riabilitazione. Dopo averle salvato la vita ed essendo ormai a casa, il problema di cui si parlava, era sapere che tipo di ricupero richiedeva questo bambino. Hanno studiato tutto, e hanno cominciato a riabilitarlo. Risultato: ormai il bambino vede e ascolta, ormai il bambino ha delle sensazioni, ormai il bambino piange, veramente migliora, per iniziare una strada chi sa di quanti anni. Il padre era vicino mentre parlavo con il chirurgo e con il direttore cubano dell'ospedale. Qualcuno è qui? (domanda). Entrambi sono qui. Per favore, venite qua almeno un minuto, venite qua, voglio che la popolazione vi conosca. Non sono tutti i medici, ma quelli che hanno avuto la maggiore responsabilità di salvarle la vita (presenta davanti alle telecamere i medici: il chirurgo e il direttore dell'ospedale).

Finalmente, quella sera, parlando con il padre e i nostri medici, ho domandato al primo perché aveva cambiato opinione, in quel momento aveva già ricevuto alcune copie dei documenti, diagnostici e tutto, e anche la lettera, l'articolo del New Herald che dice che il bambino non era stato assistito nel CIMEQ, allora gli ho detto: "Be', ho qui l'articolo". E mi dice che ce l'aveva anche lui ma non lì. Gli ho detto allora: "Ti raccomando di non leggerlo, ti spiacerà", perché in esso dicono che lui aveva detto questo e l'altro. L'uomo ha cominciato a piangere e mi ha detto: "L'unico che ho detto è tale frase". E' quello che ha detto. "Se vi sono altre cose sono state inventate da loro", cioè, tutta la storia del CIMEQ,

Nel CIMEQ non si trattano questi casi. Alcuni hanno parlato del jacuzzi, una specie di vasca. Questo servizio si da in alcuni poliambulatori. E un massaggio di che cosa? (Uno dei medici dice che si tratta di un trattamento d'idromassaggio.) Quanti apparecchi di questi ne abbiamo? (Risponde il direttore dell'ospedale che in quasi tutti i reparti importanti di fisioterapia ve ne sono.) E quanti ne hanno i poliambulatori? (Risponde che non sa veramente). Sai qualcosa sui poliambulatori, chiede all'altro (l'altro medico dice che vi sono nei poliambulatori che danno servizio a una grande parte della popolazione, e che sono alla portata di tutti). Cioè, è il più semplice del mondo questo trattamento di acque tiepide e idromassaggio è in realtà una vasca con alcuni apparecchi. Questo ospedale gli da assistenza, gli da l'idromassaggio in riabilitazione, e l'idromassaggio è possibile farlo anche nel poliambulatorio.

Anche voi l'avete. Che trattamento applicate all'ospedale? (Spiega il neurochirurgo che il trattamento applicato è la fisioterapia passiva con alcuni elementi di fisioterapia attiva, giacché, in questo momento, il bambino richiede soprattutto della parte passiva, dell'affetto, del lavoro della madre con il bambino, che è quello più importante adesso, nonché altre attenzioni specializzate.)

Lui riceve sei trattamenti settimanali (il medico spiega che in questo momento tre volte alla settimana si trova all'ospedale "Juan Manuel Márquez" in fisioterapia e tre volte alla settimana nel CIREN).

Una volta cominciata la riunione, in piedi, in un piccolo salotto di Palacio, alle ore 01:00 di notte, parlo con il padre, gli suggerisco di non leggere l'articolo, e mentre raccontavo loro alcuni dettagli -insieme a noi si trovava il Governatore, la Direttrice dell'ospedale di Chicago e il responsabile della sanità dello stato d'Illinois-; il padre, comunque, come ho detto, legge l'articolo, e anche senza aver finito di leggerlo comincia a piangere. Allora, in quel momento ho capito che il Governatore era arrabbiato, si sentiva ingannato nella sua buona fede dalla lettera inviata alla Direttrice dell'ospedale di Chicago. Dopo, rimango solo con i due medici, e dico loro: "Rispondetemi una domanda, quali sono le possibilità di miglioramento di questo bambino? Potrà camminare?" Dicono: "Sì, potrà camminare". Domando: "Potrà studiare?" Dicono: "Sì, potrà studiare, perché in casi simili, a questa età, anche se vi è la perdita di un alto percentuale di massa encefalica, altre parti del cervello svolgono le funzioni di quelle perse e potrà studiare", ovviamente con alcune limitazioni, ma potrà studiare.

Quando sento questo, dico: Be', è un sollievo, e il padre aveva ormai detto che non voleva che il bambino viaggiasse. Allora, alla fine, saluto tutti. Il Governatore se n'era andato prima perché erano circa le ore 02:00 di notte e lui aveva un programma per la mattina seguente, doveva visitare alcuni luoghi e doveva dettare la conferenza all'università.

Se ne è andato, l'abbiam salutato prima di partire, e sono rimasti i medici cubani e quelli statunitensi, il Ministro della Sanità e tutti gli altri hanno discusso il caso per circa un'ora in più. Discutevano ancora quando ho salutato il resto della delegazione statunitense. Dopo sono andato dal padre e dagli altri che erano là. Al padre posso dare la buona notizia: "Senta, mentre lei si era allontanato, i medici mi hanno detto questo, mi pare ottimo, perché vi è un'ampia possibilità, una possibilità di miglioramento magnifica".

Mi racconta allora com'è nata l'idea di andare là: una sorella che si trovava a Miami aveva telefonato e avviato tutte pratiche. Gli dico: "Adesso devi consultarlo anche con la madre del bambino per sapere la sua opinione". Ero contento e lui era felice per

quello che gli avevo detto. Veramente era un'ottima notizia. Cosa necessitava? Quello che stavano facendo adesso. Ecco quello che necessitava.

Qual'è la conclusione dei medici cubani? Loro hanno spiegato tutto alla Diretrice di quell'ospedale, la dott.ssa Thornton, laureata anche in una specializzazione collegata al problema di questo bambino, e allo specialista responsabile della sanità in Illinois, e, alla fine, quando avevano concluso il loro colloquio, convengono di andare all'ospedale "Juan Manuel Márquez" alle ore 09:00 di quel giorno per vedere il bambino, con i medici dello staff che lo aveva assistito e i genitori. Finiscono a questo punto, si fermano due tre ore. Quanto è durato questo? (Rispondono che circa tre ore).

Sono all'università con il Governatore quasi a mezzogiorno e dicono: "Hanno finito, stanno arrivando". Sono impaziente di conoscere la conclusione finale. La Direttrice dell'ospedale e il Ministro della Sanità d'Illinois impiegano più tempo per uscire dalla folla, fino ad arrivare all'ingresso dell'Aula Magna e parliamo con loro, e ci dicono: "L'abbiamo visitato, il bambino ha ricevuto tutte le attenzioni necessarie e gli hanno salvato la vita. Il trattamento applicato è perfetto, non è necessario che il bambino viaggi. Lo comunicano al Governatore. Giusto, è l'opinione del suo personale più qualificato; tranquillo.

Dopo vi è una confusione, perché ce n'erano diverse istruzioni: Il ministero della Sanità aveva destinato una persona per occuparsi dell'affare; quelli altri dovevano essere trasferiti da Matanzas, portati qui e sistemati; i medici dovevano essere alle ore 9:00 del mattino in ospedale, ed era necessario rintracciare i genitori. Il Governatore partiva alle ore 13:00, nel pomeriggio ed erano ancora in sospeso i visti o altri particolari. Si produce un certo conflitto all'aeroporto. Cosa capita? Il Governatore, dopo la conferenza è andato a pranzo prima di andare all'aeroporto.

Ho fatto una conferenza stampa e alla fine vado in ufficio, Carlitos mi dice: "Vi è un problema all'aeroporto, hanno portato i due bambini". Cosa è successo?. Abbiamo dovuto chiedere dopo. L'uomo della sanità aveva istruzioni di essere a mezzogiorno all'aeroporto con i due bambini, lui non conosceva il verdetto dei medici, a lui gli hanno detto: Porta entrambi là, devono esserci alle ore 11:00, lui credeva che partivano ambedue... Perché il funzionario della Sanità incaricato di tale pratica non era presente alla discussione della notte, né a quella della mattina, e lui e il funzionario di protocollo hanno portato i bambini con i genitori all'aeroporto. Verso le undici. L'incontro che avevo sostenuto all'ingresso dell'Aula Magna era stato a mezzogiorno, un po' più tardi perché vi sono stati diversi discorsi, non solo quello del Governatore, o del Rettore, o quello del professore che suona la campana, sapete come sono le cose lì. Dopo abbiamo salutato alcune persone e abbiamo aspettato i medici.

Lui era impaziente per uscire, e gli dico: "Aspettiamo i medici". I medici sono arrivati, dopo mezzogiorno. Vado alla mia conferenza stampa, lui al suo pranzo, e ipoteticamente partivano alle ore 13:00, e io gli dico: "Ciò non sarà possibile alle ore 13:00."

Ai giornalisti, anch'essi impazienti, gli ho detto: "Non impazientitevi". In una conferenza stampa improvvisata che appena si sentiva, gli ho detto: "Non preoccupatevi, ho detto al Governatore e agli altri che non possono partire senza di voi". Dunque, sono stati là e poi li ho accompagnati fino al pullman. In quel momento mi dicono che vi era un problema all'aeroporto, che avevano portato i due bambini, che la Responsabile dell'Ufficio d'Interessi era arrabbiatissima, che "come mai avevano portato questi bambini senza visto". Non so cosa pensava di fare quell'uomo incaricato di prendere i bambini e la famiglia e portarli a tale ora all'aeroporto, che, in fin dei conti, erano le istruzioni dategli quando non si era ancora presa una decisione dai medici. E' stato giusto, perché qualora fosse stata presa la decisione di partire, non avrebbero fatto in tempo se fossero stati ancora a casa, e sarebbero partiti due ore più tardi, e il Governatore sarebbe partito chissà a quale ora invece di farlo alle ore 13:00. Infine, il Governatore è partito dopo le ore 14:00, o molto più tardi.

La Responsabile della SINA, furiosa dicendo che era tremendo, che avessero portato i bambini senza visto, il Governatore aveva chiesto alla SINA che sbrigassero le relative pratiche in modo urgente, e si suponeva che fosse risolto. E quando mi dicono tutto questo, sento pena per il Governatore, e chiedo: "Dov'è il Governatore in questo momento? Avvertitegli, telefonate Remírez e spiegatele cosa succede, che sono all'aeroporto, che vogliono partire".

Siccome si doveva ancora comunicare questa informazione al Governatore perché lui prendesse la decisione, i medici statunitensi hanno dato la loro opinione ai genitori del bambino di Marianao, ma hanno detto che non potevano decidere finché non avessero parlato con il Governatore, che la decisione finale si sarebbe adottata dopo aver parlato con il Governatore. Hanno parlato con il Governatore, all'ora che vi ho detto, uscendo dall'Aula Magna. Quando il Governatore andava verso l'aeroporto, Barrios -un responsabile del Dipartimento degli Affari Esteri, incaricato dei rapporti con gli Stati Uniti, e che aveva accompagnato il Governatore durante tutto il suo soggiorno, un compagno molto serio - va avanti in una macchina, gli do alcune istruzioni, arriva velocemente.

Quando arriva mi dice: "Vi è un problema qui all'aeroporto". Dico: "E' arrivato il Governatore?" Dice: "No, il Governatore sta arrivando". Gli dico: "Cerca di dare soluzione a tutti problemi, di spiegare; aspettali lì". E il Governatore è arrivato più tardi.

Qual' era la nostra preoccupazione? Che il Governatore si è meravigliato. Ha detto: "E come hanno potuto passare il posto d' Immigrazione?". Perché la Responsabile della SINA era arrabbiata. Sì, avevano passato Immigrazione e avevano passato tutto perché non sapevano la decisione adottata dal Governatore ed erano là.

Vi è un altro incidente, dopo si vedrà.

Mi dispiaceva, come ho detto, per il Governatore, ma siccome avevamo rispettato strettamente quanto convenuto, mi preoccupava che avendo convenuto alle ore 12:00 che partiva uno solo dei bambini, gli avessero portato in aeroporto tutti e due. Ho detto a Barrios di spiegargli bene quanto era successo perché lui potesse prendere qualunque decisione, in uno o altro senso. Lui ha comunicato e ha detto che quel bambino, secondo i criteri dei suoi specialisti, non aveva bisogno di viaggiare, che se, per caso, fosse stato necessario l'ospedale, allora l'avrebbero ricevuto. E' stato così.

Bene, tornano i genitori a casa, e il giorno successivo, il 29, si presentano in Immigrazione chiedendo l'autorizzazione all'espatriazione. Dico: Cos' è successo ancora una volta? Prima se ne andavano, dopo no. I medici danno il verdetto, non partivano. Rientrano tranquilli e il giorno successivo notizia da immigrazione: Permesso di espatriazione: Domando: "Cos' è successo?" Dicono: "Hanno telefonato da Miami dicendo che avevano trovato un ospedale non so dove e che li aspettano". La SINA aveva concesso subito i visti.

Allora, dovevano compilare le schede, i requisiti per l'espatriazione in Immigrazione. Noi volevamo fare alcune indagini per avere alcuna informazione addizionale, e l'opinione reale, che vi era su quell'ospedale, perché avevamo un'altra seria preoccupazione: Tutto quanto è un piano di questo signor Díaz-Balart giocando con il bambino e la tragedia dei genitori.

Io sono convinto che è sconveniente portare via questo bambino, che in nessun posto potranno dargli il trattamento per anni che qui è garantito, questo costa milioni di dollari. E la vita del bambino è stata salvata, e vi è anche la promessa del Governatore d'lllinois: se un giorno fosse necessario, loro, a Illinois, l' avrebbero ricevuto.

Quale sarà il destino di questo bambino cui la medicina e gli specialisti cubani gli hanno salvato la vita?. Quanto avrebbero costato questi interventi e tutto il trattamento in più di quattro mesi, se dicono loro che costa 700 000 dollari l'altro caso? Bisogna moltiplicarlo almeno per cinque. Sono anni di trattamento!, fino al giorno che potrà andare a scuola, o imparare, che è la speranza dei medici. E il bambino è migliorato, e vi sono prove, l'hanno verificato i medici statunitensi. Ecco la situazione attuale e ho voluto spiegare i particolari perché è un problema serio.

Ci devono dare garanzie che se i genitori vogliono portarlo negli Stati Uniti verrà assistito in un ospedale di ottima qualità, e, ovviamente, non in un ospedale di Miami, perché questo è stato un'offesa, un insulto a tutti, una trappola; un crimine di politica sporca.

Ecco il problema, hanno esercitato pressione sui genitori del bambino. Il giorno successivo, l'hanno fatto ancora, coloro di Miami e per Miami. Show e ancora show.

Adesso, noi, in questa situazione, potremmo autorizzare l'espatriazione del bambino, ma deve darci la garanzia il governo degli Stati Uniti, non un mafioso miserabile. La garanzia che il bambino sarà inviato al miglior ospedale degli Stati Uniti, e immediatamente diamo l'autorizzazione alla madre perché viaggi insieme al bambino; immediatamente, può essere dopo domani, se bisogna decidere, e garantire ciò che il bambino ha qui garantito.

Adesso dev'essere il Governo degli Stati Uniti a pronunciarsi, e al più presto possibile, e che ci dica qual' è il migliore ospedale negli Stati Uniti per occuparsi di questo caso, a cui hanno salvato la vita i medici cubani. E' quasi un oltraggio nei confronti dell'ospedale che gli ha dato assistenza, dello sforzo svolto da loro, riconosciuto inoltre da una nota specialista di uno dei migliori ospedali degli Stati Uniti, quello di Chicago. Ma adesso non possiamo esigere al Governatore d'Illinois che porti il bambino; deve essere il governo degli Stati Uniti.

Abbiamo dedicato molte ore a questo, tempo perso, che qualcuno negli Stati Uniti si occupi adesso di compiere questo requisito e il bambino partira d'immediato, appena daranno la garanzia di un'ottima attenzione e ci assicurino che questo non sarà oggetto di sporca politica, come è stato fino adesso.

Ecco il nostro atteggiamento, e lo dico qui. Credo che non se ne deve parlare più. Mi riferisco al caso dei due bambini.

Allora passiamo ad un altro argomento.

Ho dovuto spiegare tutto questo perché, come lei capirà, è molto serio.

Marina Menéndez.- Lei diceva nell'introduzione che uno dei motivi che avevano determinato tale momento d'isteria anticubana negli Stati Uniti, oltre la visita del governatore Ryan, era la vicinanza del Vertice Latinoamericano, e ha parlato del fallimento di tentivi di sabotaggio. Mi piacerebbe che lei parlasse un po' di più su questo argomento.

Fidel Castro.- D'accordo.

Ormai, ci sono in giro dei documenti che parlano di sabotare il Vertice, là, all'interno della mafia, stanno inventando cose. Qui ho un sacco di dati, ma non li leggerò, non ce n'è bisogno, capite? I tentativi di sabotare il Vertice vanno avanti da alcuni mesi, da luglio, sì, forse da molto prima. 

Allora, leggerò qui. Tu ti sei riferita al Vertice, non al sabotaggio, non ai rapporti, perché sono due argomenti diversi.

Giornalista.- No, no, al Vertice Iberoamericano.

Fidel Castro.- Tale è stato il compito dell'Ufficio d'Interessi.

Lo preferirei citare alcuni precedenti, e ti leggerò dall'inizio.

Qui c'era un signore di nome Kozak, che era il Capo dell'Ufficio d'interessi. E c'era un signore del Dipartimento dello Stato chiamato Hamilton, che svolgeva la carica di Sottosegretario di Stato per gli Affari Interamericani, quello era un uomo più ragionevole, più decente. Lo posso dire perché quando lui era qui, ad esempio, si sono presentati dei problemi relativi alla guerra nel Kosovo, alcune informazioni che hanno inviato su Guantánamo per ricevere rifugiati provenienti dal Kosovo, ci sono stati degli scambi a riguardo; io me ne sono occupato personalmente, perché era una sitauazione molto seria. Non è che ci abbiano consultato la decisione, ma, per la prima volta, hanno avuto la gentilezza d'informarci previamente tali decisioni. La nostra posizione a riguardo si conosce.

C'è stato anche il famoso incontro di baseball di Baltimore, e un problema enorme perché c'era gente che voleva a tutti costi sabotare il gioco di baseball lì, negli Stati Uniti. Allora, il problema: non c'erano i visti, essi ne hanno ritardato il rilascio e poi li hanno concesso soltanto a una parte della delegazione, ma non tutti quanti ne avevamo richiesti. Quando il gioco degli Orioles, qui abbiamo rilasciato tutti i visti richiesti, e ci sono stati alcuni aerei che hanno chiesto l'autorizzazione per l'atterraggio appena due ore prima dell'arrivo, nonché i visti, e gli abbiamo detto: Venite. E gli abbiamo offerto tutte le facilità. Ed è venuta molta gente dagli Stati Uniti.

Ciò che avevamo convenuto era che i nostri atleti sarebbero andati negli aerei cubani, come hanno fatto loro che sono venuti negli aerei nordamericani. Pensavamo di enviare in un aereo tutte le persone possibili. Allora, ci hanno comunicato la preoccupazione che fosse sequestrato. Ci hanno detto: "E' quasi sicuro che lo sequestreranno", per lo stesso motivo in virtù del quale ci hanno sequestrato i fondi dell'impresa telefonica ETECSA. Bene, erano in realtà preoccupati. Vale a dire, per noi non era troppo difficile rinunciare a tale accordo e al diritto di trasferire i nostri atleti nel nostro aereo. Eravamo lì, fermi, dicendo che non era corretto viaggiare in un'altra aerolinea.

Quest'uomo, Hamilton, rispondeva, spiegava, ci ha dato una spiegazione abbastanza ragionevole sui rischi. Era evidente che lui non aveva l'intenzione di ostacolare. Allora, erano preoccupati sul serio, ed era quasi certo che avrebbero sequestrato il nostro aereo. Ho pensato: se c'impegnamo oltre in far partire l'aereo, probabilmente l'incontro non si realizzerà, e tutto lo sforzo che ha fatto tanta gente dall'altra parte, gente di Baltimore, e tante altre persone del mondo dello sport degli Stati Uniti, si perderà, allora sembrerà un nostro capriccio. E di fronte alle realtà che indicano che siamo impotenti per impedire il sequestro dell'aereo, sembrerà che ciò che vogliamo è creare un grande problema lì; perché si avrebbe potuto creare un grande problema se a tutta la nostra squadra e ai più di 250 cittadini che accompagnavano la squadra e i tecnici gli sequestravano l'aereo. Alla fine sono stati 300, perché, siccome abbiam dovuto noleggiare un altro aereo, quell'altro aereo aveva una capacità per 300 persone, abbiamo aumentato il numero, alcuni giorni prima, con tempo sufficiente per concedere i visti.

Ah! però hanno cominciato a molestare e i visti non arrivavano. Qui c'era Kozak generando problemi, con alcune persone là che l'appoggiavamo. Poi abbiamo saputo che tutti i visti erano già a Cuba e non è successo niente, è stato soltanto un tentativo di eliminare una parte di coloro che dovevano viaggiare, limitare a 200 il numero, ed erano già tutti i trecento con i passaporti pronti all'Avana. Ah!, erano stati molto selettivi. Chi avevano deciso che non andrebbe? Ordaz non ci andava. Ci hanno comunicato quello, che il visto no...che lui non poteva viaggiare. Quando ho saputo che vietavano che viaggiasse Ordaz, ho ricordato subito le immonde calunnie fattegli a Ordaz, un uomo che l'anno scorso era andato a Washington per ricevere un premio dell'Organizzazione Panamericana della Sanità. E mi sono ricordato perché i gusanos ( vermi, nome usato dal popolo cubano per riferirsi ai controrivoluzionari e traditori ndt.), quei ripugnanti soggetti, avevano inventato la calunnia -ormai non nel Viet Nam- che quel ospedale che dirige da tanti anni, di cui si può dire veramente che è uno dei migliori del mondo, che ha avuto un successo collossale, riconosciuto a livello internazionale, era un centro dove erano torturati i prigionieri politici,"i prigionieri di coscienza"; che in quel ospedale c'era un dipartimento di torture.

Vi racconto che mi sono riunito con i trecento che dovevano viaggiare, compresa l'intera squadra, e nel pomeriggio, prima della partenza, ho detto loro: "Se vietano solo uno dei compagni presenti, compagni che non hanno commesso nessun delitto, che non hanno precedenti penali, allora, non ci va nessuno. L'incontro è stato realizzato nello stesso luogo dove si è tenuto il processo a causa della Domanda (si riferisce alla domanda presentata dal popolo cubano contro il governo degli Stati Uniti ndt.); e la gente ha cominciato a applaudire e tutti hanno appoggiato la decisione all'unanimità: Se non va uno, non ci va nessuno.

Ormai, avevamo detto ai nordamericani che se quel problema non veniva risolto noi non partivamo. Avevamo persino cambiato l'ora della partenza, perché dovevano fare l'allenamento là, al pomeriggio, e forse cercavano d'impedirlo ritardando il visto fino a mezzogiorno, quindi abbiamo detto: "Allenate durante la mattina, e aspetteremo poi fino al pomeriggio".

Ovviamente, abbiamo avvertito tutti là: coloro degli Orioles, tutti coloro che si erano interessati per quanto ci stava accadendo, una quantità d'importanti personalità e autorità di quel paese ch'erano a favore dell'incontro sportivo e si sono mobilitati e hanno realizzato alcune pratiche, persino con il Presidente. Non era ancora finita la riunione di cui parlo, quando ci è giunta la notizia annunciando la soluzione del problema. Perché noi abbiamo ragionato, abbiamo inviato una risposta ben ragionata. In quanto all'aereo, abbiamo detto loro: "Sentite, a riguardo siamo disposti a cedere, ma non in altre cose. Abbiamo rinunciato a quel diritto, ma a questo non rinunceremo, perché ingiusto, arbitrario. Noi abbiano rilasciato i loro visti appena l'hanno richiesto, perfino con solo due ore di anticipazione, come vi ho già raccontato, e adesso dall'Ufficio d'Interessi ci dicevano che non era possibile concedere i visti dopo averci detto prima di sì".

In realtà, non ci hanno detto di no; ciò che ci hanno detto era che 100 degli integranti della delegazione non potevano viaggiare e in questo elenco, oltre Ordaz c'erano i contadini, coloro delle organizzazioni di massa, gli studenti, essi erano stati esclusi. E noi abbiamo detto: "Se essi non viaggiano, non c'è gioco".

Sarebbe stato un bel guaio nei confronti di coloro che negli Stati Uniti avevano speso tantissimi soldi, quasi un milione di dollari erano già stati venduti in biglietti d'entrata, e per un motivo tanto stupido e assurdo per poco non è crollato tutto. Noi, nel caso riferito, avremmo preferito che non ci fosse stato l'incontro.

Conclusa la riunione, avevamo ricevuto già la notizia enviataci da Ramírez secondo cui tutti senza eccezione erano stati autorizzati a viaggiare. E così sono andati negli Stati Uniti.

Comunque è questa la tattica di solito utilizzata contro di noi: il metodo di fustigazione, di persecuzione. E' questo lo stato che raggiungono le difficoltà per risolvere qualunque problema, ed era proprio questo il compito di tutta la gente della SINA (Sezione d'Interessi Nordamericani ndt.). Quindi, hanno creato dei problemi (coloro della SINA ndt.) finché i nostri atleti sono partiti e sono ritornati, tutti, eccezione fatta da Betancourt, un ex-atleta che è rimasto là, un pitcher mancino, mica tanto bravo -non dirò niente di male su di lui-; quando era qui, veniva con noi a vedere l'allenamento, come tanti altri tifosi. Lui è rimasto là, non parlerò su questo. Non l'aveva pensato, l'ha deciso lì.

Il 16 luglio di quest'anno, 1999, si è tenuto un cocktail nella residenza dell'allora capo della Sezione d'Interessi Nordamericani(SINA), Michael Kozak, a cui sono stati invitati sei capi e 33 elementi controrivoluzionari, tra cui alcuni integranti della cosidetta "stampa indipendente". Gli inviti erano stati realizzati dall'ufficio di stampa e cultura della suddetta sede, a richiesta del capo della SINA. Lo scopo della riferita attività era salutare Michael Kozak che partiva e ascoltare la brillante aringa fatta da questo. Vale a dire, ricevere nella sede della SINA le suddette persone perché esse non avevano potuto partecipare al ricevimento organizzato in occasione del 4 luglio. Ha organizzato uno il 2 luglio per i cittadini nordamericani, e prima della partenza realizza una attività esclusiva per i controrivoluzionari. E quale è stato il discorso?

Testo del discorso pronunciato il 16 luglio 1999. Vi leggerò i paragrafi più importanti:

"Benvenuti alla nostra celebrazione del 4 luglio. Desidero condividere con voi le idee che ho riferito ai cittadini statunitensi durante la nostra commemorazione il 2 luglio. Mi sembra importante che voi conosciate ciò che noi pensiamo sia la nostra missione nel

vostro paese. Alcuni colleghi ed io partiremo fra poco. Ed è in questo contesto che voi dovete capire il mio discorso:

"Questo non è soltanto l'ultimo 4 luglio del secolo XX. Questo, probabilmente, è l'ultimo 4 luglio che alcuni di noi festeggieremo a Cuba -almeno sotto l'attuale governo.

"I nostri colleghi che rimarranno qui continueranno lo sforzo per aiutare il popolo cubano a realizzare una transizione pacifica verso la democrazia. Questa continua ad essere l'essenza della nostra missione. Però, finché non consegneremo la guida a un nuovo team, risulta utile riflettere sui nostri propositi."

(...)

"Vogliamo democrazia a Cuba perché i nostri consoli non devano agire secondo la premessa che la maggior parte dei cubani sensati non desiderano altro che scappare dal proprio paese.

"Vogliamo democrazia a Cuba perché non vogliamo vedere i nostri guardacoste utilizzare tubi d'acqua e gas contro persone il cui unico delitto è cercare di costruire per sé stessi una vita migliore in libertà.

"Vogliamo democrazia a Cuba perché non desideriamo vedere qui una sitauzione caotica -simile a quella che loro vogliono provocare- "che ci costringa ad una serie di alternative sociali e militari.

"Vogliamo democrazia a Cuba perché, semplicemente, questo popolo ha già sofferto abbastanza."

(...)

"Spetta ai cubani risolvere la propria situazione. Tuttavia, così come i nostri antenati necessitarono dell'aiuto dall'estero quando lottavano per raggiungere il diritto democratico di prendere le proprie decisioni, il popolo cubano necessita del nostro aiuto e di quello degli altri per ricuperare quel diritto fondamentale."

(...)

"Quindi, per celebrare l'inizio della democrazia nel nostro paese, dedichiamoci ancora ad aiutare i notri colleghi cubani a ricuperare la propria.

"Questa sera, qui, posso assicurarvi che nonostante essere questa l'ultima mia celebrazione del 4 luglio prima della conclusione della mia missione a Cuba, coloro che mi seguano continueranno gli sforzi per i diritti umani fondamentali in questo bel paese.

"Tante grazie."

Questo è il discorso

Bene, ho appena finito di leggere l'aringa del maresiallo Michael Kozak alle sue truppe durante il commiato di questo, assicurando loro che tutto sarà uguale, che coloro che verranno dopo lui faranno lo stesso, ed è esattamente ciò che sta accadendo.

Quali persone erano al cocktail? Beh' c'era una specie di cocktail, una miscella: capi controrivoluzionari -vi dirò i nomi- : Elizardo Sánchez Santacruz Pacheco, Odilia Collazo, Lázaro Cuesta Morúa, Mario Julio Viera, Lázaro Cabrera, Gustavo Arcos Bergnes, e, inoltre, Néstor Baguer, Raúl Rivero, Marvin Hernández, Ricardo González, Tania Quintero, Juan A. Sánchez, Jorge Olivera, Lázaro Rodríguez, María del Carmen Carro, Jesús Zúñiga, Manuel David Orro, Oswaldo de Céspedes, Aurora del Busto, Luis García, Manuel Vázquez Portal, Armando Añel Guerrero, Claudia Vázquez, María de los Angeles González, Gilberto Figueredo, Manuel Brito, Mercedes Moreno, Omar Rodríguez Saludes, Mario Julio Viera, Carmelo Díaz, Pedro Pablo Ramos, Ramón Alberto Cruz, Adolfo Fernández, Juan Carlos González de Avila, accompagnato da Maritza Calderón, Gustavo Rafael Rodríguez, Edel García -di Caibarién-, Raúl Humberto Colás, Berta Mexidor, Santiago Santana -di Santiago de Cuba-; vale a dire, con l'invito ha riunito attorno a sé la sua più diletta gente.

Inoltre, sono state invitate 16 agenzie stampa straniere: CNN, AP, AP-TN, ABC, NBC, El Clarín, AFP, BBC, REUTERS, NOTIMEX, ANSA, EFE, El País, Financial Times, Proceso, TVE. Le hanno invitate, e non attribuisco ad esse alcuna colpa; tuttavia, sì, noi conosciamo bene le tattiche e i collegamenti, perché quanto hanno fatto quasi, quasi implica un'offesa nei confronti dei corrispondenti della stampa. Devo dire, con tutta onestà, che alcuni, pochi, l'hanno fatto con grande piacere, non voglio citarne i nomi; alcuni di quei pochi che lavoravano strettamente collegati alla SINA nei piani di sovversione e distabilizzazione, ormai non sono a Cuba. Dopo vedremo come organizzavano i show.

(Rappresentanti di tre agenzie stampa, ANSA, REUTERS e NOTIMEX, hanno affermato di non essere stati presenti in quella riunione, ci possono essere anche altri. Sto parlando della lista delle agenzie invitate. Non si menzionano i nomi dei corrispondenti. Non vogliamo incolpare o danneggiare nessuno.)

Ciò è avvenuto nella cerimonia di commiato dalle sue truppe, con i capi controrivoluzionari, anche se non c'erano tutti. Credo che questi capi appaiono in qualche altra parte. Non ci sono problemi, loro distribuiscono dolci per tutti, ce n'è per tutti, il contatto tra loro è costante.

Ma, ascolterete ancora delle cose che vi faranno persino ridere.

Bene, stavo parlando del 16 luglio.

Quell'uomo che avevamo conosciuto -ho detto che nel Dipartimento dello Stato c'era un uomo che, quasi per eccezione, almeno ragionava e ci ha convinto del pericolo reale di sequestro dell'aereo cubano-, aveva un modo di dire le cose con rispetto e con un po' di talento diplomatico grazie a cui alcune cose venivano risolte. Sì, si è risolto il problema del viaggio a Baltimore, che era abbastanza difficile; ma, ormai non è più al Dipartimento dello Stato, hanno messo un altro. Già allora si sapeva chi doveva sostituire Kozak, e quali erano le caratteristiche della persona che doveva venire, perché in data tanto precoce quanto il 1992, ormai ci stava dando fastidio, veniva qui, in visita, e già la conoscevamo, alcuni dicevano che era peggiore di quello che partiva.

E' chiaro che in materia di Uffici d'Interessi non vale l'agreement; quel famoso agreement non si usa, semplicemnete il paese nomina. Se ci fosse stato agreement, con tutte le informazioni che avevamo, avremmo detto: Per favore, fate un'altra proposta. Anche se forse nominano 10 e i 10 sono identici e perfino con la stessa idea fissa. Quindi, non abbiamo discusso a riguardo. Io penso che abbiamo tutto il diritto di dire le cose tranquillamente, e ciò non vuol dire che dichiareremo la signora non grata, sarebbe una perdita di tempo e non si guadagnerebbe niente; tuttavia, è conveniente che il nostro popolo conosca quali sono le missioni dei funzionari della SINA. Non sono qui soltanto per concedere i visti, sono qui per fare la guerra, per cospirare contro il paese in modo incessante e aperto, non si nascondono nemmeno.

Dunque, presto avrebbero cambiato il Capo della SINA, avevano già nominato un nuovo capo del Buro di Affari Cubani in sostituzione del Sig. Ranneberger e aveva concluso la missione il signor Hamilton. Se il nuovo capo del Buro fosse stato in funzioni all'epoca di Baltimore, quei problemi non sarebbero stati risolti, sarebbero finiti male, e ci sono stati altri problemi da risolvere, molte cose da discutere, affari pratici.

Dal 3 al 9 agosto 1999, ha visitato il nostro paese il nuovo Capo del Buro Cuba del Dipartimento dello Stato nordamericano, Charles Shapiro. Viene ormai come Capo del Buro, c'era ancora Kozak alla SINA perché non è partito subito. Il nuovo capo non c'era ancora.

Il 5 agosto alle ore 15:30 -era a Cuba solo da due giorni-, Shapiro ha avuto un incontro con alcuni dei capi dei gruppi controrivoluzionari nella residenza del Capo della SINA, Michael Kozak, a cui hanno partecipato, inoltre, Lawrence Corwin, Victor Vockerodt e Mark Shaheen -sto pronunciando i nomi con il mio proprio stile inglese-, segretario stampa e cultura, secondo segretario dell'Ufficio di Affari politici ed economici, e secondo segretario e viceconsole della suddetta sede, rispettivamente.

I capi controrivoluzionari presenti erano Elizardo Sánchez Santacruz Pacheco -che era presente anche al cocktail- , Osvaldo Payá Sardiñas, Odilia Collazo Valdés, Jesús Yánez Pelletier, Leonel Morejón Almagro, Lucas Gálvez, Manuel David Orrio y Jesús Zúñiga. Alcuni nomi si ripetono, erano anche al cocktail. Otto capi, in questo caso la scelta è stata più limitata.

Durante la riunione, Shapiro si è interessato nei seguenti argomenti:

Situazione odierna della repressione e violazione dei diritti umani a Cuba;

Situazione economica del nostro paese;

Vantaggi per Cuba derivati dalla celebrazione nell'isola del Vertice Iberoamericano.

Opinioni dei controrivoluzionari relative agli investimenti esteri, fondamentalmente i nordamericani.

Situazione dei prigionieri controrivoluzionari nelle carceri;

Influsso della radio e la TV sovversive sulla popolazione.

Funzionamento dei lavoratori per conto proprio (privati, free lancer ndt.).

Il funzionario del Dipartimento dello Stato ha proposto direttamente ai capi dei gruppi controrivoluzionari di organizzare un vertice parallelo a quello iberoamericano, suggerendo loro di utilizzare quale mediatore tra loro e i presidenti visitatori, José Miguel Vivanco, direttore generale per le Americhe, dell'organizzazione Humans Right Watch. Ciò è avvenuto il 5 agosto.

Dopo, il 10 agosto, in una pagina di Internet, è apparso un articolo firmato dal "giornalista indipendente" Manuel David Orrio, partecipante alla suddetta riunione -e anche alla precedente- anche se non quale capo, perché ognuno ha la propria categoria professionale.

Nell'articolo intitolato "Un incontro con Charles Shapiro", si divulga una rassegna di alcuni degli aspetti trattati nell'incontro, sottolineando le dichiarazioni dei controrivoluzionari, in concreto, l'opinione tra essi prevalente e presuntamente comunicata ai nordamericani sulla convenienza di eliminare le restrizioni imposte dal governo nordamericano alle remesse di soldi e ai viaggi verso l'isola, come modo d'influire nell'evoluzione della nostra società. Questo atteggiamento nei confronti delle remesse di soldi si allontana da quello tradizionale mantenuto dalla mafia di Miami e da quello sostenuto da Vladimiro e suoi amiconi due anni fa. Adesso le loro speranze si basano sugli effetti politici di tali remesse in mezzo al periodo speciale.

Rispetto al vertice parallelo, il suddeto articolo si è limitato a indicare testualmente: "Vari dissidenti hanno opinato sulla realizzazione del Vertice Iberoamericano come opportunità per richiamare l'attenzione sulla situazione dei diritti umani a Cuba. In questo senso si è analizzata la possibilità di organizzare un vertice alternativo sui diritti umani". Quando ormai era già stato discusso tra tutti i capi e il capo degli Affari Cubani del Dipartimento dello Stato.

Ebbene, ho detto in precedenza che la signora Vicky Huddleston, in occasione della visita realizzata in settembre del 1992 allo scopo di cercare di eliminare l'aiuto umanitario in medicine che inviavano le istituzioni religiose nordamericane, si è incontrata alla SINA con diversi capi controrivoluzionari, tra cui Elizardo Sánchez Santacruz e Gustavo Arcos Bergnes, e ha domandato loro l'opinione rispetto all'approvazione della Legge Torricelli. Guardate da quanto tempo, sette anni!, questa signora lavorava contro di noi.

Dopo il suo arrivo a Cuba, il 30 settembre di quest'anno, realizza alcune attività iniziali, organizza incontri, realizza indagini, e il 4 ottobre realizza una visita di cortesia al direttore di America del Nord del Ministero degli Affari Esteri (MINREX), Dagoberto Rodríguez Barrera, accompagnata dall'appena designato primo segretario per gli affari politici ed economici della SINA, Jeffrey D'Laurentis.

Durante l'incontro, il capo della SINA, Vicky Huddleston, ha osato -si può dire così- riferirsi alla sua recente visita a Miami, dove, secondo quanto ha detto, diversi settori della comunità cubana all'estero insistono che si devono realizzare cambiamenti nell'isola -arriva qui e praticamente ci da ordini-, senza la presenza del Comandante, argomento che è stato rifiutato dal funzionario del MINREX.

Ebbene, ha detto ciò quando era appena arrivata; dopo, ha fatto tutto quanto vi ho raccontato. E, quale cosa importante, dopo la grande battaglia attorno al Governatore, nella mattina del 25 ottobre ha organizzato nella sua residenza una colazione in onore del Governatore, invitando...ma, ho già raccontato anche quello.

Il Governatore è arrivato il 23. Il 25 -lo stesso giorno in cui incontra i capi controrivoluzionari Elizardo Sánchez Santacruz -questo è onnipresente-, Oswaldo Payá Sardiñas, Vicente Escobar, Gustavo Arcos Bergnes, Odilia Collazo, Jesús Yánez Pelletier, Mercedes Moreno e Manuel David Orrio. Alcuni nomi si ripeteranno ancora.

Un'altra cosa strana. Il 28 ottobre 1999, ha realizzato un viaggio di monitoraggio ai balseros della provincia di Matanzas. Sanno che in virtù delle conversazioni posteriori agli accordi migratori, e allo scopo di adempiere il meglio possibile alle misure convenute, la parte cubana ha concesso ai funzionari della SINA qualcosa che non è negli accordi sottoscritti: facilità per comprovare il modo in cui Cuba adempiva alla politica decisa nei confronti degli emigranti illegali che erano fatti ritornare al paese. Tale privilegio che, in buona fede e con carattere temporale, cercando di creare un'atmosfera di fiducia, è stato concesso alla SINA, è servito anche per realizzare contatti e attività di tutto un altro carattere: monitoraggio e patente di corsa per cospirare e stabilire contatti con altri scopi. Adesso più che mai dobbiamo assicurarci che ci sia monitoraggio e nient'altro, e se Alarcón (Presidente dell'Assamblea Nazionale del Potere Popolare Di Cuba e rappresentante cubano nelle trattative per gli accordi migratori ndt.) fosse qui potrebbe spiegare meglio la questione che non è contenuta negli accordi; perché ormai si è dimostrato e ben dimostrato che noi adempiamo agli accordi, e che quelle cose a cui ci siamo in essi impegnati vengono adempite rigorosamente, e il monitoraggio non può essere eterno, soprattutto se quello che esiste in realtà è un'eterna cospirazione.

Quindi, il 28 ottobre, il capo della SINA realizza il viaggio di monitoraggio ai balseros della provincia di Matanzas, accompagnata da Patricia Murphy e Jaime González. Questa attività non ha precedenti in altri capi della SINA. E'una nuova procedura.

Il 29 ottobre 1999, Vicky Huddleston è stata citata da Dagoberto Rodríguez, direttore di America del Nord del nostro MINREX, per esprimerle il malessere delle autorità cubane per l'atteggiamento da lei assunto durante il commiato all'aeroporto del Governatore d'Illinois. Il capo della SINA si è presentata accompagnata dal secondo capo della suddetta sede, John Boardman.

Il funzionario del MINREX ha spiegato al Capo della SINA che la sua irruzione intempestiva nella sala dove si trovava il Presidente del Parlamento cubano salutando il Governatore, era stata considerata dalle autorità cubane come una azione inapropriata, irrespettosa, offensiva e inaccettabile, non soltanto nei confronti del compagno Ricardo Alarcón de Quesada, ma anche nei confronti di tutte le autorità cubane; è entrata lì mediante la forza, spingendo.

Il funzionario ha precisato che esistevano regole di protocollo valide per tutte le missioni diplomatiche, e che sono state da esse sempre rispettate, persino dalla propria SINA, nel caso dei precedenti capi missione, e che non eravamo disposti a permettere la repetizione di tali atteggiamenti, suggerendole di ritornare al rapporto professionale che esisteva tra la SINA e il MINREX e di capire che a Cuba le regole le stabiliscono le nostre autorità, come succede in qualunque parte del mondo.

Vicky Huddleston ha cercato di giustificare l'irruzione dicendo che il Governatore le aveva chiesto di parlare con lei, e che aveva l'informazione che appena arrivato all'aeroporto il Governatore salirebbe direttamente in aereo. Ha aggiunto che l'argomento oggetto della conversazione sarebbe stato quello dei visti dei due bambini che dovevano viaggiare con lui.

Ha detto, inoltre, che non conosceva del commiato e che i compagni della Sicurezza le hanno impedito l'entrata, motivo per il cui lei ha forzato la situazione per raggiungere il Governatore, senza sapere che lui era con il Presidente del Parlamento. Ha affermato che il suo atteggiamento era stato l'adeguato e che invece erano stati i compagni della Sicurezza coloro che avevamo agito in modo scorretto vietandole di raggiungere il Governatore.

Di seguito, ha manifestato che non c'era stata cooperazione tra le autorità cubane e la SINA durante la visita del Governatore, e che non accettava il nostro criterio secondo cui il suo atteggiamento non era stato l'adeguato.

Ha anche detto che il Governatore non aveva adempito a quanto da lui dichiarato quale scopo del suo viaggio a Cuba quando ha richiesto l'autorizzazione dal governo nordamericano, perché non si era limitato alle attività umanitarie e aveva parlato anche di affari.

Ha aggiunto che nel futuro, se ci saranno altre visite, il che ha messo in dubbio, dovrà garantire che siano compiuti gli obiettivi dichiarati.

Rispetto a questo tema, il funzionario del MINREX cubano le ha risposto che non avevamo alcun interesse d'interferire le decisioni del governo nordamericano, e nemmeno le loro manovre per restringere il diritto dei cittadini di visitare Cuba e di riunirsi con chi volevano, e che se avevano qualcosa da dire nei confronti dell'atteggiamento del Governatore, dovevano dirlo a lui, poiché si trattava di un problema tra il governo degli Stati Uniti e un cittadino di quel paese, spiegandole, inoltre, che non avevamo imposto i nostri interessi alla delegazione, per il contrario, avevamo proporzionato loro la possibilità di vedere e fare ciò che loro avevano desiderato.

In riferimento al commento sulla necessità di cooperazione nelle possibili future visite, il funzionario del MINREX ha detto al Capo della SINA che ciò sarà possibile soltanto quando loro cambieranno la politica e avranno l'intenzione che tali cambiamenti contribuiscano a migliorare i rapporti; tuttavia, finché manterranno l'attuale atteggiamento di ostacolare e condizionare tutti i contatti, non potremo cooperare con la SINA, perché sarebbe stupido collaborare con una politica che è contraria agli interessi di Cuba.

In modo sarcastico, Vicky Huddleston ha risposto che si aspettava delle scuse da parte nostra per il modo in cui avevamo ostacolato il contatto della SINA con il Governatore e invece riceveva una dissertazione sulla sua condotta.

Inoltre, ha consegnato una nota dove spiega la propria versione dell'incidente con i bambini che dovevano viaggiare con il Governatore e i loro visti, nonché dell'ipotetico trattamento poco delicato che ha ricevuto all'aeroporto da parte di funzionari cubani.

Il compagno Dagoberto Rodríguez ha ribadito che avevamo agito in conseguenza, partendo dal fatto che esisteva una decisione delle autorità nordamericane di ricevere i bambini e che il poco tempo a disposizione, da quando erano stati confezionati i passaporti fino alla partenza dell'aereo, era stata la causa della loro presentazione all'aeroporto senza visti e non l'intenzione di creare delle difficoltà alla SINA, il che era già stato chiarito nel precedente colloquio con il capo della SINA. Tuttavia, si rendeva conto, dall'insistenza della diplomatica in tale affare, dell'intenzione di trasformare ciò in un problema maggiore, seppur, come lei sapeva, continuamente arrivavano negli Stati Uniti, senza visti né passaporti, assassini, delinquenti, e sequestratori di navi che erano ricevuti a braccia aperte. In realtà, il compagno Dagoberto merita delle congratulazioni per la franchezza con cui ha risposto alla signora.

Volete dire qualcosa?

Abbiamo parlato sull'atteggiamento della signora.

Nidia Díaz.- Sì, di come stanno cercando di sabotare il vertice con quell'altro parallelo, e con tutto quanto fanno.

Fidel Castro.- Ho qui un altro documento interessante. Cercherò di spiegare velocemente.

Ebbene, adesso la guerra lì è contro il Governatore.

Vi leggerò qualcosa che v'interesserà, forse sto parlando dell'ingerenza. Come dicevo, loro non fanno altro che cospirare e cercare di creare problemi di ogni tipo, ormai è quasi una tradizione.

Vi farò un esempio di come continuamente lavorano nelle provocazioni. C'è un signore abbastanza provocatore e, a mio avviso, anche un po'matto, lo dico sinceramente; le cose che fa, i problemi che genera perfino tra la propria gente, mi fanno pensare che forse ha bisogno di attenzione psichiatrica, non lo dico per offendere, anzi, lo credo sinceramente. Questo signore è uno che lavora in linea con la SINA, ovviamente ha degli ottimi rapporti e i fatti lo dimostrano.

A questo signore gli è saltato in testa, in collegamento con altri -questo è un individuo che continuamente sta provocando- di organizzare un "digiuno", questo "digiuno" tanto publicizzato, che pensavano persino di prolungare, è cominciato alle ore 10:15 del 7 giugno 1999; erano in una casa di Lawton -e ciò è collegato con il cartello che portava il provocatore del gioco di baseball a Winnipeg e che aveva la scritta di Lawton- poi vedrete cosa è sucesso, ovviamente, c'era molta pubblicità, e noi aspettavamo cosa farebbe il tizio, quali erano i piani, e perché si era riunita tanta gente lì. Perché era una franca e aperta provocazione per vedere se noi ci cascavamo, quella era la piccola trappola che stavano attuando con alcuni altri nella casa di Migdalia Rosado Hernández, a Lawton. 

Tra le ore 10:15 e le 12:00 vengono alla suddetta casa vari corrispondenti della stampa straniera accreditata. Ribadisco in questo caso che non sto criticando; tuttavia, loro lavorano così, sorge un'informazione: "C'è qualcosa di grosso, il mondo sta per finire, andate a tale casa, vi invitiamo". E loro erano lì.

L'agenzia Notimex ha fatto riferimento alla realizzazione del "digiuno"; Angel Pablo Polanco Terrejón, della cosidetta "Cooperativa di Giornalisti Indipendenti" -non so se anche questo "giornalista" sarà nel loro elenco-, è stato l'incaricato di diffondere tra le diverse agenzie stampa straniere la realizzazione del "digiuno".

Quella sera, Elsa Morejón Hernández, moglie di Biscet, ha dato ai "digiunanti" latte, cioccolata, bevande instantanee (bevande in polvere da sciogliere ndt.), frutta, e un minestrone con 20 dadi di brodo di pollo concentrato. Ciò è successo il giorno in cui si è iniziato il "digiuno".

Roberto Rodríguez Aragón, capo controrivoluzionario - questo è l'8.6.99; tutto ormai coordinato da là - la "Giunta Patriotica" a Miami, ha confermato che insieme ad altri membri di questa organizzazione cominceranno un "digiuno" per 40 giorni, in appoggio a Biscet González

Immagino deve essere stato un "digiuno" con bistecca e non so quante cose, perché quello era a Miami.

Cominciano allora visite di diverse agenzie, diverse persone. Questo succede il giorno 8.

Quel giorno non hanno mangiato alimenti solidi, tuttavia, hanno consumato brodo di manzo concentrato, latte in polvere con cioccolata, gelato, yogurt e bevande; successivamente sono previste arancie e altra frutta. Questo il secondo giorno di "digiuno".

Il 9: Durante i tre giorni trascorsi hanno consumato bevande, gelato, latte in polvere con cioccolata, yogurt, arancie e manghi. 

Il 10: Prima colazione con latte e cioccolata e poi, ogni due ore, bevande, gelati e succhi. Ogni due ore, si può leggere perfino l'orario (Risate).

Dall'inizio del "digiuno", le agenzie che hanno dato copertura sono state X, X, X e non le menzionerò. Questa non è una guerra contro le agenzie, stiamo piuttosto informando alcuni dati che forse loro ignorano perché dal primo giorno conosciamo tutto il menu.

Un'agenzia, in questo caso la menzionerò perché si tratta di una notizia internazionale: EFE, ha informato che i congressisti Ileana Ros e Lincoln Díaz-Balart nel pieno della Camera Bassa hanno fatto dichiarazioni di appoggio nei confronti dei "digiunanti" e hanno instato il Congresso a inviare loro un messaggio di solidarietà.

Il giorno 11: Prima colazione con latte e cioccolata e poi succhi, bevande, gelati ogni due ore. Più o meno la stessa storia.

Il giorno 14: Alle ore 05:00 hanno fatto colazione, molto presto per evitare che la stampa li vedesse mangiando. Dopo hanno continuato mangiando ogni due ore. E via dicendo, sarebbe interminabile.

Il giorno 16: Un'agenzia amichevole, non nostra, ma degli amici della SINA, in quanto alla "conferenza stampa" offerta dai "digiunanti" il 14 giugno, ha commentato che "è stato un atto poco comune, di aperta sfida da parte dei dissidenti cubani; hanno denunciato il governo di Castro come una dittatura totalitaria, responsabile di un genocidio organizzato contro i prigionieri politici e interessati in trasformare il Paese in un campo di concentramento per tutti i cubani". Hanno reso pubblica la notizia. Continua così quella giornata.

Hanno continuato a mangiare brodo di pollo concentrato, latte vitaminata e yogurt. Alle ore 21:00 hanno mangiato una minestra.

Altro giorno: Mangiarono latte vitaminata e succo con spirulina in polvere. Sanno che la spirulina è un prodotto che contiene molta proteina, circa un 70%.

Il giorno 18: Conferenza stampa. Circa 26 persone, fra cui il secondo segretario e il viceconsole della SINA, Mark Shahaeen.

Una cosa interessante: Il giorno 27 hanno bevuto latte vitaminata, succo e brodo.

Una persona collegata con Horacio Salvador García Cordero, dirigente della famosa Fondazione, ha consegnato 500 dollari a Elsa Morejón, moglie di Biscet, destinati ai "digiunanti". Questo il giorno 27. Loro hanno ricevuto diversi regali, diverse cose, diversi prodotti portati da alcune persone provenienti da Miami e anche qualche soldo.

Lo stesso giorno, Ohalys Victores Irbarri ha consegnato a Biscet 140 dollari, inviati da Alina Garrido, membro della FNCA. In questa fornitura sono incluse alcune lattine di bevanda vitaminata.

Visite di diversi capi che andavano e venivano, e la popolazione osservando.

Il giorno 30 le cose sono andate come nei giorni precedenti, non vi racconterò giorno per giorno fino al 17 luglio, giorno in cui è finito il "digiuno". Alle ore 05:15 è arrivata una macchina per trasferire i "digiunanti" e le loro proprietà, fra cui tre brande e tre guanciali.

A quell'ora, 06:00, Biscet ha letto alcuni salmi e ha detto che Migdalia Rosado, Ohalys Victores e Rolando Muñoz Yyobre non erano più membri della Fondazione Lawton dei Diritti Umani, per indiscipline commesse e per trattare male i visitatori, e che nell'ordine personale non voleva nessun rapporto con loro. Dopo questo se n'è andato nella macchina, mentre Lázaro Torres León e Joaquín Rafael Martínez Rodríguez se ne sono andati a piedi. Non era presente la stampa straniera. Erano già annoiati.

A casa rimangono Migdalia Rosado e Muñoz Yyobre.

Alle ore 06:20 Rolando Muñoz Iyobre se ne va di casa.

In questi 40 giorni hanno visitato i "digiunanti" 54 correspondenti di 21 agenzie straniere - diversi corrispondenti, e alcuni più di una volta - e cinque membri dell'Uffficio d'Interessi degli Stati Uniti. Questi erano:

L'8.6.99, cioè, il giorno successivo all'inizio dello sciopero, ha visitato la casa Thimothy Zúñiga Brown, allora primo segretario della SINA.

Il 18.6.99 ha partecipato in conferenza stampa Mark Shaheen, secondo segretario e viceconsole della SINA.

Il 24.6.99 visitano il luogo Michael Kozak, allora capo della SINA, e Mark Shaheen, secondo segretario e vice console della SINA.

Il 30.6.99 ha visitato il luogo Marisela Kramer, allora funzionaria della SINA.

Il 15.7.9 - cioè, negli ultimi giorni - hanno visitato il luogo Michael Kozak, capo della SINA, e Victor Vockerodt, secondo segretario dell'ufficio di affari economici e politici. Questi sono stati i visitanti principali, non ho voluto menzionare altri nomi. Ma vedete il numero di persone che hanno fatto credere al mondo - involontariamente, perché non sapevano quale era la dieta - che c'erano dei digiunanti. E, ovviamente, avete visto chi erano i visitatori.

Manca un piccolo dato interessante: Calorie diarie consumate dai "digiunanti": 4 017,18 chilocalorie. Penso che i sollevatori di pesi non ne consumano tanto, anche se loro erano instancabili, infatigabili, coinvolti in un affacendamento tremendo.

Proteine: 262,27 g. Si calcola che bastano 80 g di proteine.

Grassi: 111,82 g.

Carboidrati: 597,93 g

Ecco il menu con i contenuti di calorie - non mi dilungherò -, i contenuti di ognuna delle cose che consumavano e le quantità.

Abbiamo anche fatto il calcolo del contenuto energetico consumato dai "digiunanti", la relazione degli alimenti, i parametri di salute, gli orari - se volete-, è l'ultima cosa che dirò sul tema:

- 6:00 latte con cioccolata

- 9:00 yogourt

- 10:00 brodo di pollo concentrato

- 12:00 succo di mango

- 15:00 succo di mango

- 17:00 bevanda

- 17:30 brodo di pesce

- 19:00 succo di mango

- 20:00 minestra rafforzata o minestrone (caldosa)

- 23:30 minestra rafforzata o minestrone

Sappiamo anche ciò che ciascuno consumava.

La pressione arteriale, ottima: 120 e 80, 110 e 70, più o meno. Be', quella di ciascuno di loro è qui. Ce n'era uno che aveva 100 e 60, e altro più di 110 e 70.

Mancava dire che cosa era la minestra rafforzata: era caldosa: caldosa n.1 e caldosa n.2. Una alle ore 20:00 e l'altra alle ore 23:00. Quella delle ore 20:00 aveva carne di maiale, di manzo, di pollo e qualche altra cosa; l'altra era un pocchino più leggera, perché si mangiava più tardi; non aveva pollo, l'altro sì.

Il mondo deve aver creduto la storia dei "digiunanti". E' così l'inganno, la menzogna, l'intrigo.

E mi restano meno cose, ma alcune valgono la pena.

Be', parlavamo di tutti i piani, certo?. Adesso, all'interno della direzione della Fondazione Nazionale Cubano Americana hanno assicurato che tale organizzazione è in disposizione di spendere milioni di dollari in un piano diretto a potenziare la "dissidenza interna" e la Chiesa Cattolica cubana, precisando che avrebbero posto l'enfasi del loro lavoro nel vescovo di Santiago de Cuba, Pedro Meurice Estiu e nei capi controrivoluzionari Oswaldo Payá Sardiñas e Elizardo Sánchez Santacruz Pacheco, allo scopo di unirli in un blocco in grado di formulare una petizione o di realizzare una provocazione che sia della conoscenza dei capi di stato partecipanti al Vertice dei Capi di Stato e di Governo Iberoamericani.

Non stiamo accusando Maurice né la Chiesa Cattolica, stiamo denunciando le idee e i piani della mafia terrorista cubano americana concepiti da alcuni mesi. Ormai abbiamo verificato le pratiche avviate dal signor Elizardo presso diverse ambasciate, mirate al Vertice.

L'idea è quella di chiedere a tutti di esercitare pressioni, là al Dipartimento di Stato, qui, alla SINA, appoggiati dalla suddetta gente, sui presidenti partecipanti al Vertice, allo scopo di applicare loro la ricetta di Ryan: riunione con questi "straordinari patrioti e insuperabili difensori della democrazia e dei diritti umani".

In questo caso, giova dire che stanno usando una tattica -questa non è della Fondazione ma del governo statunitense- che rende di moda il conferimento di premi, alcuni di essi "grossi", alcuni di essi tanto grossi quanto il Lotto Nazionale, l'intero biglietto, quando qui vi era il Lotto. Ovviamente non vi sarà uno scrittore cubano, un vero giornalista, un patriota, come coloro con i quali ci siamo riuniti ieri, ovvero come quelli che percorrono il Centroamerica, l'Haiti e tutte quelle regioni o qualunque luogo del mondo, visitando ai medici cubani, a essi non gli darà un premio né la SIP né nesssuno; adesso i premi sono diventati un nuovo metodo di consegnare soldi.

"New York, 28 settembre (AFP).- Il giornalista cubano Raúl Rivero, che mercoledì sarebbe stato laureato dall'università di Columbia, durante la cerimonia di consegna dei prestigiosi premi María Moors Cabot, non potrà essere presente perché Cuba gli ha negato il permesso di espatriazione, è stato annunciato martedì a New York."

Cosa volevano, che ci succhiassimo il dito, che l'aplaudissimo e perfino gli pagassimo il biglietto?

"E' stato laureato con una menzione speciale dall'università in riconoscimento dei 'servizi indipendenti, in un clima di persecuzione, arresti e minaccie da parte del governo', ha indicato un comunicato."

Il preside della Facoltà di Giornalismo di Columbia, Tom Goldstein, ha manifestato la sua 'delusione' per la negativa del governo cubano nei confronti del viaggio di Rivero a New York." Un premio, e dopo notizie, e ancora notizie, molta diffusione e lodi attorno a tutto questo.

"Il Governo di Cuba mantiene sotto vigilanza stretta 100 giornalisti indipendenti che lavorano in modo semi clandestino e, molto spesso, gli toglie il servizio telefonico come rappresaglia, ha denunciato oggi la Società Interamericana di Stampa (SIP) con sede a Miami."

Riappare la famosa SIP, l'organizzazione di proprietari dei padroni, dei proprietari degli organi di stampa - di nuovo -, che tanta guerra ha fatto alla Rivoluzione con le loro campagne reazionarie e le loro tenebrose bugie, sin dai primi momenti della vittoria, con un certo Dubois, allora magnate di quella istituzione. Questa ha la sede a Miami. Non ha mai protestato per il criminale blocco contro Cuba; non ha mai denunciato i crimini commessi contro i nostri popoli.

Il 13 ottobre, altra notizia: "Magaly de Armas, moglie di Vladimiro Roca, detenuto due anni fa accusato di sedizione, arriverà domani giovedì negli Stati Uniti per ricevere un premio conferito dalla Società Interamericana di Stampa (SIP) a suo marito, è stato informato oggi qui.

"Ileana Someillán, portavoce del cosiddetto 'gruppo dei quattro', ha spiegato che Chuny Montaner, rappresentante all'estero di Martha Beatriz, René Gómez e di Félix Bonne, compagni di Roca, riceverà l'onorificenza della SIP a nome di questi tre oppositori.

"Ha detto che secondo il programma della consegna di premi, dal 15 al 20 di questo mese, nell'ambito della riunione della SIP, il presidente degli Stati Uniti, William Clinton, consegnerà le statuette come riconoscimento al lavoro svolto dai 'lottatori sociali' nell'isola.

"Ha ricordato che tre mesi fa la giuria della SIP concesse il premio 'Libertà di espressione' al 'gruppo di lavoro della dissidenza interna' a Cuba.

"Questo è il secondo premio che riceve il cosiddetto gruppo dei quattro' giacché la Fondazione Nazionale Cubano Americana gli ha conferito uno durante il primo semestre di quest' anno, lo stesso che ha ricevuto José Angel Izquierdo a nome di questi oppositori." Due, uno dalla Fondazione e l'altro dalla SIP. Ormai ve ne sono tre. Tutto questo nei mesi di settembre e ottobre, hanno montato tutto prima del Vertice.

Successivamente aggiunge:

"Il permesso concesso dal governo alla moglie di Roca perché si fermi per più di un mese negli Stati Uniti è stato interpretato dall'opposizione come 'una manovra per farla uscire dal Paese' prima del IX Vertice Iberoamericano che si terrà a novembre prossimo qui". Ovviamente non è stato concesso il permesso, ma quando pensavano ancora che era stato rilasciato l'attribuivano al proposito di farla uscire dal Paese prima del Vertice. Qui, in genere, si concedono tanti permessi. E a lei è stato rilasciato altre volte, di solito le veniva concesso. Giusto; ma questa volta era tutto uno show organizzato, con statuette consegnate dall'onorevole signor Presidente degli Stati Uniti. E, semplicemente, quando tutto è stato chiarito, gli è stato negato il permesso. Così: è stato negato.

Il 13 ottobre, altra notizia: "...Le autorità cubane hanno negato a Elizardo Sánchez, presidente della Commissione Cubana di Diritti Umani e Riconciliazione Nazionale, un permesso di espatriazione per visitare Praga questa settimana, dov'è stato invitato dal presidente ceco Václav Havel.

"Sánchez ha accennato che la negativa delle autorità cubane violava 'di modo deliberato' la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani."

Menzogna!, tanto grande quanto il Campidoglio. In realtà, lui era in ritardo, vi erano molti problemi; e, veramente, mi hanno fatto una consulta (si riferisce al Ministero degli Interni ndt.). Lui è uscito dal paese diverse volte. Vuole riceverlo il signor Václav Havel?. Bene, concedetegli il permesso. Mi hanno consultato, e ho detto: Sì, che vada.

Di solito esce e rientra, e questa volta gli è stato rilasciato il permesso, doveva essere là un martedì. Nella notte del sabato ho visto quel foglio, quasi per caso, perché non era l'ora di vedere questo tipo di documento; era ormai domenica, all'alba, faccio venire la compagna del nostro uffficio che era a casa sua e le dico: "Guarda, adesso vedo questo, e sembrerà che è stato un fatto deliberato quello di non dargli il permesso. Fate qualcosa, cercate di risolvere il biglietto, l'aereo, ecc." E i compagni che facevano la consulta, erano i compagni del Ministero degli Interni, cosa potevano fare, come potevano rintracciarlo, per fare tutto in quasi due ore. E i compagni del Ministero hanno trovato l biglietto per le ore 17:00, e gli hanno dato appuntamento per parlare con lui. Allora ha detto: "No, adesso non posso perché è un po' tardi, preferisco non farlo, perché devo fare non so quale altra cosa", ha spiegato. Avrebbe potuto essere lunedì a Praga con tempo per iniziare la riunione, intervenire, e dopo fare quello che voleva, per tornare quando voleva; l'ha fatto spesso il famoso personaggio.

Tuttavia, due giorni dopo si rende pubblica una notizia secondo la quale questo signore ha detto al corrispondente che non era andato perché il governo non l'aveva autorizzato. Ha detto una bugia colossale; aveva il biglietto e il permesso.

Credo che questa lettera chiedendo il permesso di espatriazione all'ultimo minuto l'ha inviata a me. Non mi hanno fatto questa lettera?. Non l'hanno consegnato in Palacio? (sede del Consiglio di Stato, ndt.) e l'ho vista tre, quattro giorni dopo; non so, sono trascorsi alcuni giorni, è stata la notte del sabato o l'alba della domenica, e mi sono preoccupato della soluzione del problema; dopodiché ha detto la grandissima bugia. Ecco questi "signori".

Nella stessa notizia ripetono che Rivero non è stato autorizzato. Si parla di nuovo del premio che darebbero ai quattro. Parlano delle statuette. Vi sono moltissime notizie sul tema.

Cosa dicono di questi signori?. Che sono "prigionieri di coscienza". In tutte queste notizie si dice "prigionieri di coscienza", "dissidenti". "Prigionieri di coscienza", sì, tranquillamente, "prigionieri di coscienza" molto sui generis.

A questo riguardo ricorderete l'Editoriale del giornale Granma, dove si è spiegato quali sono i "disidenti" e quali i "prigionieri di coscienza" a Cuba; se n'è parlato ampiamente, con tutti gli argomenti. Ogni volta ripetono che sono "prigionieri di coscienza". Questi sono dei "prigionieri di coscienza" molto particolari, sono "prigionieri di coscienza" che hanno inviato lettere a tutti gli imprenditori presenti a Cuba, minacciandoli e dicendoli cosa gli sarebbe successo. In precedenza, coloro della Fondazione e un gruppo di organizzazioni terroriste avevano gettato le basi.

In una lettera datata 10 aprile 1997, nella Città dell'Avana, sottoscritta dai quattro e inviata a tutti gli imprenditori stranieri presenti a Cuba, si comunica loro:

"In un termine sempre più breve, avrà luogo una transizione verso la democrazia nel nostro Paese e questo consiglia l'adozione di misure che evitino che l'investimento attuale di capitali possa essere considerato, in questo futuro non lontano, una forma di complicità nel cagionamento di altri mali che subisce la sofferente popolazione cubana."

Il Paese sottomesso a un doppio blocco e in pieno periodo speciale, e questi " prigionieri di coscienza" inviano lettere minacciando gli industriali perché non investano a Cuba, in mezzo al doppio blocco, perché il Paese non possa andare avanti: doppio delitto, la minaccia e il delitto di tradimento. Questo è un delito di tradimento al popolo e al Paese.

Adesso vi è un altro attacco contro le rimesse familiari e anche l'insulto e il ricatto contro coloro che le ricevono. Lo stesso giorno 10, in un "Appello ai compatrioti dell'esilio", sottoscritto dai quattro nella Città dell'Avana, si dice: "(...) E' latente il dibattito per vedere la convenienza o meno d'inviare aiuto ai familiari e amici all'interno dell'isola. (...) Intendiamo pronunciarci sull'incidenza che tali rimesse possano avere sul silenzio delle voci in molti che all'interno della Patria sono in disaccordo con il regime comunista", ecc.

Successivamente: "...Richiamiamo l'attenzione sul fatto che, se insieme al denaro inviassero delle decise esortazioni perché i destinatari aderiscano alla lotta pacifica per il cambiamento, ciò porterebbe all'aumento drammatico di coloro che a Cuba hanno intrapreso questa strada.

"Se una parte di coloro che ricevono l'aiuto abbandonasse le cosiddette 'organizzazioni di masse', smettesse di fingere un appoggio al regime che non sente, non partecipasse alle manifestazioni politiche convocate dal governo e si rifiutasse di partecipare 'all'elezioni alla comunista', dove niente viene eletto, anche se non è obbligatorio votare, ciò rappresenterebbe un appoggio inapprezzabile alla lotta pacifica che si sta svolgendo all'interno della nostra Patria arrivare a un cambiamento."

E allora esigono: "Spetta giustamente ai fratelli esuli che inviano questo aiuto, influenzare sui loro parenti e amici perché capiscano questa semplice realtà e agiscano conseguentemente." Dicono che devono agire così, a coloro che ricevano soldi bisogna esigere tutto il resto:

"Cercare forme di aiuto alla 'dissidenza' interna.

"Non continuare a seguire il governo.

"Cercare di arrivare ad un buon livello di astensionismo nelle elezioni."

Allora, questo non è un delito, niente di questo.

Il 5 maggio, nella prima conferenza stampa convocata dallo stesso gruppo, si produce il dialogo, si conosce in sostanza quello che dicono: "Uno dei primi compiti della convocatoria, che è stato l'Appello ai fratelli dell'esilio per far che coloro che inviano rimesse ai cubani che sono qui, chieda loro di utilizzare l'astensione per accelerare un po' più la democratizzazione, cioè che esercitino pressioni su di essi con il problema dell'invio di rimesse..." Pressioni su tutti i parenti che sono là. Questo è molto umano e facile, detto da certi signori che ricevono grossi quantitativi di soldi, tutti quanti ne vogliono dagli Stati Uniti e dall'Ufficio d'Interesse, "...cioè che esercitino pressione con il problema dell'invio di rimesse, se io ti mando soldi, tu hai una migliore posizione nei confronti degli altri, fai qualcosa perché questo cambi!. Ed è una cosa molto facile, astenersi, non andare a votare".

E non solo questo: "il 3 giugno 1997 arriva a Cuba il responsabile dell'Ufficio di Affari Cubani del Dipartimento di Stato, Michael Ranneberger" - vi sono due Michael. "Dopo aver richiesto l'autorizzazione per 'lavori interni della Sezione d'Interessi', ha richiesto contatti con autorità del Partito e del Governo cubani che sono stati conceduti. Immediatamente, la sua condotta si è allontanata dagli affari interni della Sezione d'Interessi, per dedicarsi interamente agli affari interni di Cuba. Quindi, il 17 giugno 1997, il Ministero degli Affari Esteri ha presentato un'energica protesta ufficiale, della quale trascriviamo alcuni paragrafi:

"Il signor Ranneberger, in franca attività d'ingerenza, ha tenuto diverse riunioni con capi di gruppi controrivoluzionari illegali dove ha instato alla sovversione interna e ad andare contro l'ordine costituzionale della Repubblica di Cuba. Ha promesso aiuto economico e appoggio materiale e logistico per tali fini, una cifra superiore al milione di dollari statunitensi, e ha incitato ad atti di disubbedienza civile, astensionismo politico e mediazione straniera nei processi elettorali di Cuba.

"(...) Il Ministero ha conosciuto anche che il signor Ranneberger ha incontrato rappresentanti d'imprese straniere presenti nel Paese ai quali ha cercato di ricattare, nonché di dettare loro le pratiche che dovevano osservare nei loro affari a Cuba." Sta lavorando nei due filoni: nella sovversione e nel sabotaggio all'investimento.

Il 9 giugno, prima della conclusione della visita di Ranneberger, il signor Vladimiro Roca ha avuto contatto... Be', con un simile incentivo di promesse e le cose che gli hanno detto dopo due ore con loro... E appena finito, insieme agli altri tre e ad altri capi, Oswaldo Payá e Odilia Collazo -parlo del 1997-, fa contatto con Radio Martí, che ha trasmesso qualcosa notevolmente grave: il suo appoggio all'internazionalizzazione del blocco a Cuba.

Sono questi prigionieri di coscienza? Non è questo un delito né un tradimento?, chiedere non solo il blocco dagli Stati Uniti ma persino che esso sia reso internazionale, e dice ossequioso alla radio sovversiva del governo degli Stati Uniti: "Ti posso dire che è stata una riunione per me molto positiva perché si è svolta in un clima molto caldo, veramente... Quello che mi ha colpito di più è stato il modo in cui il signor Ranneberger ci ha informato della politica del governo degli Stati Uniti nei confronti di Cuba e degli sforzi per conciliare una politica comune con i paesi dell'Europa e dell'America, che noi appoggiamo, giacché è necessario eliminare il problema a Cuba."

Sono prigionieri di coscienza? Bisogna essere svergognato per sostenere tali tesi. E gli consegneranno una statuetta. Certo, avrebbero dovuto consegnarli la Statua della Libertà, è molto piccola la statuetta in confronto con la dimensione del tradimento di questi "signori" che riceveranno un premio dalla SIP, che credo includa moltissimo denaro, il premio grosso, il numero uno. Sì, e lo menzionano in primo luogo, è il premio grosso.

Tuttavia, non è l'unico: "Gran premio alla libertà di stampa a quattro dissidenti cubani detenuti", Tizio, Caio e Sempronio "per le loro attività in favore della libertà di espressione". Questo è coordinato direttamente con il governo degli Stati Uniti.

Altra azione coordinata: "Reporter Senza Frontiere ha chiesto ai 22 Capi di Stato e di Governo dei paesi partecipanti al Vertice Iberoamericano all'Avana, di parlare al Presidente cubano per chiedere la liberazione di quattro giornalisti', accenna l'organizzazione questo giovedì in comunicato inviato all'AFP a Parigi."

Vi sono altri premi in giro, uno molto recente, del quale non voglio parlare adesso, e che raggiunge i 100 000 dollari. Questo è un argomento da discutere in un altro momento, non adesso.

Ormai ho parlato su tutte le visite e il vai e vieni della SINA negli ultimi giorni. Elizardo visitando ambasciate, chiedendo riunioni con personalità del Vertice. Sì, ecco quello che doveva fare, e per questo motivo non ha viaggiato alla Repubblica Ceca, lui, cui piace tanto fare questi viaggi. Era questo che doveva fare con più urgenza, per sabotare il Vertice, e ci sono altri piani da eseguire, lo sappiamo, ho già letto ciò che dicono i dirigenti della Fondazione, i piani che si propongono.

Abbiamo altri dati sui piani che non bisogna usare, tutti allo stesso scopo. Si direbbe che pensano di sottoporre i capi di governo a una persecuzione. Questo fanno.

E loro come stanno? Come va la Fondazione in questo momento, dopo il viaggio del Governatore e tutte le cose accadute? Come si trovate?.

Adesso vedremo, e forse sarà l'ultimo tema, per ora:

Comunicato stampa pagato dalla Fondazione Nazionale Cubano Americana dove si fa riferimento alla lettera inviata dalla suddetta organizzazione a Jim Nicholson, Presidente del Partito Repubblicano, nei confronti della visita del Governatore Geroge Ryan al nostro Paese.

"In lettera inviata oggi al Presidente del Partito Repubblicano Jim Nicholson, la FNCA ha denunciato la recente visita del governatore repubblicano d'Illinois George Ryan, affermando che 'avventure mal orientate come queste, minacciano di avere serie ripercussioni politiche per il Partito Repubblicano'.

La Fondazione ha detto al presidente Nicholson che 'il tradizionale e deciso atteggiamento anticomunista, in favore della libertà del Partito Repubblicano a livello internazionale' era stato calpestato da pochi ma importanti repubblicani' e hanno instato confermare ogni volta che fosse possibile la posizione ufficiale del Partito Repubblicano di dare il suo appoggio alla libertà del popolo cubano e manifestare il suo rifiuto alla tirannia comunista di Fidel Castro a Cuba'.

"La lettera firmata dal presidente della Fondazione, Jorge Mas, sottolineava che per le pagliacciate del Governatore a Cuba, qualificate dalla FNCA come 'un chiaro esempio di buffoneria'; l'amministrazione Clinton può adesso assumere la posizione di linea dura contro Castro, 'ciò rispecchierebbe le opinioni della stragrande maggioranza della comunità di esuli cubani, in aperta opposizione all'atteggiamento contrario all'embargo e a favore della distensione sostenuto dal mal informato Governatore'.

"Nella descrizione delle azioni del Governatore a Cuba, la FNCA ha fatto riferimento a un articolo della stampa che qualificava l'azione della sua delegazione 'come un aula di allievi' che si raggruppavano per farsi fotografare insieme al dittatore cubano e gli supplicavano autografi. Inoltre, durante il suo soggiorno a Cuba, il Governatore ha diffamato il senatore Jesse Helms, affermando erroneamente che il senatore ostacolava il viaggio negli Stati Uniti di un bambino cubano malato, quando in realtà l'ufficio del Senatore lavorava tranquillamente di nascosto per agevolare il viaggio e l'assistenza medica del bambino a Carolina del Nord.

"La lettera aggiunge: "Signor Presidente, siccome lei è un combattente veterano con alte onoreficenze, pensiamo che anche lei proverà orrore al sentire questo...soprattutto sapendo che la prossima settimana la Camera di Rappresentanti realizzerà delle udienze sulle torture di prigionieri di guerra statunitensi nel Vietnam, eseguite da agenti cubani'.

"La Fondazione conclude la Lettera appellando al leader repubblicano perché ricordasse ai repubblicani di tutto il Paese che proprio la posizione anticomunista, pro libertà di Ronald Reagan, è servita di sostegno al rafforzamento del Partito Repubblicano che ha portato al grande successo di oggi'."

Immaginate il livello di disperazione in mezzo alla loro arroganza, alla loro villania, abituati a fare ciò che vogliono fino all'estremo di minacciare il Partito Repubblicano. E' così. Ecco l'ultima notizia ricevuta prima di venire qui.

Per finire questa storia devo aggiungere che il CIMEQ non è l'ospedale della "gerarchia cubana". Ho dimenticato di dirlo quando mi sono riferito al tema del bambino dell'incidente la cui vita è stata salvata da eminenti e impegnati medici cubani; volevo spiegare, semplicemente, che per molti anni la direzione del Paese è stata assistita in una vecchia casa, credo fosse di Menocal - adesso si perderà, vero?, a causa della legge Helms-Burton e di tutte queste cose- ; in una casa si dava l'assistenza medica alla direzione di questo Paese, per molti anni.

Ricordo la morte di Lázaro Peña, in un corridoio stretto, dove vi erano modestissime camere; in una di esse è morto Lázaro Peña. E ho visto compagni intervenuti chirurgicamente in questo luogo. Un giorno ho detto: Be' signori -l'ospedale "Ameijeiras" era già stato costruito, il miglior attrezzato e il più moderno del Paese con circa mille posti letti, era uno dei migliori momenti nella costruzione di ospedali-, perché non fare un piccolo ospedale per la direzione? mi sono domandato. La nostra struttura era vergognosa. Ricordo che una volta ho visto Osmany (ex ministro del Turismo ndt.) là intervenuto alla cistifellea con una grande ferita, perché allora non esisteva la microchirurgia. A quell'epoca il compagno Abrantes era il ministro (ministro degli Interni ndt.). Ho detto: "Cercate un disegno, fate una cosa adeguata ma piccola."

Hanno fatto il progetto. Hanno cominciato la costruzione e si son voluti alcuni anni. Quando era quasi ultimato e sul punto di essere inaugurato, ho visitato il posto e ho visto che vi erano corridoi interni così larghi che si poteva viaggiare in pullman; ho visitato alcune camere e in alcune di esse si poteva giocare al baseball. Ho detto: Come mai avete fatto questa pazzia?. Chissà cosa hanno detto. Come al solito, i medici hanno cominciato a chiedere; ma non attribuire la colpa ai medici, ai tecnici e a tutti. Sono stati necessari molti anni e non era ancora ultimato, si è concluso recentemente per il Centro Internazionale di Ricupero Neurologico. Quando ho suggerito la costruzione di un piccolo ospedale, ho chiesto di conservare la vecchia casa. Perché non mi è mai piaciuto chiudere nulla, vi era una sala operatoria, apparecchi di radiografie, ecc, ma pochi posti letti. Ho detto: "Allargatelo un po'", ed è cominciata l'ampliazione per disporre di 30 o 40 posti letti. Non so quanti anni di lavoro sono stati necessari, un disastro colossale la costruzione della semplice ampliazione.

Quando è stato concluso e l'ho visitato, prima dell'inaugurazione mi sono riunito con il Buro Politico e ho spiegato loro che i dirigenti non dovevano andare a questo ospedale, che non poteva essere l'ospedale dei dirigenti e che l'ospedale dei dirigenti doveva continuare ad essere quella casa, ampliata con un piccolo numero di camere. Ecco la verità, non ho mai raccontato questo; ma, siccome adesso hanno detto una miserabile calunnia, devo chiarirlo.

Io volevo qualcosa più decoroso di una casa, con alcune decine di posti letti perché gli apparecchi si utilizzassero razionalmente. Si sono sbagliati nel fare un lussuosso ospedale ma noi non abbiamo accettato. Là si offre assistenza medica ad alcuni ufficiali del Ministero degli Interni, che gestisce la struttura. Là sono assistiti i vecchi e distinti combattenti.

López Cuba, il compagno che abbiamo sepellito alcuni giorni fa e che fu quello che arrivò con il primo carro armato a Playa Larga, è morto in questo ospedale. Tuttavia, è già stato disposto che l'ospedale dei principali dirigenti continuerà ad essere la vecchia casa con una piccola ampliazione, e senza l'apparecchiatura del CIMEQ. E abbiamo detto: Solo in caso di necessità di alcun apparecchio che non vi sia al piccolo ospedale o di una malattia complicata, andrà al CIMEQ un membro del Buro Politico o un alto dirigente dello Stato.

Vi sono state alcune notizie dove si pubblicava la mia morte o dicevano che ero stato assistito al CIMEQ a causa di non so quale terribile malattia - altre grandissime bugie scogitate da quella pazza che a Costa Rica ha detto che era stata medico di questo ospedale-; sono trascorsi due anni. Non mi hanno neanche iniettato là!

In questo ospedale si da assistenza a importanti personalità dell'America Latina o di altri continenti, quando lo richiedono, là si offre assistenza medica ai capi di governo, e questo Paese ha molti amici, e politici importanti. Il 70% dei servizi di questo ospedale si dedica all'assistenza degli eroi del lavoro , a costruttori rilevanti, a migliaia di operai del contingente "Blas Roca"- In questo ospedale si da assistenza a distinti scienziati del Polo ovest della capitale che lavorano molto lontano. In questo ospedale si assistono i casi complicati di qualunque provincia del Paese che possa richiedere dei suoi servizi; non è che là si risolvano tutti i problemi. In questo ospedale si da assistenza ai vicini della zona. Si realizzano i controlli medici ai dirigenti civili. Ecco coloro che si curano là, ed eccezionalmente un alto dirigente del Partito o dello Stato, veramente.

Dovete sapere che l'ascensore del vecchio piccolo ospedale che offre assistenza medica ai principali dirigenti è stato un disastro sin dall'acquisto, molte volte non funzionava o funzionava con poca sicurezza. Ho dovuto lottare molto perché quella modesta costruzione si concludesse un giorno, perché ormai si usava pur essendo inconcluso; c'era una scala che portava fino al terzo piano ancora in costruzione, non finita e con reale pericolo per i pazienti.

Vi è una casa collegata all'ospedale per la riabilitazione; una casetta accanto, con alcuni servizi di riabilitazione, niente di più. Ecco l'ospedale dei dirigenti e lo dico qui per chiarire, mi sarei preoccupato di non dirlo.

Ho telefonato anche il Direttore per chiedergli dei dati: "Dimmi tutti coloro che ricevono assistenza qui." Veramente ho protestato molto nei confronti di questo ospedale, la concezione con la quale l'hanno costruito, l'ho cambiata, lottando contro l'eccesso di organico. Attualmente è un buon ospedale, uno dei migliori del Paese, dove si fanno importanti ricerche clinico-chirurgiche.

E per turismo ha solo 12 posti letti che quasi pagano le spese di farmaci dell'ospedale, le spese di pezzi di ricambio, le spese di materiale, con solo dodici posti letti!, per servizi speciali. Le personalità non devono pagare, nemmeno gli amici del nostro Paese.

C'è il Centro Internazionale di Ricupero Neurologico accanto; anche se non appartiene all'ospedale sono collegati e si appoggiano reciprocamente. Anche questo è un ottimo ospedale di grande prestigio internazionale. Ha clienti ovunque. Ricava importanti somme in valuta che si dedicano interamente a farmaci e apparecchi per i servizi nazionali di sanità. Assiste anche i cubani senza farli pagare un centesimo.

Al CIMEQ fanno adesso trapianti di fegato e nessun dirigente del nostro Paese si è fatto un trapianto di fegato; i trapianti di fegato, così come quelli di cuore e di reni, si fanno a persone che ne hanno bisogno per salvarsi. Vanno avanti rapidamente in questo senso e in altre cose e non lo vogliamo per noi; ma se un compatriota, qualunque sia, un uomo del popolo ne ha bisogno, l'accesso ce l'ha. Se ne ha bisogno un dirigente della Rivoluzone, come caso complicato o come caso difficile, così come qualunque cittadino degli 11 milioni di abitanti di questo Paese, può anche contarne. L'ospedale è stato disegnato per 64 posti letti dai progettisti con l'appoggio degli specialisti medici e la prima cosa che ho fatto è stata chiedere loro di approfittare bene lo spazio disponibile per aumentarne la capacità. Ho detto loro: "Bisogna radoppiare la capacità, immediatamente. Se si aggiungono i posti letti del CIREN ormai concluso e ampliate le edificazioni, il centro originale diventa sede di due istituzioni prestigiose, dispone di oltre 200 posti letti, uno staff di specialisti di altissimo livello e un centro di ricerche mediche che offre servizi nazionali e internazionali, il che risulta motivo di orgoglio per Cuba.

Ecco la storia.