Discorso del Presidente del Consiglio di Stato della Repubblica di Cuba, Fidel Castro Ruz, nella tribuna aperta della Gioventù e gli Studenti, in chiusura del 7o Congresso della Federazione delle Donne cubane, Palazzo dei Congressi, 8 marzo 2000.

Vi avevano annunciato che ci sarebbero state due sorprese e sicuramente avete pensato che io avrei parlato, qualsiasi persona l’avrebbe indovinato (risate).

Ma, io no ho mai lavorato in vita mia con tanta premura e tanta fretta come in queste due ore, organizzando documenti, dati, fogli..., perché in queste circostanze bisogna essere precisi ed esatti, e ringrazio Silvio che mi ha salvato la vita anche se ha perso la voce (risate e applausi).

Cari compagni e compagne,

Alcune persone si domandavano perché non avevo parlato in nessuna tribuna aperta e circa cinque giorni fa ho spiegato che non era necessario.

Oggi, non so se è un'eccezione o una combinazione, perché conclude la tribuna aperta e non è ancora finito il Congresso della Federazione delle Donne di Cuba, al quale non ho partecipato neanche una volta, anche se ho l’abitudine di partecipare sempre, ogni ora e ogni giorno, ai Congressi. Oggi ho qualcosa da dire.

Non parlerò di Elián, né di nessun argomento relativo a Elián. Quello che è successo nei confronti di questo bambino è mostruoso; ma penso che c’è qualcosa di più mostruoso: La Legge di Aggiustamento Cubano, e ve lo dimostrerò.

Dispacci ricevuti da Miami:

"Febbraio 28 - Un nuovo gruppo di cinque emigranti cubani è arrivato oggi, lunedì, alle coste della Florida, transportati da ipotetici contrabbandieri, informarono le autorità degli Stati Uniti.

"Secondo i guardacoste, il gruppo che arrivò nel mattino agli isolotti della Florida aveva pagato 5 000 dollari per il viaggio da Cuba".

"Febbraio 28 – lunedì, i guardacoste degli Stati Uniti fermarono sette cubani illegali arrivati sulle coste della Florida in due gruppi, informò un portavoce dell'istituzione;

"I guardacoste fermarono una coppia proveniente dall'Avana, a Hollywood (Florida), che era partita il giorno prima dal porto di Mariel (Cuba) in un fuoriborda. Gli emigranti illegali dichiararono che avevano pagato 5 mila dollari ciascuno ad un contrabbandiere, informò il portavoce Joe Mella.
 
 

"La coppia assicurò che altri sei cubani erano con loro nel fuoriborda, ma i guardacoste non hanno detenuto altri cubani, né all'ipotetico contrabbandiere a Hollywood, aggiunse il portavoce".

"Marzo 2 – giovedì, venti cubani illegali arrivarono a un'isola della Florida in una zattera fatta con barili di petroleo, informò un portavoce dei guardacoste degli Stati Uniti. Quindici uomini, tre donne e due bambine."

"Marzo 3 -- Quarantotto cubani illegali arrivarono sulle coste della Florida in un giorno, confermò venerdì un guardacosta degli Stati Uniti.

"La polizia della contea di Monroe (Florida) arrestò venerdì mattina un gruppo di 28 cubani arrivati giovedì a una spiaggia di Maraton Key, nell'arcipelago più a sud dello stato, informò il portavoce Joe Mella. Dieci uomini, dieci donne, cinque bambini e tre bambine".

Prima ci siamo riferiti all'informazione sull'altra imbarcazione, 15 uomini, 3 donne e 2 bambine.

Questi sono dispacci pubblicati.

"Marzo 6 -- Un gruppo di 9 cubani arrivò lunedì a Cayo Largo, Florida, quindi, sono adesso 89 gli illegali arrivati dall'isola negli Stati Uniti nei primi sei giorni del mese, informò un portavoce dei guardacoste."

In realtà sono stati 107 in cinque giorni, cioè 89 più altri 18 che, intercettati in mare, saranno restituiti domani giovedì dal servizio di guardacoste degli Stati Uniti.

Considerando l'elevato numero di cittadini cubani trasportati negli Stati Uniti in fuoriborda che provenienti dalla Florida ritornavano sopracarichi, o in mezzi di fortuna finanziati da Miami, oggi, alle ore 9:30 del mattino, abbiamo chiesto all’Ufficio di Interessi degli Stati Uniti all'Avana di informarci urgentemente sul numero di donne e bambini che facevano parte degli 89 cittadini cubani arrivati sulle coste di quel paese tra il 2 e il 6 marzo. Il Ministero degli Affari Esteri ha fatto la richiesta pregando di darci una risposta urgente.

Circa le ore 4:00 del pomeriggio, gli è stato chiesto al suddetto ufficio se avevano già una risposta per noi, ci hanno risposto che non avevano ancora un'informazione ufficiale, anche se avevano fatto diverse telefonate a Miami; che negli ultimi sette giorni erano arrivati più o meno 140 persone, la maggior parte di esse in operazioni di contrabbando. Aggiunsero che avrebbero fatto il meglio per avere l'informazione ma potevano dirci in anticipo che non avremmo avuto l'informazione prima di domani.

Avevamo bisogno di avere oggi dati precisi su questo aspetto; si tratta di 140 cittadini cubani, secondo l'Ufficio d'Interessi.

Visto che non abbiamo avuto oggi una risposta su questi dati e che domani non è oggi, partendo da quanto informato nelle notizie del 2 e del 3 di marzo quando hanno parlato della composizione dei 48 arrivati in due gruppi, un gruppo di 20 e altro di 28 persone, indicando le donne e i bambini in ogni imbarcazione, 23 complessivamente dei 48 arrivati sulle coste in queste condizioni --quasi la metà, ne manca uno alla metà di 48--, applicando questa relazione agli 89, di cui si parla nelle notizie del 6 marzo, si può dedurre che sarebbero circa 24 le donne, sicuramente quasi tutte madri, e 19 bambini. Questa è la base di calcolo per avere una idea approssimativa, ovviamente, del numero di donne e di bambini che partirono in quei giorni.

Se si applica lo stesso metodo nei confronti dei 107 che partirono fra il 2 e il 6 marzo, sarebbero 28 donne e 21 bambini.

Ho dovuto fare molti calcoli, moltiplicare e dividere, perché non avevo questi dati; sapevo come fare i calcoli e aspettavo qualche risposta. Allora non avevo i dati; pensavo che avrei potuto fare i calcoli velocemente e invece ho riempito un’intera pagina di numeri.

Se ho sbagliato qualche calcolo chiedo scuse a coloro che come me, amano analizzare e verificare i dati. Ho utilizzato anche frazioni, ma non potevo parlare di una frazione di persona. Se si avvicinava alla cifra superiore, utilizzavo la cifra superiore; ma sono stato piuttosto moderato nei calcoli.

Quindi, come media, sono arrivati 38 donne e 8 bambini ogni settimana, che fanno una media di 5 donne --questa è la cifra inferiore-- e 4 bambini ogni giorno.

Ovviamente il governo degli Stati Uniti fa del suo meglio, in questo momento, per restituire al padre e alle nonne il bambino sequestrato. Questo si dimostra per il fatto che ieri, 48 ore prima dell'udienza in corte di domani, giovedì 9 marzo, il vice procuratore generale del Dipartimento di Giustizia, Edwin S. Kneedler, fu incaricato di presentare gli argomenti orali in udienza, una cosa non usuale, hanno incaricato colui che, in pratica, è il secondo capo del Ministero di Giustizia, di presentare gli argomenti nell'udienza della Corte Federale.

Questo l'apprezziamo perché aumenta le possibilità di una soluzione relativamente rapida al problema, come lo richiede la salute mentale e anche fisica di quel bambino tormentato. Dico "aumenta le possibilità di una soluzione rapida"; ciò non vuol dire che sia assolutamente sicuro che avvenga così, direi nel giro di alcuni giorni o di poche settimane.

Ora --e questo è il più importante-- che significato avrebbe il ritorno di Elián se ogni giorno emigrano 4 bambini e ogni settimana 28, che possono avere la stessa sorte, o una ancor peggiore, del bambino naufrago che ha sopravvissuto la tragedia.

Nello sciagurato viaggio organizzato da un soggetto irresponsabile, di pessimi precedenti sociali, cui non sarebbe mai stato rilasciato il visto per entrare negli Stati Uniti, sono morte 11 persone fra cui donne, anziani e bambini, o un bambino. Non posso precisare questo dato, ma è sicuro che almeno 1 bambino è morto.

Dieci giorni prima del dispaccio del 6 marzo, da Miami un'altra notizia ci informava di una nuova tragedia.

Infatti, le prime notizie sono arrivate il 26, ma ho preferito parlare sulla notizia del 28 febbraio perché questa esprime la sostanza con più dettagli. Si tratta di un dispaccio pubblico che dice cosi:

"Senza cibo né acqua, un gruppo di balseros sopravvissuti per 9 giorni in mare prima di essere riscattati davanti alle coste della Florida, ha dovuto bere la loro stessa urina, raccontava un giornale locale.

"Tre, di un totale di 4 sopravvissuti, usciranno oggi, lunedì, dall'ospedale, mentre il quarto si trova, da venerdì, in stato critico in un ospedale di Miami, dopo la traversata nella quale persero la vita altri due immigranti.

"I sopravvissuti, Jorge Nicolás González, 33 anni, Oscar Lázaro García, 27 anni e Geinier Alvarez, 21 anni, hanno raccontato la loro odissea al giornale Miami Herald.

"Il gruppo raccontò che quando si svegliarono il venerdì, poco prima di essere riscattati dai guardacoste degli Stati Uniti, trovarono i due compagni morti.

"Il quarto sopravvissuto, Ernesto Molina Ramos, 29 anni, è ancora nella sala di cure intensive dell'ospedale South Shore, dove fu ricoverato con problemi circolatori per l'ingestione di acqua salata. Potrebbe anche soffrire di cancrena alle gambe."

Ho saputo che dopo gli hanno amputato una o le due gambe.

"Secondo Sara Abreu, matrigna di García, la situazione di penuria nella zattera arrivò a tale estremo che Molina Ramos autorizzò i compagni a mangiare il suo corpo se moriva.

"Il motore fuoriborda si guastò poco dopo la partenza dall'isola" --spiegano loro.

Un dispaccio informò due giorni dopo che Ernesto Molina Ramos era anche lui morto, cioè, 3 dei 6 persero la vita.

Niente più evidente di questo per dimostrare quanto affermato rispetto alla mostruosità della legge di Aggiustamento Cubano.

Chi erano questi 6 cittadini che vissero questa drammatica odissea? Ecco i nomi e alcuni dati.

Reynier Alvarez Valdés. Data di nascita --prima una notizia parlava di 22 anni--, 7 settembre 1973. Età 26 anni. Aveva parenti all'estero, compreso il padre, che non riconobbe mai la sua paternità. Non ha precedenti penali.

Victor Manuel Bermúdez Pavón. Data di nascita: 15 giugno 1958. Età 41 anni, non ha precedenti penali. Viveva in un ambiente evidentemente antisociale.

Jorge González Aguerreve. Data di nascita. 6 dicembre 1967. Età 32 anni.

Negli archivi consta quanto segue:

Ernesto Jorge Travieso López. Data di nascita: 20 giugno 1963. Età 36 anni.

Negli archivi consta quanto segue:

Osservate: chiede il visto nel 1986 e gli viene denegato. Loro scelgono, sono rigorosi quando devono rilasciare un visto, dipende da chi si tratti, lo concedono velocemente a un gusanillo (traditore N. del T.) alle persone con qualche precedente penale non gli viene conferito. Questi cerca di emigrare due volte, addiritura lo arrestano due volte e poi lo rilasciano.

Condannato non solo per emigrazione illegale, come appare nel dossier n. 0255040.

Doveva scontare una condanna di vari anni per un delitto di furto. Non gli danno il visto e velocemente ricorre all'uscita illegale. Tuttavia viene accolto appena mette piede sul territorio nordamericano, anche se si tratta di uno dei tanti piccoli isolotti che esistono nella Florida.

Ernesto Molina Ramos. Data di nascita: 10 gennaio 1972. Età 28 anni. Ha tentato un'uscita illegale dal paese nel dicembre 1999 --questo non ha neanche pensato di andare all'Ufficio d'Interessi, non gli avrebbero mai concesso il visto– costretto dai Servizi di Guardafrontiere a rientrare nello stesso mese, cioè nel dicembre dell'anno scorso, quando era già cominciato il caso Elián. Quindi, tenta di uscire, viene intercettato, e lo restituiscono.

In virtù dei termini degli accordi, loro restituiscono gli intercettati ma ogni giorno intercettano meno persone. Ritengono sempre alcuni, poco più del 20%, non si sa perché lo fanno. A mio avviso, tale politica ha a che vedere con le esigenze di quei estremisti della mafia che vogliono distruggere l'accordo di emigrazione.

Ebbene, lo restituiscono a Cuba, va a casa sua con lo stesso status che aveva al momento della partenza. Il 18 febbraio riparte verso gli Stati Uniti, accompagnato da un altro che aveva tentato di uscire anche in dicembre, che era stato intercettato insieme a lui e che era stato restituito anche lui. Questi due facevano parte dei 6 che due mesi dopo hanno cercato di uscire illegalmente e penetrare negli Stati Uniti.

Negli archivi appare quanto segue:

Oscar Lázaro García Pérez. Data di nascita: 27 giugno 1971. Età 28 anni.

Tentativo di emigrazione illegale in dicembre del 1999, accompagnato da altri tre cittadini cubani - tra cui il suddetto Ernesto Molina Ramos -, su un mezzo di fortuna. Tutti sono stati costretti dai guardacoste a ritornare. Tentò di farlo ancora due mesi dopo, nel viaggio fatale. Quante volte avrebbe tentato di farlo una persona in queste condizioni e perché?

Negli archivi appare la seguente informazione:

Come vi siete resi conto, calcolando il numero dei delinquenti, dei processati e di coloro che sono in libertà condizionale, c'è un potenziale di cittadini che non rispetteranno mai nessuna norma, nessuna legge; essi tentano di emigrare illegalmente e molti ci riescono, se vengono intercettati li costringono a ritornare, tuttavia, la maggioranza non viene intercettata. In questo momento, oltre l'80% di coloro che emigrano illegalmente non vengono intercettati. Raggiungono l'obiettivo se non affogano, se non succede una tragedia, e se vengono costretti a ritornare ci provano ancora.

Secondo il calcolo delle possibilità, sono pochi quelli che devono realizzare un secondo tentativo, perché hanno oltre l'80% di possibilità di riuscirci la prima volta, e nella seconda aumenta il numero delle posibilità. In realtà si raddoppiano le possibilità. Quindi, non sarà necessario che ripetano il tentativo una terza volta. Hanno circa 170 possibilità a loro favore e 30 contrarie.

Come possono evitarsi questi fatti se gli Stati Uniti da una parte rifiutano loro il visto e dall'altra li ricevono a braccia aperte senza domandare mai a Cuba --non lo hanno mai fatto-- quali sono i loro precedenti penali? Concede loro la residenza legale e l'autorizzazione immediata per cercare impiego, quest'ultima è una recente addizione all'interpretazione della Legge di Aggiustamento Cubano. Ma quale impiego cercheranno se in tutta la loro vita non hanno fatto altro --mi riferisco ai casi citati-- che vivere fuorilegge, senza cercare mai alcun impiego?

Che senso ha restituire a Cuba le persone che vengono intercettate in mare e inviarle alle loro case ai sensi di quanto stabilito negli accordi migratori vigenti? Possono immediatamente, una volta e venti, tentare ancora di viaggiare illegalmente negli Stati Uniti mettendo in rischio le loro vite finché riusciranno a raggiungere le loro coste.

In virtù della Legge di Aggiustamento Cubano non c'è un avventuriero o delinquente, con la condanna scontata o da scontare, in libertà condizionale o sotto cauzione, che non sogni con viaggiare in questo modo nel paese dove ci sono più beni da rubare e più spazio per delinquere. Ovviamente, non voglio dire che tutti coloro che hanno tentato o tentano di viaggiare illegalmente siano dei delinquenti; molti di essi sono persone semplici che non hanno ricevuto il visto o sono passati una quantità enorme di anni ad aspettarlo e scelgono allora la via che concede loro i privilegi della Legge di Aggiustamento.

In pratica, si persero dieci anni dopo il primo accordo migratorio sottoscritto con Reagan, che si impegnò ad autorizzare fino a 20 000 visti. Guardate come interpretarono tale accordo: concedevano poco più di mille visti in un anno e poi, a poco a poco, diminuivano il numero, perché nella loro interpretazione tre visti erano sufficienti per dire che avevano compiuto l'accordo perché esso stabiliva fino a 20 mila visti.

Cosa hanno fatto d'accordo con la già notissima Fondazione, creata da loro, a cui volevano dare una base sociale? Molti di quei visti che avrebbero dovuto rilasciare ai cittadini cubani che risiedevano a Cuba separati dai parenti, poiché quello era l'obiettivo del accordo, furono rilasciati ai cittadini di origine cubano che risiedevano in altri paesi, in un paese qualunque dei tanti dove ci sono cubani che non avevano potuto raggiungere gli Stati Uniti, perché da questi paesi non si poteva viaggiare in fuoriborda o in zattere trascinate dalla corrente del golfo. Questo hanno fatto con i visti, sì, rimasero in attesa del visto --non ricordo adesso il numero esatto-- credo circa 180 000 cittadini residenti a Cuba.

Durante quei anni furono rilasciati meno di 10 000 visti. Credo che quel accordo è stato in vigore quasi nove anni, finché è stato sostituito dagli accordi degli anni 1994 e 1995, durante l'amministrazione Clinton. Perciò i nuovi accordi stabiliscono: non meno di 20 000 visti --ciò significa che possono aumentare il numero se vogliono, ma non diminuirlo-- e questo si sta compiendo. Per un tempo venivano rilasciati solo 15 000 visti perché ci pregarono di contribuire a risolvere l'espatriazione di migliaia di cubani che si trovavano nella base di Guantánamo. Hanno chiesto la nostra cooperazione e gliela abbiamo dato; grazie a questo alcune migliaia di persone che erano alloggiate in quella base viaggiarono negli Stati Uniti in un periodo di due o tre anni. Una parte dei 20 000 visti sono stati destinati a queste persone; poi si è ristabilita la norma e in occasioni hanno persino rilasciato 2000 o 3000 visti in più.

Quante vite sono andate perdute a causa della Legge di Aggiustamento Cubano durante i 33 anni che è stata in vigore! Vite di bambini innocenti, strappati dalle loro scuole e trascinati a tali pericoli da madri o padri irresponsabili, o forse ingannati da illusioni, o da vili campagne e canti di sirena generati dalla propaganda dei mass media del paese che d'altronde ci blocca e cerca di farci morire di fame e malattie.

Se i sei che erano sul mezzo di fortuna fossero affogati; se Elián e gli altri due sopravvissuti fossero morti insieme agli altri undici, forse nessuno l'avrebbe saputo. Per quale ragione e a quale scopo?

Senza la Legge di Aggiustamento non sarebbe sorto l'infamante e criminale contrabbando di esseri umani che oggi fa uso delle tecniche ideate dai trafficanti di droga, con veloci fuoriborda che con tre potenti motori non possono essere intercettati da nessun guardacoste.

Viaggiando su lenti mezzi di fortuna o su veloci fuoriborda, soltanto 18 persone di 107 sono state intercettate; vale a dire, il 16,9% di coloro che cercarono di farlo non ci riuscirono, mantenendo comunque la prerogativa di farlo ancora, il che risulta davvero assurdo e ingiustificabile.

Né uno solo dei contrabbandieri è stato arrestato negli Stati Uniti, nemmeno uno! Il servizio di guardacoste ha subito agguati, inganni e provocazioni, nonché le campagne dei mass media con immagini che gli recano discredito ed esautorazione e ne riducono ogni giorno l'efficacia. Solo Cuba ha preso delle misure serie per combattere il traffico di emigranti: leggi che rendono più severe le pene, fino all'ergastolo, regola il possesso e la costruzione di imbarcazioni, rafforza il controllo e prevenzione con la cooperazione della popolazione per evitare od ostacolare l'emigrazione illegale.

Ci sono persone residenti negli Stati Uniti coinvolte nel traffico di emigranti utilizzando dei potenti fuoriborda di matricola nordamericana, mediante contratti e finanziamenti che si realizzano a Miami, violando fondamentalmente le leggi degli Stati Uniti. Ne abbiamo arrestati 60 tra aprile del 1998 e il 20 febbraio di quest'anno.

Da molti mesi siamo in attesa che venga accettata la nostra offerta di estradizione nei loro confronti al luogo di residenza, gli Stati Uniti, che insistono tanto quando si tratta di trafficanti di droga, e che praticamente la esigono nel caso dei cittadini e residenti di molti paesi dell'America Latina. Basta che abbiano l'intenzione di inviare droga negli Stati Uniti. Ma non fanno lo stesso quando si tratta di trafficanti di esseri umani. Queste persone sono in prigione. E sono 60 perché abbiamo già processati alcuni, coinvolti in avventure di questo genere, perché due di essi causarono la morte di persone e misero a repentaglio la vita dei bambini che erano sulle imbarcazioni, quindi, il reato di maggior entità lo avevano commesso qui e non là. Negli altri casi il reato principale lo commisero negli Stati Uniti, dove risiedono, dove, ribadisco con maggiore precisione, i trafficanti acquisiscono, comprano o noleggiano le imbarcazioni, stipulano contratti, ricevono soldi per i loro servizi e introducono illegalmente gli emigranti nel paese.

Per tale motivo, noi, seguendo il suddetto principio, abbiamo realizzato due processi in virtù delle nuove leggi e nei casi in cui il reato principale era stato commesso in acque territoriali del nostro paese; rimangono comunque gli altri casi di residenti negli Stati Uniti, che hanno commesso il reato principale là. Queste persone sono in prigione. I parenti negli Stati Uniti si impazientiscono e li reclamano, anche alcuni dei parenti residenti a Cuba. C'è il timore di processarli a Miami, ed è facile capire perché, c'è paura delle pressioni economiche, dell'ipotetico potere elettorale, delle sfide e dei disordini della mafia cubanoamericana e dei suoi alleati di entrambi i partiti nel Congresso, è vergognoso e indegno di una grande potenza.

D'altronde, nessuno di quelli che dirigono quel paese osa di riconoscere la verità, nessuno dice una parola sulla vera causa del delicato problema creatosi con il sequestro del bambino cubano, nessuno parla di fermare quella diabolica macchina per ammazzare bambini, donne, anziani e uomini, abbiano dei precedenti penali o meno. Gli Stati Uniti non hanno alcun diritto di promuovere la morte dei cittadini di questo paese, siano o meno dei delinquenti.

Quella macchina, quella diabolica macchina per uccidere e per provocare tragedie è precisamente la Legge di Aggiustamento Cubano. Questa è la causa del delicato problema che si è creato con un bambino sequestrato che non aveva ancora compiuto i sei anni, ritenuto arbitariamente in quel paese e la cui custodia è stata affidata a una persona che non ha le minime condizioni etiche per assumere questo compito. Noi lo sappiamo bene; e tale conoscenza è aumentata quando abbiamo avuto bisogno di sapere in quali mani si trovava il bambino.

Per questo motivo vi ho detto all'inizio che avrei parlato di qualcosa di più mostruoso e grave del sequestro di Elián.

Lotteremo contro l'infame legge, infame e criminale legge. Non ci fermeremo finché sarà soppressa. Soltanto così saremo sicuri che migliaia di bambini non saranno sradicati in modo illegale dalla loro patria, strappati dalla loro scuola, né gli sarà cambiata l'identità e non saranno costretti ad affrontare dei rischi mortali o persino la morte.

Insieme ai genitori e per vie legali e sicure, anche se ci rincresce, la Rivoluzione rispetterà il sacro diritto della patria potestà dei nostri cittadini, partire con i propri figli verso altri paesi, scegliere un'altra identità, un'altra educazione, un'altra cultura, un'altra bandiera. Non importa il numero di bambini che la patria perda in quel modo; ma se pretendono di farlo mediante l'uso rozzo della forza, distruggendo così l'innocenza, l'identità e il destino di un bambino cubano che è per noi oggi il maggiore onore e il migliore avvenire possibile, allora, per uno solo dei nostri bambini siamo disposti a morire tutti.

Patria o Morte!

Vinceremo!

(Ovazione)