DICHIARAZIONE DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI DI CUBA


 

DETENUTO NEL NOSTRO PAESE IMPORTANTE TRAFFICANTE DI DROGHE

 

IL GOVERNO CUBANO CONSEGNA AL GOVERNO DEGLI STATI UNITI PROPOSTE DI ACCORDI BILATERALI IN MATERIA MIGRATORIA, DI COOPERAZIONE PER COMBATTERE IL TRAFFICO ILLECITO DI STUPEFACENTI E DI SOSTANZE PSICOTROPICHE E UN PROGRAMMA DI COOPERAZIONE PER COMBATTERE CONTRO IL TERRORISMO.

 

 

Lo scorso 6 marzo, alle ore 09:45, fu detenuto in una casa privata nel quartiere Siboney, Comune Playa, presa in affitto, il cittadino di origine colombiana Rafael Miguel Bustamante Bolaños, che era entrato nel paese il 6 gennaio 2002, proveniente da Giamaica, utilizzando un passaporto venezuelano a nome di Alberto Pinto Jaramillo.

            A partire dal 31 gennaio, erano state conseguite, attraverso i meccanismi di cooperazione con vari servizi antidroghe della regione, informazioni sulla presenza nel nostro paese di Bustamante Bolaños, individuo su cui pesano forti accuse di essere legato al traffico di droghe nell'area.

            Mediante i suddetti meccanismi, si è potuto stabilire, tra l'altro, che Bustamante Bolaños è vincolato a un'importante banda di narcotrafficanti delle Bahame e che circa 10 anni fa fuggì da un carcere a Santa Marta, Colombia, dove subiva condanna per lavaggio di soldi.  Si è saputo anche che è ricercato dall'Agenzia Antidroga degli Stati Uniti (DEA) perché è coinvolto in operazioni per introdurre droghe nel suddetto paese.

            In aggiunta, si ricevettero informazioni secondo cui questo individuo è anche ricercato dalle autorità statunitensi per l'evasione da una prigione federale ad Alabama, dove subiva condanna per lavaggio di soldi e traffico di cocaina, oltre ad essere coinvolto in un importante caso di narcotraffico che nell'attualità investiga la DEA, per l'introduzione di cocaina da Giamaica negli Stati Uniti.

            Insieme a Bustamante fu detenuto Roberto Lewis, cittadino di Bahama su cui pesano anche serie accuse di narcotraffico.

            Entrambi i narcotrafficanti sono detenuti, è gia stato iniziato il relativo processo giudiziario e affrontano carichi per traffico di droghe e falsificazione di documenti.

            Le indagini proseguono con grande rigore, considerando la gravità del caso.  I delitti di cui vengono accusati le suddette persone, come il nostro popolo conosce, sono chiaramente definiti nel Codice Penale cubano, che stabilisce le pene più dure per i delitti vincolati al traffico di droghe.

            D'altra parte, lo scorso 12 gennaio, in gesto di buona volontà, e che dimostra in modo palese e serio la disponibilità del nostro Governo a cooperare con tutti i paesi nella lotta contro il traffico di droghe, le autorità cubane consegnarono al Governo degli Stati Uniti il cittadino statunitense Jesse James Bell, latitante dalla giustizia statunitense, accusato di 15 reati collegati in modo diretto o indiretto al traffico di droghe negli Stati Uniti.

            Bell era stato detenuto nel punto di frontiera del nostro paese, il 10 ottobre 2001, mentre cercava di uscire dal paese, quando le autorità migratorie cubane si resero conto che portava documenti d'identità falsi. Le autorità cubane avvertirono d'immediato la Sezione di Interessi degli Stati Uniti all'Avana (SINA) sull'arresto della suddetta persona.

            Il 19 ottobre del 2001, le autorità statunitensi sollecitarono in modo ufficiale la consegna del detenuto mediante nota diplomatica 537, presentata dalla SINA al Ministero degli Esteri cubano.  Il nostro Governo decise di rispondere positivamente a tale richiesta dopo stabilire con certezza che Bell non era coinvolto in nessuna attività illecita nel territorio cubano.

            La consegna di questo individuo alle autorità della DEA si realizzò con carattere eccezionale, poiché, nonostante la volontà espressa e le proposte della parte cubana, non esiste nessun accordo di cooperazione tra i Governi di Cuba e degli Stati Uniti di America in materia di lotta contro il traffico di droghe e quindi il nostro Governo non aveva alcuna obbligazione di consegnare il delinquente.

            In questo senso, è importante sottolineare che il 29 novembre 2001, il Direttore di America del Nord della nostra Cancelleria, Rafael Dausá, consegnò all'Avana al Capo del Buró Cuba del Dipartimento di Stato degli USA una promemoria che conteneva le proposte del Governo cubano al Governo degli Stati Uniti, allo scopo di raggiungere un accordo in materia migratoria per combattere l'emigrazione illegale e il traffico di persone, un accordo sulla cooperazione per combattere il traffico illecito di stupefacenti e di sostanze psicotropiche e un programma di cooperazione bilaterale per combattere contro il terrorismo.  La proposta di accordo in materia migratoria era stata previamente presentata alle autorità statunitense in settembre del 2000.

            Ormai nel 1999, il Comandante in Capo Fidel Castro, nella manifestazione centrale di commemorazione del 26 luglio (26/7/1953 data dell'attacco alla Caserma Moncada di Santiago di Cuba, che segna l'inizio della lotta armata contro il governo di Batista, capeggiata da Fidel Castro, N.d.T.), nella provincia di Cienfuegos, dopo aver spiegato le attività che svolge il nostro paese relative alla lotta contro il narcotraffico, e in riferimento all'incontro con il prestigioso senatore repubblicano Arlen Specter, che aveva visitato Cuba in giugno di quello stesso anno, disse testualmente che "...potevano stabilirsi tre forme possibili di cooperazione:  una cooperazione modesta, una cooperazione maggiore e più efficace, o una cooperazione integrale.

            (...)

            "La prego di domandare alle massime autorità del suo paese quale livello di cooperazione desiderano: se vogliono il livello attuale, un livello più alto o un livello totale.  Io semplicemente confermo che siamo disposti a portare avanti qualsiasi delle suddette forme di cooperazione".

            Alcuni giorni dopo in una manifestazione simile tenutasi a Matanzas, il Comandante in Capo abbordò anche il problema dell'emigrazione illegale promossa durante quarant'anni dagli Stati Uniti contro Cuba, quello della Legge di Aggiustamento Cubano, che è costata numerose vite al paese, nonché la necessità di trovare una soluzione a questo grave problema.

            Il 3 dicembre 2001, durante la più recente serie di conversazioni migratorie tra Cuba e gli Stati Uniti, tenutesi all'Avana, il compagno Alarcón, Presidente dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare e Capo della delegazione cubana partecipante a questi incontri, consegnò ancora una volta le tre proposte di accordo in materia migratoria, di lotta contro il narcotraffico e contro il terrorismo alla parte statunitense presente nella suddetta riunione.  La delegazione statunitense espresse allora che le bozze dei suddetti accordi non erano oggetto delle conversazioni migratorie, e suggerì che le medesime fossero presentate attraverso i canali diplomatici stabiliti tra entrambi i paesi.

            Prendendo in cosiderazione il suggerimento, il 12 marzo 2002, il Ministero degli Esteri cubano e la Sezione di Interssi di Cuba a Washington, consegnarono in modo ufficiale tre note diplomatiche alla Sezione di Interessi degli USA all'Avana e al Dipartimento di Stato statunitense rispettivamente, a cui si allegarono i testi delle bozze di accordi su questi importanti argomenti.

            Il Ministero degli Esteri cubano, considerando il vantaggio mutuo che implicherebbero gli accordi in materia migratoria, di lotta contro il traffico di droghe e contro il terrorismo, ratifica la assoluta disponibilità del Governo di Cuba a trattare e sottoscrivere i suddetti accordi con il Governo degli Stati Uniti.

            L'amministrazione statunitense ha adesso la possibilità di dimostrare che è in realtà disposta ad assumere con serietà e alla stessa stregua, il combattimento contro questi gravi flagelli dell'umanità.

            E' nelle mani del Governo degli Stati Uniti provare all'opinione pubblica statunitense e internazionale, che è capace di mettere da parte i meschini interessi di piccoli gruppi anticubani e di difendere i veri interessi del proprio popolo.

            Gli Stati Uniti hanno la parola.

 

            L'Avana, 17 marzo 2002.