CHI SONO I CHIAMATI DISSIDENTI E

I PRIGIONIERI DI COSCIENZA A CUBA 


Dalla vittoria della Rivoluzione, quaranta anni fa, gli Stati Uniti -la più forte potenza imperialista allora lontana di sole 90 miglia- non ha cessato nel suo desiderio di distruggerla. Cosa che si riteneva e si ritiene ancora come fatta. La veritá è che non ci sono riusciti, al di là delle circostanze, non ci riusciranno.

Le più svariate strategie e tattiche sono state impiegate, dalle più brutali, che hanno messo il mondo sull'orlo di una guerra nucleare, fino alle più sottili per distruggerci dall'esterno o dall'interno. Il denaro, forse la loro arma più potente, non é servito a nulla. Molto presto scoprirono che né il popolo cubano né gli uomini e donne che conducono quello che è già uno storico processo rivoluzionario, possono essere acquistati. Le armi ideologiche hanno urtato contro idee e convinzioni che si sono dimostrate invincibili.

Oggi il paese vicino è molto più potente. Costituisce una superpotenza egemonica che regge sul mondo unipolare. Scomparsi il campo socialista e l'URSS, siamo rimasti soli nella lotta difendendo la nostra trincea, senza cedere un pollice. Un numero di compatrioti, i più deboli ideologicamente e i meno capaci di soffrire i rigori di una lotta così eroica, hanno ceduto; altri, esperti e agguerriti, moltiplicano la loro morale, forze e convinzioni. Nuovi e valorosi combattenti e quadri giovani alimentano le invitte file rivoluzionarie.

Nella presente edizione scopriremo l'attuale politica degli Stati Uniti e dimostreremo gli sporchi ed incredibili metodi di cui si serve contro Cuba, molto sottili a volte, sottovalutabili e molto spesso dispettivi, non poche volte rozzi e grossolani, svergognati quasi sempre, arroganti e prepotenti sempre.

Nel trascorso di molti mesi la Rivoluzione è stata oggetto di un'intensa campagna di diffamazione per l'ineludibile necessità di arrestare e di mettere a disposizione dei Tribunali quattro traditori della patria per la loro azione controrivoluzionaria sempre più svergognata, in stretto rapporto con funzionari del governo degli Stati Uniti e la mafia controrivoluzionaria di Miami.

Come tante volte, gli Stati Uniti sono il principale promotore ed organizzatore di queste campagne i cui obiettivi si trovano sia all'esterno che all'interno del Paese.

Esternamente, il loro proposito è quello di indebolire l'influenza ed il prestigio crescente di Cuba nella sua eroica e invincibile resistenza di fronte alla mostruosa guerra economica che portano avanti gli Stati Uniti contro il nostro popolo; giustificare questa guerra davanti all'opinione pubblica mondiale che condanna la loro criminale politica e davanti all'opinione pubblica interna, crescentemente contraria al crimine vergognoso che da 40 anni si commette contro Cuba; moltiplicare gli ostacoli nei confronti dei rapporti economici e dello sviluppo del Paese, sottomesso dall'inizio del periodo speciale a nuove leggi, emendamenti, tattiche politiche e binari sovversivi.

Internamente, promuovere spudoratamente l'instabilità e la sovversione. Per questo si serve di grossi fondi e mezzi tecnici per trasmettere alla nostra popolazione, migliaie di ore di radio e di TV ogni settimana. Mente, disinforma, lancia parole di ordine politico e sovversivo, istruisce sulle più svariate forme di sabotaggio economico, invita al furto e al reato e cerca di demoralizzare il nostro coraggioso e combattivo popolo.

Per portare avanti i loro piani di sovversione interna paga agenti, organizza e finanzia gruppi, promuove leaders che sono conosciuti all'estero e completamente ignorati nel Paese. Se durante gli anni di Girón, l'Escambray, la guerra sporca e la Crisi dei Missili promosse oltre 300 organizzazioni per collocare bombe, realizzare sabotaggi ed organizzare bande armate, oggi cerca di procreare decine di gruppuscoli che appoggia, incentiva, diffonde, orienta e finanzia. Sono tanti i fondi destinatigli che le attività controrivoluzionarie interne sono diventate mestiere e modo di vita facile, e ha disegnato una categoria di lazzaroni, senza valori patriottici, senza alcun ideale sociale e umano, senza idea della giustizia né delle realtà attuali del mondo, che non lavorano né sudano la camicia né producono altro che intrighi, illusioni banali, chiacchierio vuoto, che ripetono parole di ordine, menzogne fornite dall'esterno e ricevono l'assegno per il loro triste mestiere di diffamare la Patria e calpestare la gloria ed il sacrificio eroico del suo popolo. Ha creato meccanismi che favoriscono l'esaltazione di tali personaggi all'estero tramite i loro mass media. Hanno fruito della cooperazione di alcuni giornaliasti accreditati nel nostro Paese e di certe agenzie di stampa straniere che da Cuba hanno la missione d'inviare all'esterno ogni intrigo, calunnie e impudicizie lanciate dai loro agenti pagati senza altra ideologia che l'annessionismo, la vita parassitaria e il sonno di vivere in alcune delle sempre più insostenibili società del consumi. Per loro si è creato un nuovo titolo nobiliario: "dissidenti".

Se eccedono troppo nell'esercizio delle loro attività al servizio di una potenza straniera, violando flagrantemente le leggi mediante le quali il nostro popolo realizza e realizzerà l'ineludibile dovere di salvare le conquiste della Rivoluzione ed i più sacri interessi della nazione e del popolo, e per questo vengono sanciti, allora diventano "prigionieri di coscienza". Non sono spinti da una concienza; sono spinti da un istinto.

L'apertura della Rivoluzione, le entrate e le uscite e le uscite dei membri della comunità cubana all'estero e i cittadini che risiedono nel nostro paese; il turismo, l'investimento in copartecipazione con il capitale straniero, la possibilità di rimesse familiari dall'estero, le comunicazioni illimitate e senza alcuna restrizione e altre agevolazioni di comunicazione e di scambio, vengono utilizzate al massimo dall'imperialismo per realizzare i loro propositi, in mezzo alle difficoltà e ai grandi sacrifici che il blocco rigoroso e la guerra economica ci impone.

Il giudizio contro i quattro archetipi sopra riportati ebbe luogo lunedí scorso. In questo tipo di giudizio interno, dove si giudicano cittadini nazionali per attività controrivoluzionarie, non si è soliti autorizzare, e non si autorizzò, la presenza della stampa straniera, i cui vari membri accreditati temporalmente o permanentemente nel nostro Paese, contribuirono in grande misura, come si vedrà di seguito, alla cospirazione e alle campagne di calunnie contro Cuba. In questo mondo di egemonia unipolare, globalizzato e convulsivo, pieno di contraddizioni monopolistiche, le multinazionali dell'informazione, in feroce concorrenza, cercano evidentemente le notizie, ma non necessariamente la verità. La Rivoluzione cubana si è sempre interessata piuttosto alla verità che alla notizia.

Non è solito utilizzare le nostre pagine nelle avventure e faccende di tali delinquenti. Tuttavia, questa volta, ci è sembrato giusto e opportuno di consacrargli uno spazio per quello che illustrano come prova, denuncia e scoperta della politica degli Stati Uniti contro Cuba.

Granma ha ottenuto una vasta informazione di esperti, procuratori e persone presenti al giudizio, documenti e materiale di prova presentati, particolari sullo svolgimento del processo e dei fatti giudicati lunedi dal Tribunale.

Il giudizio dimostrò chiaramente tutto quello che si nascondeva dietro le attività dei quattro accusati: Vladimiro Roca Antúnez, Martha Beatriz Roque Cabello, Féliz Antonio Bonne Carcassés e René de Jesús Gómez Manzano, che non hanno potuto shentire nessuna delle accuse formulate.

Gli stessi avvocati della difesa si sono trovati davanti al difficile compito di fronteggiare la gravità dei fatti e l'inconfutabilitá delle prove, e hanno limitato intelligentemente la loro difesa agli elementi tecnico-giuridici per questionare il rapporto tra i fatti probati e il contenuto dell'articolo del Codice Penale articolato dalla brillante accusa del procuratore che rappresentò il popolo in questo giudizio, cioè , il carattere sedizioso o meno di tali fatti. In realtà non sono accusati di sedizione ma d'incitamento alla sedizione.

Come agí l'imperialismo dal momento del loro arresto?

Ovviamente, in primo luogo, come era logico, una grande campagna pubblicitaria internazionale in favore di quattro "pacifici dissidenti" e "prigionieri di coscienza" ingiustamente arrestati.

Al di là della campagna pubblicitaria. il governo degli Stati Uniti è solito usare ogni tipo di pressione ogni volta che qualcuno che lavora per loro si trova in questo tipo di difficoltà come conseguenza delle sue attività, e si dimostrano piú attivi quanto piú sia l'interesse e il valore dell'attività svolta. Sono soliti usare personalità politiche con qualche rapporto o amicizia nei confronti di Cuba per chiedergli di fare pratiche in favore dei già velocemente conosciuti e anche famosi innocenti "prigionieri di coscienza".

A partire dall'arresto dei quattro cittadini sopra riportati, a tutti i visitatori occidentali di certo livello che venivano a Cuba, il Dipartimento di Stato gli spediva una lista dei "prigionieri di coscienza" tra cui, indubbiamente, includeva al primo posto questi quattro soggetti, invitandoli a pressionare in favore della loro liberazione. Questo fa parte del loro gioco sporco. Alcuni visitatori, con maggior o minor imbarazzo, lo facevano. Il nostro governo rimase fermo ed irremovibile.

L'esperienza dimostra sempre di più - e questa particolarmente, come vedrete più avanti- che la generosità molte volte dimostrata dalla Rivoluzione non sempre genera i migliori frutti. Si confonde il suo aperto spirito umanitario con obbligata concessione davanti alla guerra economica e al ricatto imperiale. Loro, invece, non accettano mai la liberazione di un patriota portoricano condannato a lunghe pene carcerarie, o la commutazione di pena ad un nero o meticcio americano o qualcuno di origine latinoamericana condannato a morte, che sono, quasi senza eccezione, gli unici sanciti a questa punizione negli Stati Uniti.

Per capire questa storia, bisogna riprendere un documento pubblicato a Miami nel maggio 1992 e sottoscritto da un gruppo tra le più conosciute organizzazioni controrivoluzionarie e terroriste che hanno agito contro il nostro Paese dagli Stati Uniti. Intitolato: "LETTERA APERTA AGLI INVESTITORI STRANIERI" e dice letteralmente questo:

"Noi, nel momento giusto, adotteremo tutte le misure necessarie per incoraggiare e garantire la debita protezione agli investimenti privati in una Cuba democratica, e anche riterremo con la debita responsabilità i legittimi vincoli del debito internazionale. Tuttavia, siamo dell'idea che qualunque investimento fatto a Cuba nelle circostanze attuali, non sarà meritevole della tutela delle leggi formulate da un ulteriore governo cubano per la protezione della proprietà privata. Riteniamo che tali investimenti dovranno considerarsi parte del patrimonio nazionale, e come tali se ne potrà disporre liberamente. Gli investitori devono avere presente che, in molti casi partecipano ad una "joint ventures" o sottoscrivono accordi con entità od organismi che molto probabilmente non esisteranno più."

(...)

"Crediamo che è importante che la comunità internazionale d'investitori conosca le nostre intenzioni, e quelli che intendano investire a Cuba, capiscano pienamente la responsabilità politica dei loro atti, e i rischi che potrebbe provocare. Sappiamo che il nostro atteggiamento è condiviso da gruppi politici all'interno di Cuba, che per ragioni ovvie, non possono aggiungere le loro firme al presente documento."

Lo sottoscrivono, tra l'altro, cinque delle più importanti organizzazioni terroriste: Cuba independiente y Democrática, la Fundación Nacional Cubano-Americana, el Diretorio Revolucionario Democrático Cubano, el Ejército Combatientes Cubanos. Da un`altra parte, in una lettera in data 15 ottobre 1994, inviata agli investitori stranieri a Cuba dalla conosciuta Fundación Nacional Cubano-Americana, si diceva:

"(...) vogliamo comunicarvi che i vostri investimenti o gestioni commerciali a Cuba sono considerati come un atto di collaborazione con unb sistema totalitario" (...) "Questo senza tenere conto inoltre, che il suo investimento si realizza in assoluta contradizione, denigro e dispreggio dei diritti di proprietá dei padroni precedenti della terra, degli edifici e dei negozi.

"Tutte le organizzazioni democratiche di oposizione all'attuale regime cubano, tanto dentro come all'esterno di Cuba, coincidiamo che i resorsi finanziarie, o di altra natura, investiti a Cuba passaranno ad essere, in una Cuba di post-Castro, parte del patrimonio nazionale messi a disposizione del nuovo governo perché questo disponga di essi conforme agli interessi migliori della nuova repubblica."

"(...) le sue attivitá imprenditoriali, commerciali o economiche a Cuba, inoltre a costituire una attivitá illegale, (...) sono considerate immorali (...)

"Resta alla sua decisione andare via o non investire nell'Isola e aspettare un'opportunitá sicura in una Cuba democratica. Nell'altro modo, dovrá affrontare le consecuenze (...)"

Questa lettera la sottoscrive il tristemente celebre Jorge Más Canosa, il quale fungeva come presidente della FNCA.

Summandosi a queste azioni, in una lettera in data 10 aprile 1997 nella Cittá dell'Avana, sottoscritta da Vladimiro Roca Antúnez, Martha Beatriz Roque Cabello, Félix Bonne Carcassés e René Gómez Manzano, e inviata a tutti gli imprendiotori stranieri, gli viene comunicato:

"In un periodo che ogni volta diventa piú breve, tendrá luogo una transiione verso la democrazia nel nostro paese e questo acconsiglia che adoperi misure che evitino che l'investimento attuale di capitali possa essere valutata, in questo futuro vicino, come una forma di complicitá nella nascita dei mali che ha la sofferente popolazione cubana" Come si puó vedere, si produce una coincidenza esatta, quasi testuale, tra il paragrafo trascritto della lettera dei personaggi sunnominati e lee lettere delle organizzazioni terroristi a Miami e della Fundación Cubano-Americana che sottoscrive Mas Canosa col perfido obiettivo di ostruire lo sviluppo e l'economia del paese in pieno periodo speciale.

Il 10 aprile 1997, in una "CHIAMATA AI COMPATRIOTI DELL'ESILIO", rilasciato nella Cittá dell'Avana e sottoscritto da Vladimiro Roca e altri tre membnri del gruppoi, si dichara:

"(...) E'latente il dibattito atorno di se é conveniente o no inviare aiuto ai familiari e amici all'interno dell'Isola (...) Pretendiamo pronunciarci sulle incidenze che queste rimesse possano ridurre al silenzio le voci di tanti che all'interno della PAtria sono in disaccordo col regimene comunista."

"Nella genaralitá dei casi, l'aiuto é inviato da persone che sono state esiliate per oporsi al sistema, e quelli che la ricevono qui hanno criteri similari; nonostante, il fatto di ottenere quesnte entrate aggiunte ha portato nella pratica a che tanti di questi ultimi adottino un comportamento di aparente indiferenza davanti alla crisi nazionale.

"Davantio a questa realtá, vogliamo rivolgersi a quelli che, nonoistante le critiche, appogiano economicamente ai loro esseri amati che risienono nel paese. Chiamamo la sua attenzione sul fatto che, se insieme ai soldi inviasero forti esortazioni a che i destinatari si incorporino alla lotta pacifica per il cambiamento, ció verrebbe tradotto in un aumento dramatico di quelli che a Cuba hanno intrapresso questa strada.

"Se una parte di questi recettori dell'aiuto uscisi delle cosi dette "organizzazioni di masa", lasciasero di fingere un appogio al regimene che non sentono, cesasero di assitere ai miting politici convocati dal governo e si neegasero a partecipare nelle "elezioni alla comunista", dove niente viene eletto, anche non é obbligatorio votare, ció rapresenterebbe un appogio inestimabile alla lotta pratica che si viene facendo all'interno della nostra Patria per l'ottenimento del cambiamento."

(...) "Corrisponde giustamente ai fratelli esiliati che inviano questo aiuto influenziare sui loro parenti e sugli amici perché questi possano capire questa semplice realtá, e attuino in consecuenza (...) "Fraternalmente,

"Feliz A. Borne Carcassés

"René Gómez Manzano

"Vladimir Roca Antúnez

"Martha B. Roque Cabello."

Non tarda molto in rezionare a questa Chimata la mafia estremista di Miami.

Uno dei piú accerrimi promotori della guerra economica contro Cuba e delle Leggi Torricelli e Helms Burton, il congressita federale dalla Florida, Lincon Diaz-Balart, in una conversazione sostenuta con Luis Fernández, moderatore del programma Rueda de Prensa di Radio Martí, fa elogi calorosamente il lavoro del gruppo che ha lanciato la chiamata sull'utilizzo delle remesse inviate dagli Stati Uniti a cambio di che quelli che le ricevono facciano almento tre cose:

. Cercare forme di aiuto alla "disidenza interna"

. Non continuare a fare il gioco al governo

. Procurare ottenere un buon livello di astenzioni nelle elezioni.

Nell'intervista concessa da Vlamiro Roca al giornalista Alvaro de Insua, nel programma "Las noticas como son", della stazione di Radio Martí, con motivo della celebrazione il 5 maggio della prima conferenza stampa convocata da questo stesso gruppo, si produce il dialogo seguente:

Giornalista della stazione di radio controrrivoluzionaria: "Vladimiro Roca, Presidente del Partito Socialdemocrata, é il propulsore di una convocazione all'astenzionismo elettorale. Che ruolo sta giocando l- esilio cubano in questa convocazione?"

Risposta di Vladimir Roca: Uno dei primi lavori della convocazione, che é stato la Chiamata dei fratelli dell'esilio che invciano remesse ai cubano che sono qui, gli chiedano per favore utilizino l'astenzione per poter accelerare un po'di piú la democratizazione, cioè che facciano presioni col problema quello dell'invio di aiuto, se io ti sto inviando soldi, tu starei meglio degli altri, Fai qualcosa perché questo cambi¡ Ed é una questione molto facile, che é astrenersi, non andare a votare".

Mentre il governo di Cuba autorizza le remesse, che prima del periodo speciale non acettó mai perché costituia una fonte di diferenze e disugualianza sociale, é indignante che questi "disidenti" sottopongano aai familiari che la inviano e a quelli che la ricevono a cosí oltraggiante condizioni ed esigenze e si dica inoltre che la generalitá di quelli che la ricevono pensano come loro e devono lasciar di far finta.

Di nuovo il 15 maggio 1997 il gruppo lancia all'area, cioè ai mass media yankee, una DICHIARAZIONE dove si dice:
 
 

"Alcune settimane fa il nostro gruppo di lavoro ha dato a conoscere l'essenza della sua posizione davanti al processo elettorale annunciato entre vari mesi, facendo esostazioni ai nostri compatrioti a fare uso del loro diritti di non partecipare nella votazione. Lo proponiamo perché consideriamo che é lo píú adeguato nell'attuale situazione, dovuto a che il governo utilizza il numero di votanti come misura dell'appogio popolare di che sipostamente gode, perché si presta a che persone non scrupolose manipulino i resultati elettorali, calcolando come valide le schede va votare annulate, perché partecipare nella votazione significa fare legitimo un processo che -al non essere pluralista- solo é legitimo per il sistema comunista e percariamo di molti ingenui si lo paragonasimo con quello dei paesi veramente democratici.

"L'altra alternativa aperta a quelli che non sono d'accordo con la politica governativa, quella di annulate la scheda, in realtá non richiede di Chiamate ne campagne dell'opposizione, nascerá in modo spontaneo tra quelli che. contro la loro volontá, si sentano costretti a votare."

A luglio del 1997 scrivono una "CHIAMATA AL POPOLO CUBANO" dove si dice:

"Il nostro gruppo di lavoro ripete la chiamata detta nel modo di esortazione aiu cittadini di non comparire a favorire, con la quale non stano violando nessuna disposizione. Sappiamo che questo non é faccile, perché, nonostante a che non é obbligatorio farlo, le autoritá fanno presione in mille modi ai cittadini perché votino, e cosí poter presentare dopo un alto indice di partecipazione come una supposta mostra di appogio al sistema. Stiamo coscienti che quelli che possiedono vincoli lavorativi o godono di qualunque vantaggio, hanno paura di perderli: quelli che hanno figli minorenni, temono pergiudicare in qualche modo il loro futuro se non attuano come il regime aspetta da lui, ma abbiamo la fiducia che popolo possa anche sottoporsi alla paura e approfitti questa piccola possibilitá per dimostrare la sua volontá di cambiamento pacifico."

Piú avanti affermano:

"Basta dire che quelli che non comulgono col sistema e, nonostate tutto, assistano alle urne, gli esortiamo a che annulinoi la lora scheda di votazione scrivendo la parola "NO". Ma, dobbiamo avvertire che, in che nei colleggi elettorali non saranno presenti rappresentanti dell'opposizione né osservatori internazionali, abbiamo la fondata idea che parte di questi voti annulati possano essere alterati o manipulati da persone senza scrupoli, cosa che non potrá far si con quelli che si astengano."

Per la sua infamia, questo materiale e la sopposta possibilitá che i voti annulati siano alterati o manipulati, nel momento di riferirsi alle elezioni dove le urne sono custodite dai pioneri e il conteggio i fa alla vista di quattro persone che desiredino essere presenti, come si sa da milioni di cittadini di questo paese, che partecipato in 12 elezioni, incluso in plesbicito, dal 1976, durante 23 anni senza un caso conosciuto che sia stato fraudolento, nonbisogna di comenti alcuno.

La semplice idea che un bambino possa soffrire le conseguenze di che suo padre non faccia le votazioni é semplicemente ripugnante.

L'11luglio 1997 René Gómez Manzano invia una lettera al signore Frank Calzón, la quale transcriviamo di seguito:

"Sr. Frank Calzón

"1318 18 St. N. W.

"Washington, D.C. 20036

"Phone (703) 998-8384

"(202) 296-5101

"Caro Frank:

"Approfitto l'agradevole opportunitá per inviarti un affettuoso saluto.

"Ricentemente é stato da me l'appena laureato della madre patria che viene da parte tua. Come mi ha detto che gli interessavano gli argomenti sull'economia, che é la sua especializzazione, gli ho dato le coordenate di Martha Beatriz.

"Lui mi ha consegnato la somma di duecento dollari ($200.00 USD) da parte della signora Bette" (la stessa mittente che l'ha portato un compiuter da parte del signor Calzón). "La ringrazio molto, e ti ringrazieró molto che si lo faccia sapere.

Come sicuramente saprai, alcune settimane fa ci hanno arrivati inviti dall'Ambasciatore Groth" (relatore speciale contro Cuba che gli Stati Uniti aveva riuscito imporre nella Commisione dei Diritti Umani a Genebra) "per farli una visita a New York in agosto. Non penso che si possa dare questa possibilitá, perché si sa che il governo cubano non conferisce questo tipo di "permesso di uscita", ma in ogni modo stiamo facendo le gestioni. Spero non svagliarmi e ho il piacere di salutarvi personalmente nonché ad altri amici di quelle terre del Nord.

"Grazie ancora ed un abbraccio da, René

"René Gómez Manzano."

Annessionismo puro !

Chi è Frank Calzón ?

Di origine cubana, fu reclutato dalla CIA durante i suoi studi nell' Università di Georgetown. Militò nell' organizzazione terrorista controrivoluzionaria "Abdala", e successivamente passò all' incarico di Direttore Esecutivo della Fondazione Nazionale Cubano-Americana. Obbligato a rinunciare in seguito a divergenze con il suo leader, passò a dirigere il programma "Transizione per una Cuba libera" della cosiddetta Fondazione Freedom House.

Il 6 ottobre del 1995, come fu ampiamente divulgato, il presidente Clinton gli consegnò davanti alla stampa mezzo milione di dollari destinati a fornire computer, fax, pubblicazioni e denaro liquido ai gruppi di opposizione allo Stato cubano all' interno di Cuba. Questa consegna avvenne cinque mesi e sei giorni prima che il Presidente degli Stati Uniti firmasse la Legge Helms-Burton.

Nell' agosto del 1997 fu catturato a Cuba e deportato negli Stati Uniti David Norman Dorn, emissario di Frank Calzón, che portava ai gruppuscoli di Cuba forniture tecniche ed istruzioni. Gli furono sequestrati un computer, radio ad onde corte, diverse macchine fotografiche e duemila dollari in effettivo, dopo aver distribuito attrezzature ed abbondanti somme a diversi gruppi, tra di essi quello di Vladimir Roca.

A seguito dello scandalo, alla fine del 1997 Calzón lascia Freedom House e crea una nuova organizzazione battezzata con il nome di "Centro per una Cuba libera". Immediatamente ricevette quattromila dollari dal governo degli Stati Uniti.

Il gruppo ha ricevuto importanti risorse finanziarie e tecniche. Nonostante nessuno di essi abbia lavorato durante questi anni, ostentano livelli di vita al di sopra dei cittadini comuni.

A tal punto che uno di essi, senza aver versato una sola goccia di sudore, possiede quattro diverse case, come un Sultano sui generis della "dissidenza", finanziato dal Tesoro degli Stati Uniti.

Quando gli si chiede da dove vengano questi fondi, rifiutano di rispondere con precisione.

Dichiarano che sono donazioni provenienti da amici e compagni di lotta dell' esilio.

Il 27 giugno del 1997, durante una conferenza stampa con giornalisti stranieri convocata dal gruppo nella casa di Martha Beatriz Roque per rendere noti altri elementi dei loro documenti, il vecchio traditore Hubert Matos, segretario generale di "Cuba Indipendente e Democratica", una delle organizzazioni terroristiche più aggressive contro il nostro paese, implicata in piani di attentati contro dirigenti della Rivoluzione oltre ad aver compiuto attentati ed attacchi contro installazioni economiche nel nostro territorio, dichiarò testualmente:

"E' un documento molto obiettivo con segnalazioni molto precise."

"Lo sottoscriviamo integralmente a nome di Cuba Indipendente e Democratica."

Nello stesso programma, dialogando con Martha Beatriz, disse euforico ed entusiasta:

"Contate pure sulla solidarietà nel senso più ampio della parola".

La suddetta conferenza stampa tenutasi a l' Avana, formava parte di un programma simultaneo coordinato da Radio Martí con altri due gruppi di giornalisti con sede rispettivamente a Miami e a Washington.

Insieme a Hubert Matos vi era José Basulto, leader di "Fratelli in salvo", uno dei fornitori di fondi con numeri di quattro cifre per le molto "patriottiche" spese personali del "dissidente" Vladimiro Roca.

Al suo arresto, nella sua residenza, furono trovati, tra le varie cose, una maglietta ed un cappello con il simbolo del movimento "Democrazia", come affettuoso ricordo a Vladimiro del vecchio terrorista Ramón Saúl Sánchez, capo di questo gruppo controrivoluzionario e promotore delle flottiglie che scatenano provocazioni in mare al limite delle acque territoriali di Cuba, violate in diverse occasioni.

Val la pena dire che questo signor Ramón Saúl Sánchez, quando aveva 24 anni, fu capo di un' organizzazione terrorista dall' idillico nome di "Giovani della Stella", che formava parte di un gruppo di organizzazioni controrivoluzionarie unificate dalla CIA sotto la direzione di Orlando Bosch, denominato CORU, di cui Ramón Saúl Sánchez fu secondo capo.

E' necessario ricordare che quest' organizzazione, sotto la direzione della CIA, compì gravi atti di terrorismo contro il nostro paese. Tra di essi:

Anno 1976. Sei aprile. Due pescherecci, "Ferro-119" e "Ferro-123", sono attaccati da lance pirata provenienti dalla Florida, causando la morte del pescatore Bienvenido Mauriz e gravi danni alle imbarcazioni.

22 aprile. Una bomba viene collocata nell' Ambasciata cubana in Portogallo causando la morte di due compagni e gravi ferite a diversi altri, oltre alla distruzione totale del locale.

5 luglio. La missione di Cuba all' ONU è oggetto di un attentato dinamitardo che causa significative perdite materiali.

9 luglio. In un aeroporto della Giamaica, una bomba esplode nel furgone che trasportava i bagagli di un volo della Cubana de Aviación, pochi attimi prima di essere caricati.

Vale a dire che il 9 luglio, per puro caso, non esplose in volo l' aereo della Cubana che avrebbe caricato quei bagagli.

10 luglio. Una bomba esplode negli uffici della British West Indies delle Barbados che rappresenta gli interessi della Cubana de Aviación nel paese.

23 luglio. Un tecnico dell' Istituto Nazionale della Pesca, Artagnán Díaz Díaz, viene assassinato nel tentativo di sequestrare il console cubano a Mérida.

9 agosto. Due funzionari dell' Ambasciata cubana in Argentina vengono sequestrati e non si avranno mai più notizie di essi.

18 agosto. Una bomba esplode negli uffici della Cubana de Aviación a Panama, causando notevoli danni.

6 ottobre. Il più mostruoso di tutti i crimini: Un aereo della Cubana de Aviación con 73 persone a bordo viene distrutto in volo.

Che intenzioni pacifiche e che care amicizie quelle di Vladimiro Roca e della sua banda dei quattro "dissidenti" attualmente "prigionieri di coscienza" !

Il 3 giugno del 1997 giunge a Cuba il capo di Gabinetto degli Affari Cubani del Dipartimento di Stato, Michael Ranneberger. Dopo aver chiesto l' autorizzazione per "lavori interni nella sezione Interessi", chiese contatti con le autorità del Partito e del Governo cubano, contatti che gli furono concessi. Immediatamente, il suo comportamento fu quello di allontanarsi dagli affari interni della Sezione Interessi, per dedicarsi completamente alle questioni interne di Cuba.

A seguito di questo, il 17 giugno del 1997 il Ministero degli Affari Esteri presentò un' energica protesta ufficiale, della quale riportiamo alcuni paragrafi:

"Il signor Ranneberger, in chiara attività ingerentista, ha tenuto riunioni con leader di gruppi controrivoluzionari illegali, nelle quali a esortato alla sovversione interna e ad attentare contro l' ordine costituzionale della Repubblica di Cuba. Ha promesso aiuti economici ed appoggio materiale e logistico per tali fini, con cifre superiori ad un milione di dollari statunitensi, oltre ad aver spinto ad atti di insubordinazione civile, astensionismo politico e mediazione straniera nei processi elettorali di Cuba.

"Il signor Ranneberger, inoltre, ha fornito istruzioni ai suddetti controrivoluzionari su come agire sia all' interno che all' esterno del paese. Ha stimolato uno di essi nella promozione della propria figura, esortandolo a svolgere un ruolo di leader nella sottomissione mercenaria all' aggressione del Governo degli Stati Uniti contro Cuba.

"Il Ministero è anche a conoscenza che il signor Ranneberger ha tenuto incontri o riunioni con rappresentanti di imprese straniere con sede nel paese, pretendendo di esercitare pressioni sugli stessi e dettare le politiche di condotta dei loro affari con Cuba."

Il 9 giugno, quando Ranneberger non aveva ancora concluso la sua visita a Cuba, che durò fino al giorno successivo, 10 giugno, Vladimiro Roca, inorgoglito dagli stimoli di un così illustre visitatore che gli concesse l'immenso onore di riceverlo per più di due ore insieme a Martha Beatriz Roque Cabello, Félix Bonne Carcassés, René Gómez Manzano ed altri leaders controrivoluzionari, tra i quali Osvaldo Payá e Odilia Collazo, contattò Radio Martí che trasmise qualcosa di molto grave: il suo appoggio all' internazionalizzazione dell' embargo contro Cuba. Allegra ed imbarazzante, forse senza valutare il contenuto e la portata di tali parole, l'emittente trasmise la voce di Vladimiro che dichiarò quanto segue:

"Posso dirti che per me è stata una riunione ottima perché si è svolta in un clima davvero caloroso, tranquillo, e soprattutto, sereno, date le questioni trattate. Quello che più mi ha colpito è stato il modo in cui il Sr. Ranneberger ci ha informato della politica del governo degli Stati Uniti verso Cuba e gli sforzi compiuti per cercare di conciliare una politica comune con i paesi d' Europa e d' America. Abbiamo espresso il nostro appoggio, dato che è opportuno smetterla con il problema di Cuba e che il mondo non continui a vederlo come uno scontro tra Cuba e gli Stati Uniti, come uno scontro tra due governi, ma che cominci a vederlo come il problema all' interno del governo, e non solo dell' opposizione, ma del popolo cubano all' interno di Cuba. Per me questa è stata una delle parti più importanti.

Da parte nostra gli abbiamo ratificato il nostro appoggio verso questa politica; oltre ad informarlo di quanto stiamo facendo come opposizione all' interno di Cuba per accelerare il processo di democratizzazione del paese; gli abbiamo parlato non solo del nostro invito fatto presso il foro internazionale, ma anche dell' ultimo invito, che tu già conosci, all' astensione alle elezioni, per la qual cosa il Sr. Ranneberger si è dimostrato molto interessato nel conoscere tutti i dettagli di quando stavamo realizzando. E' stata una riunione di ottimo interscambio e soprattutto di grandissimo rispetto, il che dimostra che l' opposizione cubana è rispettata e riconosciuta a livello internazionale. Questo per noi è stato un grande stimolo per continuare nella nostra lotta successiva nel cercare di raggiungere la democratizzazione del paese nel più breve tempo possibile. Ti ripeto che è stata una riunione molto positiva e credo che darà buoni risultati in futuro, per Cuba e per noi.

L' intervistatore concluse dicendo: "Abbiamo ascoltato il dissidente Vladimiro Roca sull' importanza dell' incontro tenutosi tra un gruppo di dissidenza cubana e Michael Ranneberger, funzionario degli Affari Cubani del Dipartimento di Stato."

Il metodo abituale di Vladimiro per promuovere la sua propaganda controrivoluzionaria all' estero, era quello delle frequenti interviste e dichiarazioni utilizzando Radio Martí che era a sua completa disposizione. In un solo semestre parlò 71 volte in quest' infame radio controrivoluzionaria, emittente ufficiale del governo degli Stati Uniti, con una media di un intervento ogni due giorni e mezzo, trasmesso quattro volte al giorno se era una notizia e due volte al giorno se si trattava di uno spazio di opinione. Si aggiungano 24 interventi di Beatrice, 13 di Gómez Manzano e 12 di Bonne Carcassés, per un totale di 120 interventi nel solo periodo tra il primo gennaio e il primo giugno del 1997. Queste dichiarazioni venivano riportate da altri organi di diffusione di massa degli Stati Uniti e dalla stampa internazionale.

Non ancora soddisfatto di queste imprese, fortemente incoraggiato dagli stretti legami con i funzionari del governo degli Stati Uniti, ad un certo punto il gruppo decise di convocare conferenze stampa nella casa di Vladimiro o di Martha Beatriz, conferenze a cui partecipavano allegramente un gruppo di giornalisti stranieri, quasi sempre gli stessi.

Attraverso questo mezzo si concessero il lusso, in occasioni che consideravano importanti come la già ricordata conferenza simultanea, di trasmettere all' estero documenti e dichiarazioni infamanti di ogni tipo.

Si suppone che la Rivoluzione dovesse sopportare queste ignobili provocazioni. Che non poteva sfidare il potere dell' impero, i suoi alleati e i suoi mezzi di divulgazione di massa.

Oltre alle ripetute visite personali del Capo della Sezione Interessi, Michael Kozak, a Vladimiro, lo stesso si complimentava dopo un' aggressiva conferenza stampa. Era tale la familiarità dell' illustre "dissidente" con la Sezione Interessi degli Stati Uniti, che il 25 febbraio del 1997, scrisse di suo pugno al funzionario di quest' Ufficio, Steve Rice, quanto segue:

"Gentile Steve:

"Ho bisogno di 10 fotocopie del documento che ti ho inviato, chiaramente una o più fotocopie sono per te, io ne ho bisogno di 10.

"Altro problema: il signor Marcos López, residente a Miami e che agisce come postino per noi e il CCIS, attualmente si trova qui ed ha un problemino che vorrebbe discutere con qualche funzionario della SINA. Se potessi fissargli un colloquio con il console per il giorno 5 marzo te ne sarei molto grato; in caso di risposta positiva chiamami per comunicarmi il giorno esatto.

"Ho anche bisogno che mi invii altre copie del "Progetto di Appoggio..." Ha una grossa richiesta e sto cercando di farlo arrivare a quanta più gente possibile.

"Ti mando un caro ed affettuoso abbraccio.

"Vladimiro Roca."

L' atteggiamento ingerentista della Sezione Interessi degli Stati Uniti non poteva essere più provocatore. L' ordine primario era massima protezione per i propri complici, ben remunerati e stimolati materialmente.

Non c' è processo dove si giudichino questi delitti in cui la Sezione non citi un piccolo gruppo dei propri "dissidenti" stipendiati ed invii sul posto funzionari nordamericani che cercano spudoratamente di incoraggiare qualunque scontro contro le autorità ed il popolo, senza dimenticare di invitare cortesemente diversi giornalisti stranieri accreditati a Cuba perché filmino e pubblichino le immagini. Dovunque vi sia la minima possibilità di creare un conflitto, lì è sempre presente un funzionario yankee con qualche telecamera. Sono le abitudini della superpotenza egemonica, potente nel campo militare, molto debole nel campo civile ed eccessivamente turpe a livello politico. Un gigante confuso ed impotente che non potrà mai vincere un piccolo avversario. Bisogna denunciare a tutto il mondo il loro comportamento con le prove alla mano. Il loro impegno è ignorare l' intelligenza, la capacità di lotta, l' elevata morale, la determinazione e il valore del nostro popolo.

Una delle offese più vergognose alla storia della nostra Patria avvenne esattamente otto giorni dopo la visita di Ranneberger. In una dichiarazione sottoscritta dai quattro, ampiamente divulgata dai mezzi di stampa internazionali, riferendosi al documento di base del V Congresso del Partito, affermarono testualmente quanto segue:

"Come dice il documento <tutto iniziò a cambiare il 26 luglio del 1953>, non si deve ignorare che in effetti in questo giorno, per la prima volta dopo molti anni, fu versato tanto sangue cubano. Fino a quel momento, le morti nella lotta politica avvenute durante il governo di Batista si potevano contare sulle dita di una mano. Per ritrovare nella storia cubana un giorno tanto triste e fratricida, dovremmo andare indietro di decenni. Nonostante sia un giorno così triste, si considera un giorno festivo e si festeggia come tale, cosa che pensiamo debba destare il disprezzo perfino degli stessi familiari dei martiri."

Questo è tutto. E' questa la forma in cui interpretano la storia di Cuba. Non c' è una parola sulle decine di prigionieri assassinati in un' orgia di sangue che iniziò quello stesso giorno e continuò per quasi una settimana; non si fa menzione dei numerosi spedizionieri del Granma assassinati dopo la dispersione di Alegría de Pío, nè dei leaders sindacali e di altri militanti rivoluzionari assassinati a nord dell' Oriente nel dicembre del 1956, fatto denominato dal popolo come la "Pasqua di sangue"; non si fa nessun accenno al totale massacro degli spedizionieri del Corynthia; né di quelli massacrati nel Goicuría; né di coloro che morirono assassinati il 13 marzo del 1957 dopo l' attacco al Palazzo Presidenziale; né dei massacri di centinaia di contadini della Sierra Maestra da parte delle truppe sanguinarie di Sánchez Mosquera e Merob Sosa; né degli assassinati sulla scia dello sciopero rivoluzionario del 9 aprile del 1958, né delle migliaia di giovani e di combattenti clandestini assassinati a sangue freddo in tutta Cuba dalla tirannia di Batista, i cui assassini si rifugiarono negli Stati Uniti dove molti di essi continuano ancora ad agire contro la Rivoluzione.

Non c' è nessun accenno a coloro che dopo il trionfo del Primo Gennaio morirono nel sabotaggio de La Coubre, negli eroici combattimenti di Girón, nella lotta dell' Escambray ed in altre parti del paese contro le bande organizzate dagli Stati Uniti, né dei passeggeri e dell' intera squadra giovanile di scherma che morirono nelle Barbados per l' atto terroristico pocanzi citato, i cui autori formarono parte di queste organizzazioni terroristiche con le quali i quattro "dissidenti" corrispondono così fraternalmente.

I miserabili dovrebbero includere anche i costruttori che morirono a Granada affrontando le truppe invasori dei loro amici yankee.

E' inoltre profondamente offensivo e lesivo per il nostro popolo eroico e solidale, l' oltraggio al nostro spirito internazionalista, quando affermarono attraverso un' emittente radiofonica che ci offende tutti i giorni usurpando niente meno che il nome di José Martí, quanto segue:

"Allo stesso modo, in nome dell' unità fu regalata una centrale in Nicaragua, si costruì un aeroporto a Granada e, sotto la copertura del cosiddetto <Internazionalismo Proletario>, si inviarono truppe a morire e ad uccidere in diversi paesi, cosa che non fu mai fatta da coloro che essi chiamano la <Repubblica dei Mass Media> [...]

Per essi, le centinaia di migliaia di combattenti cubani che con esemplare ed insuperabile spirito di solidarietà compirono eroiche missioni internazionaliste sono uomini mandati lì ad uccidere e a morire. I combattenti cubani, insieme ai giovani soldati angolani, furono capaci di sconfiggere a Cuito Cuanavale e a sudovest dell' Angola alla frontiera con la Namibia, le temibili truppe sudafricane, quando queste ultime disponevano già di sette armi nucleari, dando impulso all' indipendenza della Namibia ed assestando un terribile colpo all' ignobile sistema dell' apartheid.

Furono capaci di compiere queste imprese a più di 12 mila chilometri dalla Patria.

Abbiamo contribuito con la nostra modesta ma efficace e disinteressata cooperazione alla rivendicazione del continente più umiliato e sfruttato del mondo.

I nostri combattenti non erano dei semplici assassini, e non uccisero nessuno se non in combattimento. Non giustiziarono nè maltrattarono mai nessun prigioniero. Ma Cuba non inviò soltanto soldati; inviò anche 26 mila medici e personale sanitario, migliaia di maestri, professori, ingegneri, costruttori ed altri lavoratori manuali ed intellettuali. Si salvarono innumerevoli vite; si insegnò a decine di migliaia di persone.

Siamo orgogliosi di quest' opera nobile e generosa che passerà alla storia come un esempio insuperabile di fratellanza e solidarietà.

E' questa la nostra ideologia e la sua parte più bella.

I resti degli eroi a cui abbiamo dato sepoltura un giorno memorabile, le cui tombe si trovano in paesi e città di tutto il paese, lì dove si unirono alle forze internazionaliste, ricevono costantemente fiori freschi depositati da madri, padri, fratelli, sorelle, figli e figlie, e da tutto un popolo che si sente orgoglioso di essi e non li dimenticherà mai così come non tradirà mai la propria causa. Noi rivoluzionari cubani siamo disposti a morire per questa causa fino all' ultimo uomo e a versare fino all' ultima goccia di sangue. Il mondo ha una grande ammirazione per essi.

La storia di un paese è la sua arma fondamentale con cui il nostro paese si è difeso per più di 130 anni dai tentativi di annessione di una superpotenza così vorace ed aggressiva.

Distruggere questa storia è distruggere la sua identità, la sua indipendenza e la sua vita.

Chi lo desidera merita disprezzo. Coloro che hanno agitato al servizio degli interessi della potenza che aggredisce la nostra Patria, più che violare uno o diversi articoli del Codice Penale, sono dei veri traditori della nazione, del suo popolo e dei suoi valori; sono mercenari che per 30 monete si vendono a coloro che ci ostacolano e da 40 anni ci affliggono e ci aggrediscono.

Se nei giorni in cui furono commessi tali misfatti fosse esistita la Legge da poco approvata dall' Assemblea Nazionale del Potere del Popolo, solo per una parte di quanto fatto come complici di sovversione e guerra economica, la Fiscale avrebbe chiesto pene più severe per un comportamento così infame e reiterato.

Sono questi i "dissidenti" per i quali il Congresso degli Stati Uniti ha appena approvato, "almeno", due milioni di dollari. Poi li chiameranno "prigionieri di coscienza".