DICHIARAZIONE DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE DEL POTERE POPOLARE DELLA REPUBBLICA DI CUBA

Cinque patrioti cubani sono prigionieri politici dell’Impero. Ormai da 34 mesi stanno patendo un ingiusto incarceramento in una prigione del Sud della Florida. Per René González Schwerert, Ramón Labañino Salazar, Fernando González Llort, Antonio Guerrero Rodríguez e Gerardo Hernández Nordelo, sono stati quasi tre anni di umiliazioni e costanti vessazioni, di vergognosa e sistematica violazione dei loro diritti individuali, di arbitrari e lunghi periodi di totale incomunicabilità.

Sono innocenti. Non hanno commesso alcun reato.

Vengono puniti solo perché i nemici di Cuba vedono in loro, magnificamente riassunti, la dignità, il valore, e le virtù della Patria che inutilmente si impegnano a distruggere. Sono vittime di una infame ed enorme ingiustizia che significa, per l’attuale Amministrazione del Signor Bush, l’inizio di una nuova tappa, ancora più crudele e vergognosa, della lunga e sporca guerra che gli Stati Uniti stanno portando avanti contro il popolo cubano e la sua Rivoluzione.

Con imputazioni completamente fraudolente, e pressioni e manovre sui membri della giuria, sono stati condannati, per supposte attività di spionaggio che non furono mai provate, nonostante il fatto che, nel processo, gli stessi accusatori riconobbero che essi non avevano carpito alcun segreto né avevano commesso l’immaginario delitto.

A Miami risulta impossibile ottenere un giusto verdetto in caso qualunque riferito a Cuba. Qui passeggiano tranquillamente per le strade terroristi confessi, che si vantano delle loro nefandezze, addirittura le annunciano e le preparano pubblicamente, senza che le autorità abbiano mai fatto assolutamente niente per impedire o condannare tali azioni. La menzogna, l’isteria e l’odio anticubano avvelenano quell’ambiente sottomesso a un manipolo corrotto e fascistoide. Basta ricordare il sequestro di Elián González, un bambino che all’epoca aveva solo sei anni, separato, in modo brutale, da suo padre e dalla sua famiglia, maltrattato e sfruttato vergognosamente davanti alle telecamere, ritenuto in un luogo circondato da bravi manzoniani armati e da vociferanti demagoghi che sfidarono le leggi, insultarono e minacciarono il Governo Federale, calpestarono la bandiera degli Stati Uniti, danneggiarono beni di altre persone e minacciarono perfino di incendiare la città. Per riscattare il bimbo fu necessario realizzare una delicata operazione che, secondo quanto affermano le stesse autorità, fu molto rischiosa poiché dovettero affrontare la tenace ostruzione organizzata da individui armati fino ai denti. Dov’erano allora, l’FBI e i procuratori della Florida? Che cosa fecero di fronte a questa vergognosa impudicizia di cui il mondo intero fu testimone e che venne ripudiata dall’umanità e dalla società nordamericana? I diritti più elementari di un bambino, includendo la sua integrità fisica e psicologica, furono flagrantemente oltraggiati, la legge, la decenza e l’onore nordamericano furono calpestati; però nessuno venne mai arrestato, né sottoposto a processo, nemmeno accusato.

Questi individui, reclutati e addestrati dalla CIA contro Cuba, assoldati per decenni con il denaro dei contribuenti nordamericani, hanno mantenuto una permanente e stretta cospirazione con l’estrema destra e sono intervenuti nella vita interna della società nordamericana, agendo sempre contro gli interessi del popolo degli Stati Uniti. Essi sono collegati ai peggiori episodi accaduti in quel paese: l’assassinio del Presidente Kennedy, lo scandalo dil Watergate, l’assassinio di Orlando Letelier e di Ronny Moffitt, la consegna clandestina di armi ai Contras nicaraguensi e al narcotraffico legato a questi, il contrabbando illecito di persone e di droghe, il sequestro di Elián González e la frode e lo spoglio dei diritti di decine di migliaia di elettori afronordamericani nelle elezioni di novembre dell’anno 2000 in Florida.

Cuba ha sempre detto apertamente e francamente la verità: mai abbiamo attentato contro la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Però, questo sì, proclamiamo il nostro irrinunciabile diritto ed il nostro sacro obbligo di difenderci da azioni terroristiche e criminali che i banditi della mafia annessionista, impunemente, organizzano, armano, proclamano e lanciano contro Cuba, dal territorio nordamericano. Smascherare queste azioni è una nobile, degna ed eroica missione, che contribuisce a salvare vite cubane e statunitensi, e salvaguarda gli interessi vitali di entrambi i popoli.

La Rivoluzione cubana, durante tutta la sua esistenza, è stata oggetto di una politica di aggressione sistematica, una vera e propria guerra dalla quale non sono stati assenti il terrorismo, i sabotaggi e gli assassinii. Questa guerra dura ormai da oltre 42 anni. L’aggressore è stato, e continua ad esserlo, il governo degli Stati Uniti. Nessuno deve ignorarlo, perché questa affermazione si può comprovare facilmente in documenti ufficiali nordamericani, quasi tutti mantenuti in segreto fino a quando, finalmente, videro la luce in anni recenti. Tuttavia, buona parte di essi non sono stati ancora resi pubblici, però, comunque, rivelano chiaramente, senza ombra di dubbio, la totale responsabilità di questo Governo in un’aggressione che non è mai cessata. Di seguito ricordiamo alcuni dati, esplicitamente riconosciuti e descritti in questi documenti dai loro responsabili, e che, per tanto, sono verità inconfutabili:

I fatti precedentemente indicati, sono solo alcuni esempi. I terroristi, incoraggiati dal prolungato appoggio di alcune autorità che inizialmente reclutarono, addestrarono e diressero loro per uccidere, che hanno appoggiato e protetto loro o sono stati complici e hanno tollerato le loro nefandezze , hanno testimoniato ciò che fanno in cronache, dichiarazioni ed interviste pubbliche che hanno avuto e continuano ad avere ampia diffusione nella stampa, nella radio e la TV a Miami. Nessuno di loro è mai stato disturbato da coloro che, ipoteticamente, dovrebbero essere obbligati a fermare i loro crimini.

In novembre del 1996, per esempio, il Canale 23 della televisione di Miami intervistò, in diretta, Orlando Bosch e Luis Posada Carriles - veterano della CIA, coautore del sabotaggio dell’aereo cubano nel 1976, ufficiale segreto della Casa Bianca per la consegna illegale di armi ai Contras nicaraguensi -, che, consapevoli del fatto che niente sarebbe loro accaduto, si vantarono della loro strategia delittuosa e dissero con enfasi che avrebbero continuato la loro campagna terroristica contro Cuba.

Il 12 ed il 13 luglio 1998, il giornale The New York Times, in prima pagina, pubblicò l’intervista che fece a Posada Carriles, in cui questi, il più noto terrorista dell’emisfero, assunse la responsabilità di varie esplosioni di bombe avvenute all’Avana nel 1997, una delle quali provocò la morte di un giovane turista italiano, e raccontò a quanto ammonta il corposo finanziamento che, per le sue azioni, riceve dalla cosiddetta Fondazione Nazionale Cubana Americana; inoltre, annunciò la realizzazione di nuovi attacchi terroristici contro Cuba e si vantò delle sue ripetute visite al territorio nordamericano e dei suoi stretti vincoli con i vecchi colleghi della CIA. Giorni dopo, in un’altra intervista concessa a una rete televisiva della Florida, ripeté le sue vergognose dichiarazioni. Ancora oggi, nella città di Miami, si organizzano manifestazioni pubbliche in appoggio a questo volgare assassino e da lì si pagano le sue attività.

Il diritto di Cuba a difendersi da chi tenta di distruggerla e di annichilire il suo popolo, non può essere messo in dubbio. La nostra difesa è stata molto complessa e difficile, perché i gruppi terroristici possiedono intimi legami con agenti e funzionari del Governo nordamericano con cui hanno cospirato per molti anni, e perché le autorità degli Stati Uniti, nel migliore dei casi, hanno mantenuto un’indolente tolleranza di fronte a loro. Cuba, tuttavia, ha fatto tutto il possibile per avvertire Washington, per vie discrete e confidenziali e anche pubblicamente, dei pericoli di queste azioni e ha fornito informazioni ottenute grazie all’eroico sacrificio di uomini come quelli che oggi sono rinchiusi ingiustamente in prigione. Così avvertimmo loro della presenza di individui armati intorno alla casa dove avevano rinchiuso Elián e dei piani orditi per opporsi alla sua liberazione. Dopo aver raggiunto questa, coloro che diressero e realizzarono l’operazione di riscatto hanno riconosciuto la verità ed esattezza delle informazioni che abbiamo loro fornito.

Numerosi contatti hanno avuto luogo a New York, a Washington e all’Avana, dove abbiamo fornito, a rappresentanti dell’FBI ed ad altre agenzie del Governo degli Stati Uniti, informazioni che sarebbero loro servite per agire contro i terroristi, se avessero avuto la volontà per farlo. Dopo vari scambi, compresi messaggi rivolti ai più alti livelli, il 16 e 17 giugno del 1998, venne all’Avana una delegazione ufficiale, che includeva due importanti capi dell’FBI, ai quali venne data un’ampia informazione e venne consegnato materiale operativo, compresi film e registrazioni probatorie delle azioni di 40 criminali. Promisero di darci una risposta entro due settimane, però ciò non avvenne mai. Non ci fu nemmeno nessuna azione da parte dell’FBI contro i delinquenti sulle cui attività ricevettero abbondanti e inconfutabili prove. Per il contrario, tre mesi dopo, l’FBI arrestò i nostri eroici compagni, lanciò contro di loro le sue perfide calunnie e promosse un processo pseudolegale, diretto a stimolare i gruppi terroristici, alcuni dei cui capi, per colmo del cinismo, vennero presentati come suoi testimoni.

La più disprezzabile, grossolana ed assurda accusa rivolta contro i nostri degni ed eroici compagni fu quella di "cospirazione per assassinare", lanciata in maniera sospettosa dopoché erano trascorsi più di otto mesi da quando, sottoposti a totale incomunicabilità, affrontarono le ridicole e assurde imputazioni iniziali che, come questa, non avevano alcun fondamento. Per sostenere questa infamia le autorità corrotte di Miami non presentarono, ovviamente, alcuna prova, al contrario, manipolarono senza pudore l’incidente accaduto il 24 febbraio del 1996, occultarono l’informazione che era in loro possesso, ignorarono completamente i precedenti, falsificarono grossolanamente le prove e distorsero grottescamente la realtà.

La verità, comunque, avrà il sopravvento. La verità non verrà mai sconfitta dalle loro turpi e false manovre.

Se solo esistesse un barlume di giustizia nella società nordamericana, altri personaggi avrebbero occupato il banco degli accusati per ricevere la più severa ed inappellabile condanna.

Le autorità nordamericane conoscono benissimo tutto quanto riguarda questo incidente. Lo sanno nei minimi particolari e sono interamente ed assolutamente colpevoli per quanto accadde quel giorno.

A partire dal trionfo della Rivoluzione, dal territorio nordamericano, e guidate dai suoi agenti, la CIA impiegò aerei per realizzare sabotaggi, lanciare armi ed esplosivi, spargendo sostanze chimiche e batteriologiche e portando a termine lavori di spionaggio e di provocazione sui campi e sulle città di Cuba. Nei documenti ufficiali citati precedentemente c’è un’abbondante informazione a riguardo. Qui si trovano i precedenti del gruppo terrorista che eseguì la provocazione del 24 febbraio 1996.

Su questo gruppo esiste anche una profusa informazione, raccolta in questi ed altri documenti ufficiali e nella stampa degli Stati Uniti, che si può così riassumere:

Riguardo specificamente l’incidente del 24 febbraio 1996, nell’informazione offerta ufficialmente dagli Stati Uniti all’Organizzazione dell’Aviazione Civile Internazionale (OACI) e nelle prove presentate più tardi, sotto giuramento, nel processo amministrativo riferito nel paragrafo precedente, si dice quanto segue:

Erano le autorità di Washington le uniche che sapevano che la provocazione avrebbe avuto luogo, sapevano quando, come, chi e con quali mezzi l’avrebbero realizzato. Non fecero niente, anche se potevano e avevano l’obbligo di farlo, per impedirlo o evitarlo. Nemmeno avvertirono Cuba a riguardo.

Quale è stata la cospirazione? Quali sono stati i cospiratori?

Sono i capi terroristi e le suddette autorità, che gli permettono di fare quello che vogliono, gli unici colpevoli di quanto è successo. Sono loro e nessun altro quelli che devono rispondere per le conseguenze.

L’atteggiamento assunto dal Governo è stato assolutamente inqualificabile. Si è valso dell’incidente per giustificare la firma della Legge Helms Burton, ha spogliato Cuba di fondi illegalmente ritenuti nelle banche nordamericane consegnandoli alla mafia annessionista e adesso, portando a estremi incredibili la vigliaccheria e la viltà, vuole castigare i cinque compatrioti che sono totalmente innocenti e non hanno alcuna responsabilità in tali fatti.

Soltanto le autorità di Washington e i terroristi che loro allevarono e utilizzarono contro Cuba durante quattro decenni, sono colpevoli di aver cospirato per assassinare, hanno tentato di assassinare e hanno assassinato, causando numerose perdite umane e sostanziali danni materiali al nostro paese.

La colossale arbitrarietà contro i nostri compatrioti non c’entra niente con la giustizia e il diritto. E’ l’espressione più impudica di una nuova fase dell’aggressione contro Cuba sferrata dall’estrema destra al potere e dalla mafia annessionista al suo servizio, e le cui gravi conseguenze cominciano ormai a colpire molti statunitensi e cubani – americani.

La prova più evidente del fatto che il caso dei nostri cinque compatrioti è parte d’un piano deliberatamente concepito per appoggiare i gruppi terroristi e diffondere il timore tra coloro che gli si oppongono, è stata esposta in modo chiaro lo scorso 10 luglio dallo stesso Capo del FBI incaricato di questa operazione. Il quell’occasione il signore Héctor Pesquera annunciò che "ci saranno più arresti collegati a questo caso", e assicurò che "segue costantemente molti che sono qui" e fece la promessa di "perseguirli energicamente". Pochi giorni dopo, come un eco, la stessa bravata verrebbe ripetuta dalla portavoce della Fondazione annessionista. C’è bisogno di qualcos’altro per capire che si tratta esclusivamente d’un processo politico e che lo scopo è quello di perseguire tutti coloro che là rifiutano le pratiche criminali della mafia terrorista?

Però non sono solo stridenti bravate. Il 13 luglio, lo stesso Presidente degli Stati Uniti pronunciò un’insolente dichiarazione nella quale, oltre a proclamare nuove azioni per rafforzare il blocco e l’aggressione contro Cuba, annunciò misure specifiche e minacce concrete contro cittadini nordamericani e residenti d’origine cubano. L’occupante della Casa Bianca spiegò che aveva dato istruzioni per rafforzare e ampliare i meccanismi d’applicazione del blocco, in particolare per impedire i viaggi non autorizzati a Cuba e controllare strettamente le visite autorizzate e le rimesse familiari, nonché per incrementare il finanziamento e l’appoggio materiale ai gruppuscoli controrivoluzionari che operano contro Cuba.

Le dichiarazioni del signor Bush non sono semplice retorica. Centinaia di nordamericani hanno già ricevuto notifiche ufficiali di cause e hanno imposto al altri multe amministrative di migliaia di dollari. I viaggiatori, all’aeroporto di Miami, ricevono per iscritto chiari avvertimenti sulle severe punizioni – fino a dieci anni di carcere e 250 mila dollari di multa – per coloro che non adempiano le rigide norme del blocco che l’attuale Presidente vuole imporre a tutti i costi.

Aumenta continuamente il numero di nordamericani e cubani – americani che comminati con possibili azioni penali vengono costretti a rispondere meticolosi questionari che fanno ricordare i giorni peggiori del maccartismo.

Per assicurare l’esecuzione della sua politica anticubana, il Capo dell’attuale amministrazione ha nominato, in posizioni chiavi, vari soggetti di noti precedenti nella guerra contro Cuba.

Quello proposto per occupare la più alta carica per l’America Latina del Dipartimento di Stato ha generato naturale allarma, sia fuori che dentro gli Stati Uniti.

Tuttavia, ci sono altre designazioni che hanno avanzato in modo silenzioso, quasi inavvertite. Una è quella di Maurizio Tamargo come Presidente della Commissione Federale di Reclami, l’altra, quella di Adolfo Franco chi, come si annuncia, occuperebbe la carica principale per l’America Latina all’interno della cosiddetta Agenzia Internazionale per lo Sviluppo (AID). Entrambi sono impiegati assoldati dai peggiori nemici di Cuba al Congresso di Washington.

La scelta del signore Tamargo è una prova evidente del compromesso dell’attuale Governo con gli obiettivi della Legge Helms Burton, la cui essenza, come si sa, è l’illusoria pretesa di restituire le proprietà ai batistianos e agli antichi sfruttatori spogliando i cubani delle loro terre, delle loro abitazioni, scuole, fabbriche e ospedali, tutto quanto oggi appartiene al popolo. Scegliere uno dei rappresentanti di tali signori come capo dell’ente federale che, con poteri assoluti all’interno della struttura nordamericana , è incaricato dei reclami di proprietà, vuol dire mettere l’affare interamente nelle mani della mafia annessionista.

La designazione del signore Franco risponde al dichiarato proposito d’intensificare la sovversione contro Cuba, aumentando i fondi destinati a fabbricare, finanziare e dirigere gruppuscoli di traditori al servizio degli Stati Uniti, parte dei quali distribuisce l’AID. A tali fini, per più di quarantadue anni, Washington ha destinato più risorse di quelle che ipoteticamente vanno all’aiuto allo sviluppo del nostro Continente. Situare in questa posizione un rappresentante della mafia annessionista è un’ovvia espressione della politica anticubana e anche un chiaro messaggio per coloro che, In America Latina, s’illudono ancora di poter contare sul chimerico aiuto dell’Impero.

La politica, ogni giorno più ostile e aggressiva, contro Cuba, seguita dall’attuale Amministrazione del signor Bush, imperdonabile crimine contro il nostro popolo e che pone in pericolo la pace e la vita a scala internazionale, lede gravemente anche i diritti del popolo nordamericano, compresi quelli degli emigranti cubani, dei loro discendenti e dei cittadini americani residenti nella Florida. Loro aspirano a vivere liberi dalla corruzione, dall’illegalità e dalla violenza dei malviventi che contano sulla complicità e la tolleranza ufficiale e beneficiano di risorse del bilancio che dovrebbero soltanto usarsi per il benessere e lo sviluppo delle famiglie nordamericane.

Bisogna porre fine alla alleanza ufficiale con i terroristi e fermare la campagna maccartista, la persecuzione e le minacce contro i cittadini nordamericani che si oppongono al blocco, e contro gli emigranti e residenti nella Florida che soffrono i misfatti dei terroristi. Adesso, come primo passo indispensabile, bisogna esigere la libertà dei nostri cinque compatrioti innocenti rinchiusi oggi in un carcere di Miami.

René González Schwerert, Raón Labañino Salazar, Fernando González Llort, Antonio Guerrero Rodríguez e Gerardo Hernández Nordelo, prigionieri politici dell’Impero, patrioti esemplari, abnegati e ammirevoli eroi che non hanno mai fatto alcun danno e hanno sacrificato le loro vite per salvare quella del loro popolo, devono essere liberati.

Cuba è una nazione libera, indipendente e sovrana che, come tutte le altre nazioni, ha il diritto inalienabile di vivere in pace e di essere rispettata. Cuba ha il diritto, l’obbligazione e la necessità di difendersi e continuerà a farlo.

I popoli di Cuba e degli Stati Uniti possono e devono vivere in pace. La lotta per la verità e la giustizia lo renderà possibile.

 

Assemblea Nazionale del Potere Popolare

 

Città dell’Avana, 3 agosto 2001

"Anno della Rivoluzione vittoriosa nel nuovo millennio".

 

 

 

RIASSUNTO DELLE PRINCIPALI AZIONI TERRORISTE CONTRO CUBA

(1990 – 2000)

Dal 1959, i gruppi controrivoluzionari creati e diretti dall’Agenzia Centrale d’Intelligence (CIA) nordamericana, hanno realizzato numerose azioni terroriste che hanno causato la morte di molte persone e cagionato enormi danni materiali al nostro paese.

Agli inizi degli anni ’90, incoraggiati dal crollo del campo socialista, tali gruppi intensificarono, dal territorio degli Stati Uniti e da altre basi di operazioni in Centro America, le azioni violente contro il popolo di Cuba e i suoi dirigenti.

Di seguito si elencano alcune tra le più importanti e sulle quali c’è informazione pubblica.

17 luglio 1990. Dopo alcuni interventi dei legislatori repubblicani della Florida, Ileana Ross e Connie Mack, il presidente degli Stati Uniti, George Bush, liberò il noto terrorista Orlando Bosch, autore principale dell’attentato che distrusse un aereo civile cubano in pieno volo, in ottobre del 1976, nel quale morirono i 73 passeggeri.

14 ottobre 1990. Infiltrazione armata per Santa Cruz del Norte, organizzata da Miami , di due terroristi che avevano l’ordine di realizzare azioni violente. Gli furono sequestrate armi e documenti falsi consegnati loro a Miami. Portavano con sé proclami, invitando a integrare il cosiddetto "Esercito Liberatore Cubano", capeggiato da Higinio Díaz Anne. Questi, prima della partenza, consegno loro soldi e propaganda sovversiva.

15 maggio 1991. José Basulto, ex mercenario di Playa Girón, noto terrorista e agente della CIA, comincia le operazioni dei cosiddetti "Fratelli al salvataggio" e per fare ciò chiede al presidente degli USA, George Bush, tre aerei proprietà della Forza Aerea degli Usa, tipo 0-2 , versione militare del Cessna, che erano stati utilizzati durante la guerra in El Salvador. La congressista Ileana Ross realizza una campagna pubblica e consegue la consegna dei tre aerei. Il 19 luglio 1992, per la prima volta appaiono nella stampale fotografie degli aerei consegnati al suddetto gruppo controrivoluzionario con le sigle USAF (Forza Aerea degli Stati Uniti) chiaramente visibili, in una cronaca dell’editore del giornale Miami Herald, il quale realizzò un volo con essi.

17 settembre 1991. Infiltrazione di due controrivoluzionari provenienti da Miami, che avevano l’obiettivo di sabotare negozi per turisti per creare il terrore tra i turisti stranieri. A loro vennero sequestrate armi e un impianto radio.

29 dicembre 1991. Infiltrazione di tre elementi terroristi dei cosiddetti "Comandi L" provenienti da Miami cui furono sequestrate armi e altri mezzi di guerra.

Gli infiltrati avevano ricevuto addestramento in un campo situato nella via 168 a Miami, dove si allenavano anche altri 50 0 60 uomini.

8 maggio 1992. Cuba denuncia in Nazioni Unite le attività terroriste promosse contro il proprio territorio e su propria richiesta viene fatta circolare, come documento ufficiale del Consiglio di Sicurezza, una decisione del Dipartimento di Giustizia degli USA, datata 23 giugno 1989, dichiarando inammissibile nel territorio statunitense il terrorista Orlando Bosch, a causa delle prove in suo possesso sulle attività terroriste precedenti e attuali del suddetto, compresa quella dell’esplosione dell’aereo civile cubano nel 1976.

Attualmente questo individuo gira liberamente per le strade di Miami, dopo che il Presidente George Busch gli conferisse un perdono presidenziale.

4 luglio 1992. Un gruppo di terroristi provenienti dagli USA, tenta di attaccare obiettivi economici situati sulle coste dell’Avana. Individuati da pattuglie cubane, si trasferiscono ad acque vicine a Varadero, dove l’imbarcazione soffre avaria meccanica e viene salvata da guardacoste nordamericani.

Nonostante essere stati a loro sequestrati armamenti, mappe e videocassette filmati durante il viaggio, sono messi in libertà dal FBI.

Luglio 1992. Fallisce un’operazione per infiltrare un terrorista, proveniente dagli USA, che pretendeva di sabotare un obiettivo economico nella provincia di Villa Clara.

Per realizzare questo piano disponeva delle armi e degli esplosivi richiesti, nonché della collaborazione di "Fratelli al salvataggio" che gli informò sulla localizzazione dei guardacoste americani, per facilitare il suo spostamento verso il territorio cubano.

9 settembre 1992. Detenuto dal FBI un terrorista d’origine cubano per detenzione illegale di armi di fuoco e violazione della Legge di Neutralità. Venne poi rilasciato senza carichi.

7 ottobre 1992. Attacco armato contro l’Hotel Meliá Varadero da un’imbarcazione guidata da quattro elementi terroristi di Miami, che vengono arrestati, interrogati dal FBI e poi rilasciati.

19 ottobre 1992. Infiltrazione di tre elementi controrivoluzionari provenienti dagli USA cui vengono sequestrati armi e abbondanti mezzi militari. Contemporaneamente sono detenuti altri tre terroristi, nel territorio delle Bahamas, cui vengono anche sequestrate armi ed esplosivi apparentemente destinati a Cuba. Questi controrivoluzionari erano partiti da Miami il 17 ottobre.

Gennaio 1993. Detenuti dal servizio di guardacoste nordamericano cinque terroristi a bordo d’imbarcazione artigliata con mitragliatrici pesanti e altre armi, mentre si dirigevano verso coste cubane. Sono stati rilasciati.

7 gennaio 1993. Tony Briant, leader del gruppo terrorista "Comandi L", in conferenza stampa a Miami, annunciò piani per effettuare più attacchi contro obiettivi a Cuba, specialmente contro alberghi. Dichiarò che "da questo momento siamo in guerra contro Cuba", e avvertì i turisti stranieri di "stare lontani da Cuba".

2 aprile 1993. Mitragliata, a circa 7 miglia a nord di Matanzas, la nave cisterna "Mikonos" , con bandiera di Cipro, da imbarcazione guidata da terroristi d’origine cubana provenienti dagli USA.

18 maggio 1993. Violazione dello spazio aereo cubano da aeronave di matricola N8447, di "Fratelli al salvataggio" .

21 maggio 1993. Arrestati dal Servizio Doganale degli USA nove terroristi a bordo d’una imbarcazione quando si disponevano a viaggiare a Cuba per attaccarla. Sequestrate armi ed esplosivi. Il 21 agosto il Giudice Lawrence King rifiutò le accuse contro essi.

Maggio 1993. L’organizzazione "Fratelli al salvataggio" progetta di far esplodere una torre d’alta tensione nella zona di San Nicolás di Bari all’Avana.

Ottobre 1993. L’organizzazione "Fratelli al salvataggio" istiga pubblicamente ad attentare contro il Presidente Fidel Castro e a esercitare la violenza contro Cuba, e ribadisce la sua disponibilità ad assumere " i rischi da esso derivati".

Andrés Nazario Sargén, capo del gruppo terrorista Alpha 66, dichiara negli USA che la sua organizzazione aveva realizzato cinque azioni recenti contro Cuba.

18 ottobre 1993. Detenuto elemento terrorista residente negli USA al suo arrivo a Cuba, il quale aveva orientazioni di realizzare azioni violente all’interno del nostro paese.

7 novembre 1993. Humberto Pérez, portavoce di Alpha 66, da Miami, in conferenza stampa afferma che la sua guerra contro Cuba presto si sarebbe estesa a qualunque turista in visita all’Isola: "coloro che si alloggiano in alberghi cubani sono considerati nemici", afferma.

Anno 1993. Reclutato negli USA, da un’organizzazione terrorista, un cittadino cubano in visita in quel paese, allo scopo di fargli eseguire azioni di sabotaggio a Cuba, nel settore turistico, agricola e d’allevamento. Per tale azione gli fornirono parti dei mezzi richiesti e gli offrirono la somma di 20 mila dollari.

11 marzo 1994. Gruppo terrorista proveniente da Miami realizza spari contro l’hotel "Guitart Cayo Coco".

17 aprile 1994. Aerei dell’organizzazione "Fratelli al salvataggio" sorvolano a volo radente la Città dell’Avana e lanciano bombe di fumo. Nei mesi seguenti dello stesso anno eseguono almeno altre sette violazioni simili.

4 settembre 1994. Infiltrazione di due terroristi provenienti dagli Stati Uniti, attraverso la zona di Caibarién, Villa Clara, il cui obiettivo era quello di fare sabotaggi in questa provincia. Erano in possesso di armi e di un grande arsenale.

6 ottobre 1994. Un altro gruppo armato, proveniente dalla Florida in un’imbarcazione, spara colpi di arma automatica contro l’albergo "Guitart Cayo Coco".

15 ottobre 1994. Un gruppo terrorista armato proveniente dagli Stati Uniti, sbarca sul pedraplen ( strada fatta di pietre e sassi sul mare che collega la terraferma ad un isolotto N.d.T.) "Cayo Santa María" Caibarién, Villa Clara, ed assassinano il compagno Arcelio Rodríguez García.

Ottobre 1994. "Hermanos al Rescate" (Fratelli al salvataggio, N.d.T.) addestra, in uno dei suoi aerei, membri di un’organizzazione controrivoluzionaria della Florida, allo scopo di realizzare un sabotaggio contro la raffineria di petrolio di Cienfuegos.

In novembre dello stesso anno, progettavano di attentare anche contro la vita del Presidente Fidel Castro e di altri dirigenti della Rivoluzione e di far entrare nel Territorio Nazionale armi ed esplosivi.

Novembre 1994. Il terrorista Luis Posada Carriles e cinque dei suoi complici, introducono armi a Cartagena, Colombia, durante la celebrazione del IV Vertice Iberoamericano di Capi di Stato e di Governo per attentare contro la vita del Presidente Fidel Castro; però, il cordone di sicurezza lo mantiene ad una distanza tale, che non può consumare il delitto. Posada Carriles dichiarerà in seguito al New York Times: "Fui fermato dietro alcuni giornalisti e vidi l’amico di Fidel Castro, García Márquez, però Castro potei vederlo solo da lontano".

11 novembre 1994. Vengono arrestati quattro terroristi a Varadero, Matanzas, dopo essersi infiltrati. Erano in possesso di armi e munizioni.

2 marzo 1995. Due terroristi provenienti dagli Stati Uniti, si infiltrano dalle coste di Puerto Padre, Las Tunas, e introducono nel paese 51 libbre (circa 110 Kg) di esplosivo C-4 e altri ordigni.

4 aprile 1995. Un aereo C-337 viola lo spazio aereo cubano a nord della Città dell’Avana tra i paesini di Santa Fe e Playa de Guanabo.

20 maggio 1995. È nuovamente attaccato l’albergo "Guitart Cayo Coco" da terroristi che guidavano un’imbarcazione veloce proveniente dagli Stati Uniti.

12 luglio 1995. Vengono arrestati negli Stati Uniti tre terroristi quando erano pronti per infiltrarsi a Cuba durante la realizzazione di una azione provocatoria nelle vicinanze della coste cubane. Nonostante fossero in possesso di armi ed esplosivi, furono rilasciati dalle autorità nordamericane.

13 luglio 1995. Undici imbarcazioni, sei aerei e due elicotteri provenienti dagli Stati Uniti, organizzati da "Hermanos al Rescate", penetrano in acque territoriali e nello spazio aereo cubano. Uno degli aerei sorvola il centro della Città de L’Avana, e lancia materiale di propaganda.

16 dicembre 1995. Arrestati negli Stati Uniti due terroristi che erano pronti ad infiltrarsi attraverso Pinar del Río, per realizzare azioni sovversive. Nonostante fossero in possesso di armi ed esplosivi, furono rilasciati dalle autorità nordamericane.

9 gennaio 1996. Due aerei provenienti da Opa-locka, Florida, violano lo spazio aereo cubano.

12 gennaio 1996. Viene arrestato un emigrante cubano residente negli Stati Uniti, quando si apprestava a trasportare esplosivi dalla Città de L’Avana a Pinar del Río.

13 gennaio 1996. Aerei di "Hermanos al Rescate" violano lo spazio aereo sulla Città de L’Avana. Il terrorista Basulto dichiarerà in seguito: "Essi dicono che io ho sorvolato il territorio cubano, cosa che tutto il mondo conosce e che io non ho mai negato".

23 gennaio 1996. Autorità degli Stati Uniti intercettano a Cayo Maratón un’imbarcazione con cinque terroristi armati mentre si dirigevano a Cuba. Furono rilasciati lo stesso giorno dall’FBI.

11 febbraio 1996. Un’imbarcazione, con tre terroristi, proveniente dagli Stati Uniti, viene catturata da truppe guardiafrontiere, dopo aver sparato alcuni colpi contro le nostre coste.

24 febbario 1996. Nuova incursione di "Hermanos al Rescate". Tre aerei violano lo spazio aereo cubano molto vicino al centro urbano della Città dell’Avana e due di essi sono abbattuti. Nei 20 mesi che precedettero l’incidente c’erano stati almeno altri 25 violazioni dello spazio aereo cubano.

26 giugno 1996. Nella Sessione del Consiglio della OACI (Organizzazione dell’Aviazione Civile Internazionale), il Presidente della Commissione di Investigazione riconosce che all’aeroporto di Opa-locka, almeno uno degli aerei di "Hermanos al Rescate", ha ancora le sigle della Forza Aerea degli Stati Uniti: "la F non è molto chiara, si sta cancellando, però ancora si può vedere".

21 agosto 1996. È arrestato a Cuba un cittadino di nazionalità nordamericana, che aveva introdotto clandestinamente mezzi militari, e pianificava la realizzazione di azioni terroristiche in territorio cubano.

16 settembre 1996. È arrestato un infiltrato a Punta Alegre, Ciego de Ávila a bordo di un’imbarcazione con armi e un grande arsenale.

21 ottobre 1996. Un aereo tipo SS-RR matricola N3093M, proprietà del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, lancia una sostanza con un virusThirp Palmi Karny mentre sorvola il Corridoio Internazionale "Giron" a circa 25-30 km a sud di Varadero.

Novembre 1996. Il Canale 23 della televisione di Miami intervistò in diretta Luis Posada Carriles e Orlando Bosch. Qui, i due, enfatizzarono le loro intenzioni di continuare le attività terroristiche contro Cuba.

12 aprile 1997. Esplode nell’Albergo "Melia Cohiba" a Città dell’Avana, un ordigno esplosivo.

30 aprile 1997. Scoppia un ordigno esplosivo nell’albergo "Melia Cohiba".

12 luglio 1997. Esplosione di ordigno negli alberghi "Capri" e "Nacional".

4 agosto 1997. Esplosione di un altro ordigno nell’albergo "Melia Cohiba".

11 agosto 1997. La stampa di Miami pubblica una dichiarazione della Fondazione Nazionale Cubana Americana (FNCA) che dice di appoggiare senza condizioni le azioni terroristiche con esplosivi contro obiettivi civili e turistici a Cuba. Il Presidente di questa organizzazione dichiarò "non consideriamo queste azioni terroristiche" e aggiunse che qualunque azione contro Cuba era legittima.

22 agosto 1997. Esplosione di ordigno nell’albergo "Sol Palmeras" di Varadero.

4 settembre 1997. Esplosione di ordigni negli alberghi "Triton" "Chateau Miramar" e "Copacabana". In quest’ultimo, come conseguenza dell’esplosione, perse la vita il giovane turista italiano Fabio di Celmo. Questo stesso giorno scoppiò un’altra bomba nel ristorante "La Bodeguita del Medio".

10 settembre 1997. Il Governo di Cuba annuncia l’arresto del cittadino salvadoregno Raúl Cruz León, responsabile di aver collocato 6 delle bombe che esplosero in vari alberghi della Capitale, compresa quella che uccise il turista italiano Fabio di Celmo. Cruz León ammise che gli avevano dato 4500 dollari per ogni bomba.

19 ottobre 1997. In un pulmino di turismo viene trovato un ordigno esplosivo.

27 ottobre 1997. La Guardia costiera degli Stati Uniti ferma un’imbarcazione a ovest di Porto Rico, nella quale vengono incontrati 2 fucili ad alta precisione, calibro 50 e i loro tripodi, apparecchiatura a raggi infrarossi, divise militari e impianti di comunicazione. Le sofisticate armi, strettamente militari, sono disegnate per sparare a lunga distanza in attacchi a veicoli e aerei. Uno degli occupanti della lancia afferma che il suo proposito era quello di assassinare il Presidente Fidel Castro quando fosse arrivato alla Isola Margarita in Venezuela, per partecipare al Vertice Iberoamericano il 7 novembre 1997.

Le autorità statunitensi determinarono che la lancia era registrata a nome d’una compagnia della Florida, il cui presidente, direttore, segretario e tesoriere è José Antonio Llama, dirigente della FNCA e mercenario che partecipò all’invasione di Playa Girón.

Uno dei fucili apparve registrato a nome di José Francisco "Pepe" Hernández, Presidente della FNCA. L’altro venne acquistato nel 1994 da un membro della Brigada 2506.

I quattro occupanti della lancia furono identificati come: un connotato agente della CIA; il capitano di una nave della CIA utilizzata da squadre d’infiltrazione dalla Florida a Cuba; il presidente di un gruppo controrivoluzionario del New Jersey ed un membro di Alpha 66.

Nonostante le confessioni e le prove evidenti di detenzione illegale di armi, di falsa testimonianza e di contrabbando di armi, dopo un processo giudiziario manipolato a piacere, questi terroristi furono assolti da una Corte Federale nel dicembre del 1999.

30 ottobre 1997. Viene scoperto un ordigno esplosivo in un bagno all’esterno del teminal aereo No. 2 dell’aeroporto "José Martí" di Città dell’Avana.

Per le attività criminali commesse contro strutture turistiche, vengono arrestati due cittadini di origine salvadoregna e altri tre del Guatemala vincolati al terrorista Luis Posada Carriles.

16 novembre 1997. Un giornale della Florida, dopo aver realizzato una ricerca di due mesi, informa che la serie di bombe che scoppiarono a L’Avana, furono dirette e finanziate da gruppi anticubani di Miami e che il centro dell’operazione era Luis Posada Carriles, profugo della giustizia per l’attentato all’aereo cubano nel 1976.

Maggio 1998. Infiltrazione di due terroristi da Santa Lucia, Pinar del Río, i quali arrivarono dagli Stati Uniti con numerose armi e approvvigionamenti bellici.

16 giugno 1998. Dopo vari scambi, nei quali il Governo cubano diede informazioni all’FBI ed ad altre agenzie del governo degli Stati Uniti, riguardanti attività terroristiche in quel paese contro Cuba, arriva all’Avana una delegazione ufficiale che include due importanti capi dell’FBI, ai quali vengono forniti dati precisi, includendo film, registrazioni e altro materiale probatorio, sull’attività di 40 terroristi che operano dal territorio nordamericano.

12 luglio 1998. In un articolo del New York Times dello stesso giorno, si espongono informazioni del cubano americano Antonio Jorge Alvarez, sul fatto che l’FBI non aveva investigato le denuncie da lui fatte sull’attentato che si preparava contro il Presidente Fidel Castro da effettuare durante il Vertice Iberoamericano del Venezuela. Alvarez informò che l’anno prima aveva detto all’FBI che Posada Carriles ed un gruppo che lavorava nella sua fabbrica in Guatemala, stavano preparando questo attentato e le esplosioni di bombe all’Avana: "Ho messo a rischio i miei affari e la mia vita e loro non fecero niente".

12 e 13 luglio 1998. In una intervista concessa al giornale "The New York Times", Luis Posada Carriles ammise di aver organizzato la campagna di attentati dinamitardi contro centri turistici a Cuba, e riconobbe che i leader della FNCA avevano finanziato le sue operazioni e che Jorge Mas Canosa, suo presidente, controllava personalmente il flusso di denaro e l’appoggio logistico ad esse: "Jorge Mas Canosa controllava che tutto il denaro mi venisse consegnato; egli diceva che mi dessero 5 mila, 10 mila, e perfino 15 mila, e queste somme me le mandava".

Posada ammise anche di aver pagato Raúl Cruz León per collocare le bombe negli alberghi dell’Avana. Riferendosi al turista italiano assassinato da una di queste bombe disse al Times"...si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato".

Per realizzare queste cronache il Times utilizzò i dossier della CIA e dell’FBI, le testimonianze di oltre 100 persone, e più di 13 ore di registrazione di interviste a Posada, compresi documenti firmati di propria mano.

23 luglio 1998. Viene pubblicato, nella stampa di Miami, un articolo intitolato "Negli Stati Uniti i piani anticastristi raramente portano in carcere". Qui si citano vari casi, come la liberazione nel 1990 di 6 terroristi che portarono un cannone e altre armi in Nicaragua per attentare contro la vita del Presidente Cubano; o quello di Rodolfo Frometa e Fausto Marimón, nel 1994, che dovevano pianificare attentati con l’impiego di missili antiaerei Stinger e altre armi. Si portano inoltre a conoscenza dichiarazioni del noto terrorista Tony Bryant il quale segnalò che nel 1989 l’FBI lo arrestò con un carico di armi e esplosivi a bordo della nave e, in seguito, lo lasciò andare. Aggiunse che fu intercettato in due delle 14 missioni che realizzò contro Cuba, però, non gli fecero mai nulla.

2 agosto. Posada Carriles, in una intervista per il programma Polos Opuestos della rete televisiva TV CBS Telenoticias, dichiara di avere intenzione di fare più attentati contro installazioni cubane, dentro o fuori dall’isola.

Agosto 1998. Previamente alla presenza annunciata del Presidente Fidel Castro nella Repubblica Dominicana per il Vertice del CARIFORUM di Capi di Stato e di Governo dei Caraibi, terroristi di origine cubana pianificarono un attentato tra il 20 e il 25 agosto.

A tali effetti il terrorista Posada Carriles organizzai una riunione con altri terroristi nell’Albergo Holiday Inn, nella città di Guatemala, un mese prima del Vertice, per pianificare l’introduzione di armi ed esplosivi a Santo Domingo.

12 settembre 1998. Sono arrestati a Miami i 5 patrioti cubani che compivano il dovere di difendere cubani e nordamericani dalle azioni terroristiche che, con totale impunità, si organizzano, si preparano e si lanciano contro Cuba dal territorio degli Stati Uniti.

17 novembre 2000. Viene arrestato, dalle autorità panamensi, un gruppo di terroristi capeggiati da Posada Carriles, che con documenti falsi erano entrati a Panama per realizzare un attentato contro il Presidente Fidel Castro durante la celebrazione del X Vertice Iberoamericano di Capi di Stato e di Governo. Furono loro sequestrate armi, esplosivi e schemi e annotazioni sul percorso e sulle riunioni pubbliche del Presidente cubano. La Fondazione Cubana Americana finanzia la squadra di avvocati che sono a carico della difesa del terrorista.

26 aprile 2001. Tre terroristi appartenenti ai Gruppi Comandos F-45 e Alpha 66, cercano di sbarcare a nord della provincia di Villa Clara e dopo aver sparato contro truppe guardafrontiere cubane che li avevano localizzati, vengono arrestati. Vengono sequestrati: 4 fucili AKM, un fucile M-3 con silenziatore, 3 pistole, un grande arsenale, apparecchiature a raggi infrarossi e mezzi di comunicazione che sarebbero serviti per la realizzazione di azioni di sabotaggio e di terrorismo contro Cuba.

Tra il 1990 e il 2001 le nostre autorità furono a conoscenza, oltre alle azioni fin qui descritte, di 16 piani di attentato contro il Presidente di Cuba, 8 piani per attentare contro la vita di altri dirigenti della Rivoluzione, nonché di altri 140 piani terroristici che furono frustrati od ostacolati grazie al lavoro degli organi dei servizi segreti cubani.